Nel 2010 la Francia è stato il primo Paese al mondo ad inaugurare una politica aggressiva nei confronti del problema della pirateria digitale e online. La Hadopi è stata a lungo una legge pioneristica, che aveva l’obiettivo di individuare e colpire non solo le piattaforme web che offrivano in download e streaming film, serie tv e brani musicali senza licenza, in violazione conclamata del diritto d’autore, ma anche gli utenti che ne consumavano i contenuti illecitamente.
La strategia era legata all’invio di messaggi di allerta, o avvertimenti, in maniera graduale, fino al distacco della connessione internet dal terminale colto in fragranza di reato e alla multa amministrativa, o eventualmente, per chi già avvertito è preso più volte a violare la legge, anche sanzioni penali, quindi il carcere.
L’Hadopi, acronimo francese che sta per Haute Autorité pour la diffusion des œuvres et la protection des droits sur internet, l’alta autorità nazionale per la tutela del diritto d’autore e la diffusione delle opere su internet, ha pubblicato a settembre un nuovo bollettino informativo sui risultati ottenuti tra gennaio e agosto 2019 dalla cosiddetta tecnica della “risposta graduale” alla pirateria in termini di sanzioni.
Nei primi otto mesi del 2019, dunque, 479.177 utenti di internet francesi hanno ricevuto un primo “warming”, un primo avvertimento legato alla condivisione online, senza autorizzazione, di contenuti protetti da copyright.
Altri 165.683 utenti sono stati invece raggiunti da secondi messaggi di avvertimento (“Second strike notices”), che riguardano coloro che dopo la prima notifica non si sono fermati e hanno continuato a consumare e condividere materiale protetto da copyright.
Al terzo avvertimento (“Third strike”) si passa alle denunce e ai processi.
Circa 1.150 casi di pirateria sono finiti davanti ad un giudice, in aumento rispetto ai circa 1.045 dell’anno precedente.
Nella stragrande maggioranza dei casi sono state inflitte multe tra 100 e 500 euro, più i servizi sociali, mentre in 86 casi si è avuta una condanna penale, più sanzioni pecuniarie di gran lunga più elevate, fino a 1.000 euro (il massimo previsto è 1.500 euro).