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Pirateria e rischi informatici: la guida FAPAV alla criminalità informatica e le sue minacce

È stata presentata ieri dalla Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (FAPAV) la guida dal titolo “Il prezzo della gratuità – Pirateria e rischi informatici”, scaricabile sul sito della Federazione, dedicata ai rischi informatici cui possono cadere vittima gli utenti pirata e ai principali strumenti di rete utilizzati dai criminali informatici per operare sul web.

L’occasione per il lancio della guida è stato l’evento dall’omonimo titolo “Il prezzo della gratuità: Pirateria e rischi informatici”, organizzato a Roma da FAPAV e LUISS Business School, sul tema dei rischi derivanti dal consumo di contenuti piratati e offerti illegalmente in rete.

Un documento necessario, soprattutto alla luce del fatto che solo il 55% dei pirati, secondo i dati Ipsos per FAPAV, è consapevole di tutto ciò che potrebbe accadere compiendo atti di pirateria tramite il linking, lo streaming, live e on demand, e il download di contenuti audiovisivi.

Percentuale che scende sotto il 49% per i giovani under 15, segno di una scarsa consapevolezza della popolazione in generale riguardo a queste tematiche così rilevanti per la crescita economica delle imprese, per l’occupazione e per la sicurezza dei dati personali e delle identità digitali degli utenti di rete.

Un argomento delicato quello della pirateria audiovisiva multimediale e digitale, sviscerato nei suoi punti salienti senza pretesa di esaustività, ma con il solo intento di fornire uno strumento di consapevolezza, prima ancora che di studio”, ha scritto nella prefazione alla guida Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale della FAPAV.

L’augurio – ha proseguito Bagnoli Rossi nel suo messaggio – è che le Istituzioni e le Autorità preposte riescano sempre più a giocare d’anticipo, non solo per arginare il problema, ma anche potenziando gli strumenti già a disposizione con norme e sistemi di prevenzione che tutelino gli utenti e i loro dati”.

La pirateria audiovisiva in Italia continua a generare profitti illeciti a danno dell’industria culturale e creativa. È calcolabile in più di 617 milioni di euro il fatturato perso annualmente dalle imprese dell’audiovisivo proprio a causa dell’azione di gruppi criminali, per un danno economico complessivo a livello di Paese di oltre un miliardo di euro.

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