Giorni fa il TAR del Lazio ha rigettato i ricorsi presentati contro il Regolamento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in materia di diritto d’autore. Il Tribunale amministrativo ha difatti espressamente riconosciuto che spettano ad Agcom i poteri regolamentari e di vigilanza da essa esercitati, attraverso i quali l’Autorità ha anche la facoltà di adottare le misure ritenute necessarie per porre termine alle violazioni della disciplina sul diritto d’autore, con interventi che si pongono in concorrenza e non in sostituzione di quelli già posti in essere dall’autorità giudiziaria.
Per comprendere meglio l’importanza del regolamento per la tutela del diritto d’autore abbiamo chiesto a Francesco Posteraro, Commissario Agcom, un parere sul pronunciamento del TAR.
Key4biz. La sentenza del Tar del Lazio cosa ha sancito?
Francesco Posteraro. Il TAR del Lazio ha ribadito nei termini più chiari e perentori l’assoluta legittimità del regolamento Agcom per la tutela del diritto d’autore online. L’offensiva giudiziaria scatenata contro il Regolamento è andata incontro alla più sonora delle sconfitte, dopo il primo intervento dello stesso TAR del settembre 2014 e la successiva pronuncia di inammissibilità della Corte costituzionale del dicembre 2015. Il TAR ha esaminato uno per uno tutti i motivi di ricorso, dimostrandone la totale infondatezza.
Key4biz. Quale ruolo riconosce ad Agcom questa sentenza?
Francesco Posteraro. È stata riconosciuta la sussistenza in capo ad Agcom, sulla base della legislazione vigente, di poteri regolamentari volti ad impedire le violazioni del diritto d’autore attraverso l’imposizione di ordini indirizzati ai prestatori di servizi. Il TAR ha anche precisato che il procedimento amministrativo dinanzi ad Agcom non si pone in contrasto con il procedimento giudiziario, in quanto la legge ha espressamente inteso introdurre un meccanismo di tutela a “doppio binario”.
Key4biz. Secondo quali criteri Agcom ha esercitato le sue funzioni in questa materia?
Francesco Posteraro. L’Autorità ha esercitato i poteri ad essa attribuiti dalla legge con grande equilibrio e nel rispetto dei diritti di tutti i soggetti coinvolti nei propri procedimenti. Le misure adottate sono state improntate ai criteri – previsti dalla normativa europea – di gradualità, proporzionalità e adeguatezza. Lo scopo perseguito è stato quello di colpire efficacemente la pirateria e di svolgere invece soprattutto un’azione di moral suasion in presenza di violazioni occasionali, talora commesse anche solo per eccesso di leggerezza. Questa linea emerge chiaramente dall’analisi dei dati relativi all’applicazione del regolamento ed è stata premiata dai risultati ottenuti.
Key4biz. A quali dati e a quali risultati si riferisce?
Francesco Posteraro. Tutti i provvedimenti inibitori, non uno escluso, hanno avuto per destinatari siti ubicati all’estero e dediti manifestamente, direi in modo professionale, alla pirateria. D’altro lato – ed è questo a mio avviso l’elemento più significativo – oltre un terzo dei procedimenti si è concluso con archiviazioni adottate a seguito dell’adeguamento spontaneo alla richiesta di rimozione dei contenuti protetti da diritto d’autore. Fatti salvi ovviamente i casi di “criminalità digitale” (termine che sarebbe forse preferibile usare in luogo di pirateria), la rete, quindi, ha dimostrato in larga misura di voler farsi carico delle esigenze di tutela della legalità.
Key4biz. Crede che si stia affermano una maggior consapevolezza, una sensibilità da parte degli utenti della rete nella fruizione legale dei contenuti?
Francesco Posteraro. Mi sembra di sì. Credo, in effetti, che si stia verificando una positiva inversione di tendenza negli orientamenti del pubblico nei confronti del consumo illegale di opere digitali. Le percentuali di coloro che utilizzano tale consumo restano indubbiamente elevate, ma tendono a diminuire, mentre cresce contemporaneamente il numero di quanti dichiarano che ricorrerebbero soltanto a piattaforme che operano legalmente, se queste ultime offrissero i propri contenuti digitali a prezzi accessibili. Forse a questa inversione di tendenza non è estraneo il regolamento Agcom. Il dibattito svoltosi prima della sua adozione e poi la sua applicazione concreta hanno indubbiamente contribuito a richiamare l’attenzione sull’esigenza di tutelare adeguatamente la creatività, un valore che contribuisce a mantenere vivo e ad alimentare il patrimonio culturale del Paese.
Key4biz. Detto ciò, possiamo ricordare che il regolamento Agcom antipirateria è in vigore da tre anni. Un tempo sufficientemente ampio per tracciarne un bilancio?
Francesco Posteraro. Penso di sì. A tre anni dall’entrata in vigore del regolamento Agcom, la consapevolezza della sua importanza ai fini di una protezione efficace della proprietà intellettuale si è ormai consolidata sia tra gli operatori del settore, sia nell’ambito istituzionale. Ritengo particolarmente significativi, da questo punto di vista, i riconoscimenti contenuti nella recente relazione della Commissione parlamentare di inchiesta antipirateria presieduta dall’on. Mario Catania. Vorrei aggiungere che da più parti si attribuisce al regolamento il valore di una best practice a livello europeo, alla quale non a caso guardano con interesse altri Paesi membri dell’Unione.
Key4biz. Una bella soddisfazione
Francesco Posteraro. Eppure i risultati ottenuti, per quanto incoraggianti, non rappresentano certamente un traguardo. Molto altro occorrerà ancora fare per liberare l’industria culturale dal peso di un’attività parassitaria come quella svolta dalla pirateria, che drena risorse trasferendole dall’economia legale a quella illegale, a tutto danno non solo del settore, ma anche della ricchezza complessiva del Paese e dell’occupazione.
Key4biz. Ci sono a suo parere ulteriori interventi che potrebbero essere messi in opera contro la pirateria su internet?
Francesco Posteraro. Anche alla luce dei principali problemi riscontrati in sede di applicazione, ritengo che occorrerebbe innanzi tutto valutare, da parte del legislatore, se estendere le possibilità di intervento di Agcom anche al blocco dell’IP, in modo da impedire ai siti pirata di aggirare gli ordini di blocco modificando di volta in volta il DNS, ossia il nome a dominio. Come suggerito nella citata relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta, un altro utile strumento per evitare ai siti bloccati di rigenerarsi potrebbe essere rappresentato dall’applicazione automatica dei provvedimenti inibitori – alla stregua dell’indirizzo adottato recentemente dal Tribunale di Milano – anche ad altri siti aperti successivamente che facciano capo agli stessi soggetti e rechino i medesimi contenuti.
Key4biz. In senso più generale, cosa si può fare per rafforzare ulteriormente le azioni di contrasto alla pirateria digitale?
Francesco Posteraro. Credo che sarebbe tempo di ripensare, a livello europeo, all’estensione soggettiva del regime di responsabilità, che attualmente si riferisce solo agli internet service provider. Alla luce dell’evoluzione dei modelli di business, sembra necessario chiamare in causa anche altri soggetti che operano sulla rete traendo profitto, direttamente o indirettamente, dal commercio illegale. Penso agli intermediari pubblicitari, a quelli finanziari e ai cosiddetti aggregatori di contenuti, i quali ultimi esercitano una notevolissima influenza sulle scelte degli utenti, restando tuttavia al riparo da ogni possibile imputazione di responsabilità editoriale.