LaLiga alza il tiro contro la pirateria online
Nel panorama dell’intrattenimento digitale, la pirateria audiovisiva continua a rappresentare una minaccia per l’industria creativa, causando miliardi di perdite ogni anno e mettendo a rischio l’intero ecosistema dei diritti d’autore e con esso migliaia di posti di lavoro.
L’ultima denuncia di LaLiga, la massima organizzazione calcistica spagnola, evidenzia come la pirateria non sia solo una questione di consumatori che accedono illegalmente ai contenuti, ma anche di piattaforme e servizi online che facilitano questa pratica.
In un documento presentato all’Ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti (USTR), LaLiga ha puntato il dito contro colossi tecnologici come Google, Cloudflare e X (ex Twitter) di Elon Musk, accusandoli di fornire infrastrutture e strumenti che consentono ai pirati digitali di operare indisturbati.
La denuncia è particolarmente significativa perché solleva interrogativi sulla responsabilità delle grandi piattaforme nel contrasto alla pirateria.
Google, Cloudflare e X sotto accusa: chi aiuta i gruppi criminali?
Secondo LaLiga, alcuni servizi offerti da queste aziende, come reti di distribuzione dei contenuti (CDN), VPN, hosting e indicizzazione dei siti pirata, stanno contribuendo a creare un ambiente in cui la pirateria può proliferare senza ostacoli.
Cloudflare, ad esempio, è stata più volte criticata per rendere difficile individuare la posizione effettiva di molti siti pirata, mentre Google è finita sotto i riflettori per la presenza di app pirata sul Play Store e per il posizionamento di siti illegali nei risultati di ricerca.
Nonostante le recenti misure di Google per de-indicizzare i domini pirata nei paesi dove sono stati bloccati per via giudiziaria, l’organizzazione spagnola sostiene che questo non sia sufficiente. Chiede infatti la rimozione globale di tutti i siti con un elevato numero di richieste di de-indicizzazione, oltre all’adozione di controlli preventivi che impediscano l’indicizzazione di servizi IPTV illegali.
Chiesto all’USTR di inserire Gran Bretagna e Germania nella lista nera
Oltre alle critiche alle aziende americane, LaLiga ha chiesto che Regno Unito e Germania vengano inseriti nella Priority Watch List dell’USTR (inclusa nello Special 301 Report), una lista che include i paesi con gravi problemi di tutela della proprietà intellettuale. Un’accusa inaspettata, visto che nessuno dei due paesi ha mai figurato in questa categoria, a differenza di nazioni come Cina e Russia.
Il Rapporto Special 301 è il documento annuale con cui l’ufficio del commercio statunitense (USTR) analizza la situazione internazionale relativamente alla tutela della proprietà intellettuale nei Paesi che sono partner commerciali degli Stati Uniti. Il rapporto comparativo è da sempre considerato uno strumento rilevante per misurare i livelli di protezione del settore culturale e per stimolare gli investimenti in innovazione e creatività.
Pirateria, un problema globale che richiede risposte globali
Se la pirateria audiovisiva è sempre esistita, oggi ha raggiunto un livello di sofisticazione senza precedenti, sfruttando tecnologie avanzate per eludere le misure di blocco e aggirare i controlli sul copyright. La lotta alla pirateria, quindi, non può limitarsi alle sole sanzioni contro chi usufruisce di contenuti illeciti, ma deve coinvolgere anche le piattaforme digitali e i fornitori di servizi che, direttamente o indirettamente, facilitano la diffusione di contenuti pirata.
L’industria dell’intrattenimento, dai grandi studi cinematografici alle leghe sportive, investe ingenti risorse nella creazione di contenuti di qualità. Ogni violazione dei diritti d’autore non rappresenta solo un danno economico, ma mina la sostenibilità di un intero settore. Se i creatori di contenuti non vengono adeguatamente tutelati, il rischio è che gli investimenti si riducano e l’offerta legale di contenuti perda competitività. Inizio modulo