La pirateria continua a far danni sul mercato Ue della musica. Mentre la Commissione stringe sul piano di riforma del diritto d’autore e rende più stringenti le norme sull’enforcement, i nuovi dati che arrivano dall’ultimo studio dell’Ufficio Ue per la proprietà intellettuale (EUIPO) ci ricordano ancora una volta quanto sia urgente e necessario intervenire tempestivamente.
Stando al Report dell’EUIPO, nel 2014 l’UE ha perso 170 milioni di euro, vale a dire il 5,2% di tutte le vendite di musica, a causa della pirateria musicale.
Nel complesso si sono persi 57 milioni di euro nelle vendite di musica su supporto fisico (ad es. CD) e 113 milioni di euro in formato digitale, cifre che equivalgono al 2,9 % e all’8,8 % di tutte le vendite di musica nei rispettivi formati.
Ammontano a 63 milioni di euro le entrate pubbliche perse e a 336 milioni le vendite dirette e indirette perse.
Lo studio, pubblicato dall’EUIPO attraverso l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, analizza le vendite dirette di prodotti musicali del settore a rivenditori al dettaglio nazionali o intermediari. Non rientrano invece nello studio le vendite realizzate dai distributori di musica, come ad esempio le piattaforme online o i rivenditori al dettaglio.
Guardando nello specifico l’Italia, si rileva che nel 2014 l’industria musicale ha generato 200 milioni di euro, di cui il 39% in vendite digitali. Nello stesso anno, il settore italiano della musica registrata ha perso 7,8 milioni di euro a causa della pirateria: 3 milioni di euro nelle vendite su supporto fisico e 4,7 milioni di euro in quelle digitali.
Nel 2014, il settore tedesco della musica registrata, di gran lunga il più grande mercato dell’UE, ha fatturato 1,3 miliardi di EUR, di cui il 75 % è stato realizzato con le vendite di musica su supporto fisico (ad es. CD). Le perdite delle vendite nel settore della musica registrata in Germania nel 2014 a causa della pirateria sono state pari a 40 milioni di EUR, metà su supporto fisico e metà in formato digitale.
Nel Regno Unito, il 52 % di tutte le vendite di musica del 2014 è stato realizzato in formato digitale e il totale delle vendite di musica ha raggiunto la cifra di 1,1 miliardi di euro. Durante il 2014, il settore britannico della musica registrata ha perso 49 milioni di euro a causa della pirateria: il 25 % nelle vendite su supporto fisico e il 75 % in quelle in formato digitale.
La Germania e il Regno Unito insieme rappresentano più della metà delle vendite fisiche e digitali nell’UE.
Nel 2014, le vendite di musica in Francia hanno raggiunto i 700 milioni di euro, i due terzi dei quali sono stati fatturati con vendite di musica su supporto fisico e un terzo con vendite digitali. Il settore francese della musica registrata ha perso, nello stesso anno, 26,4 milioni di EUR a causa della pirateria, di cui 16 milioni di euro nelle vendite digitali e 10 milioni di EUR nelle vendite di formati fisici.
Le vendite totali di musica in Svezia nel 2014 sono state pari a 167 milioni di euro, fatturati principalmente con le vendite digitali. Le vendite mancate a causa della pirateria hanno totalizzato 9,1 milioni di euro, rappresentando il 7,4 % di tutte le vendite di musica, il terzo impatto relativo più elevato nell’UE. Il calo delle vendite nella musica registrata in Svezia ha riguardato quasi interamente i formati digitali, stimati a 8,9 milioni di euro.
In Spagna, nel 2014, il fatturato del settore musicale ha raggiunto i 150 milioni di euro, con un 58 % di vendite di musica su supporto fisico. Nello stesso anno, a causa della pirateria, l’industria della musica spagnola ha registrato in totale 9,1 milioni di euro di perdite: 2,6 milioni di euro su supporto fisico e 6,4 milioni di euro in formato digitale. L’effetto relativo della pirateria in Spagna è il più elevato di tutta l’UE e rappresenta l’8,2% delle entrate del settore musicale.
António Campinos, Direttore esecutivo dell’EUIPO, ha dichiarato: “Il quesito se la pirateria riduca o aumenti le vendite di musica registrata è stato oggetto di numerosi studi, a volte con risultati contraddittori. I risultati del nostro studio sono in linea con l’opinione prevalente e constatano che la pirateria riduce le entrate dell’industria legittima, sia nei formati digitali sia in quelli fisici. Lo studio si basa su dati dalla Federazione internazionale dell’industria fonografica (IFPI), che rappresenta case discografiche e società di concessione di licenze per la musica in tutto il mondo, e analizza i dati di vendita dei 19 Stati membri in cui è stato realizzato il 99 % di tutte le vendite dell’UE nel 2014”.