“Proteggere le opere creative e chi le realizza è assolutamente fondamentale”. E’ quanto scrive Stan McCoy, Presidente Motion Picture Association (MPA) per la regione EMEA, sul blog ufficiale dell’Associazione, parlando del recente intervento alla proiezione privata di ‘Un homme à la hauteur’ ospite di Unifrance.
L’evento è stata occasione per parlare dell’impatto della pirateria sul cinema.
“La tutela della creatività – ha sottolineato McCoy – richiede l’impegno dell’intero ecosistema che è fatto di persone e organizzazioni, dai proprietari dei teatri agli operatori, alle tech company e ai fornitori di servizi online, senza tralasciare i retailers, gli intermediari internet e le Autorità” impegnate nelle azioni di contrasto contro chi viola i diritti d’autore.
Un ecosistema che comprende ovviamente anche il mondo del cinema e della televisione.
“Giochiamo un ruolo fondamentale, per esempio, nella creazione di nuove modalità per permettere al pubblico di trovare i loro film o show televisivi preferiti. Finora questo è stato fatto su oltre 3 mila servizi audiovisivi in Europa”.
“Siamo – ha indicato il presidente di MPA per la regione EMEA – a un punto di svolta nella lotta contro la pirateria, un punto in cui gli intermediari cominciano a capire che l’industria creativa non tenta di sottrarsi ai proprie doveri e responsabilità ma che invece tutti gli attori dell’ecosistema, che non comprende solo i fornitori di accesso ma anche, tra gli altri, i motori di ricerca e i sistemi di pagamento, hanno un ruolo da svolgere”.
Un principio questo, ha ribadito, che viene sempre più accolto in diversi casi giudiziari e molte giurisdizioni, come aveva già avuto modo di sottolineare nell’intervista rilasciata a Key4biz in occasione della sua partecipazione a Roma all’evento Fapav #Tuteliamo.
Un’altra chiave di successo contro la pirateria sarà l’educazione.
McCoy ha ricordato anche l’ultimo Report dell’Ufficio Ue per la proprietà intellettuale (European Union Intellectual Property Office – EUIPO) dal quale emerge che il 25% dei cittadini Ue di età compresa tra i 15 e i 24 anni ha ammesso che nell’ultimo anno ha usato fonti illegali per accedere ai contenuti online.
“La cosa più sconcertante – ha indicato McCoy – è che uno su quattro crede di non aver fatto nulla di male ad accedere a contenuti online attraverso fonti illegali per uso personale”.
Per McCoy, “è importante che i giovani capiscano che realizzare un film, scrivere un libro o registrare una canzone, richiedono tempo, impegno e investimento e non sono solo una passione ma il sostentamento per qualcuno. Ricordiamo che 7 milioni di persone lavorano nel settore creativo in Europa”.
Nessun ruolo passivo quindi nella lotta alla pirateria.
“Abbiamo la comune responsabilità di essere custodi dell’ecosistema creativo“, ha concluso il presidente MPA per la regione EMEA.