Danimarca, terra di pirateria digitale?
La pirateria audiovisiva è purtroppo un fenomeno ancora molto diffuso in tutti i Paesi dell’Unione europea. In Danimarca, secondo stime aggiornate della locale Camera di commercio, il 33% degli intervistati ha ammesso di aver scaricato o visto in streaming film o eventi sportivi piratati durante l’ultimo anno.
Tra chi ha piratato di più nell’ultimo anno grande ruolo sembra abbiano avuto le reti sociali. YouTube è risultato il gateway di pirateria più citato dagli intervistati, seguito da Facebook, TikTok, servizi di messaggistica, Instagram e Snapchat.
E questo sta accadendo proprio come conseguenza dell’azione giudiziaria e delle forze dell’ordine contro siti e piattaforme pirata in rete, che ha favorito lo spostamento dei consumatori di contenuti illeciti verso i social media.
Il 50% circa dei danesi intervistati ha avuto a che fare con contenuti piratati negli ultimi anni
La Danimarca ha portato avanti un’azione di contrasto e repressione del fenomeno criminale online molto efficace. Tre anni fa nel Paese scandinavo ci furono denunce, sequestri e arresti a seguito di operazioni antipirateria, anche con l’aiuto sostanziale della Rights Alliance, locale gruppo antipirateria.
Sicuramente c’è un aumento del pubblico di siti, piattaforme e app pirata, in Danimarca, tanto che se nel campione integriamo anche i giovani tra i 15 ed i 18 anni (prima il limite inferiore dei sondaggi su questo argomento aveva come limite inferiore i 18 anni), risulta a livello nazionale che la pirateria coinvolge il 56% degli intervistati (tra 15 e 29 anni; il 52% nella fascia di età 30-39 anni; 14% nella fascia di età 50-74 anni).
“Il furto online è una minaccia diretta alle industrie creative e culturali del Paese”, ha tuonato Casper Klynge, vicedirettore della Camera di commercio danese, aggiungendo: “Passando davanti ad un negozio ruberesti mai i prodotti in vendita? No, perché sai che è un reato”.
La mancanza di consapevolezza del reato, in Danimarca come in Italia
Il problema, che poi è lo stesso per diversi Paesi europei (forse anche a livello globale) è che le persone condannano certamente gli atti criminali, ma non considerano tali quelli che generalmente sono stati definiti “atti di pirateria”.
Secondo il sondaggio della Camera di commercio danese, infatti, se l’89% degli intervistati ritiene un crimine rubare prodotti in un negozio, solo il 63% ha lo stesso atteggiamento verso la pirateria audiovisiva.
Mancanza di consapevolezza e sottovalutazione dell’impatto economico e sociale del reato sono due problemi che conosciamo bene in Italia, grazie alle indagini condotto negli anni dalla FAPAV – Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali e Ipsos Italia.
Un dato che infatti è emerso proprio durante l’indagine FAPAV/Ipsos sulla pirateria audiovisiva in Italia nel 2022: “la consapevolezza di commettere un reato tra gli utenti del web è piuttosto diffusa (l’81% tra i pirati adulti), ma una buona metà di questi non ritiene probabile l’essere scoperti e puniti”.
Nuova legge italiana antipirateria un modello da seguire per l’Europa
L’Italia, però, si è munita di un dispositivo di legge “per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore mediante le reti di comunicazione elettronica” tra i più avanzati d’Europa.
Il testo approvato dai due rami del Parlamento, infatti, conferisce nuovi poteri all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) per bloccare le piattaforme che diffondono illecitamente eventi live, tra cui sport, prime visioni di film e programmi di intrattenimento.
“Con questa legge l’Italia diventa un modello per l’Europa nella lotta ad una piaga sociale, economica e culturale – ha affermato Massimiliano Capitanio, commissario Agcom – Contrastare sul nascere la pirateria, abbattendo i siti illegali in 30 minuti, serve per proteggere una quota economica rilevante del sistema paese, per tutelare posti di lavoro e per mettere in sicurezza i dati di milioni di cittadini. Chi naviga su siti pirata, oltre a commettere un reato, consegna i dati bancari, sanitari, della domotica domestica e molto altro ad associazioni criminali.
“La celerità nei lavori parlamentari e l’unanimità di Camera e Senato nell’approvazione del Disegno di Legge sono due aspetti che evidenziano l’intento comune di agire su un fenomeno che impatta sull’economia italiana. Pertanto tributiamo oggi un sincero ringraziamento a tutte le forze politiche e al Governo per aver compreso immediatamente quanto sia centrale avere strumenti innovativi per il contrasto alle mentalità criminali che si celano dietro la pirateria audiovisiva”, ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Presidente FAPAV, nel commentare l’approvazione della nuova proposta antipirateria.
Il testo ora dovrà essere controfirmato dal Capo dello Stato, successivamente pubblicato in Gazzetta Ufficiale e, dopo quindici giorni, produrrà gli effetti di legge. A quel punto, tramite l’emanazione di un Regolamento da parte di AGCOM, sarà possibile pienamente attuarla.