Lotta alla pirateria online
I nuovi modelli di business dell’industria audiovisiva e una più ampia offerta legale stanno contribuendo ad arginare il fenomeno della pirateria, ma anche l’offerta illegale sta adottando nuovi strumenti e modelli di business, che recano un serio danno alle imprese e all’industria tutta, mettendo a repentaglio investimenti e migliaia di posti di lavoro, e che per questi motivi necessitano di decise azioni di contrasto per rallentarne lo sviluppo e la diffusione.
Stamattina, presso l’Aula della Commissione Cultura, le Commissioni riunite Cultura e Trasporti, della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore mediante le reti di comunicazione elettronica, si sono avute le audizioni del presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), Giacomo Lasorella, del Presidente della FAPAV – Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, Federico Bagnoli Rossi, e di altri rappresentanti della Federazione tra cui il Presidente Anica, Francesco Rutelli, il Vice Presidente Confindustria Radio Tv e Direttore Relazioni Istituzionali Italia Mediaset, Stefano Selli, e il consulente FAPAV, Stefano Previti.
RIVEDI L’AUDIZIONE ALLA CAMERA
Le audizioni sono avvenute a un mese circa dall’avvio dell’esame dei disegni di legge in materia di contrasto alla pirateria presso le Commissioni parlamentari di Cultura, Scienza e Istruzione e di Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati.
Il 20 dicembre scorso, inoltre, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha avviato una consultazione pubblica in merito all’applicazione del Regolamento sul diritto d’autore online (Delibera n. 680/13/CONS), volta a rafforzare i poteri di intervento per contrastare l’offerta illegale di contenuti audiovisivi live, con particolare riferimento alle partite di calcio e alle manifestazioni sportive.
Il testo sottoposto a consultazione prevede la possibilità di inibire in via cautelare l’accesso degli utenti a piattaforme e siti pirata nei primissimi minuti della trasmissione dell’evento sportivo.
L’audizione del Presidente FAPAV, Federico Bagnoli Rossi
“Sfatiamo subito un mito, quello del pirata, perché dietro a questo fenomeno non c’è nessun ragazzo annoiato ma delle vere e proprie menti criminali, con un unico obiettivo: fare profitti. Il primo aspetto è definire questo tipo di business, quanto è grande? Quanto incide questo fenomeno sulle economie nazionali? L’ultimo studio FAPAV/Ipsos ha fotografato nel dettaglio l’incidenza del fenomeno pirateria nel nostro paese oggi, tra gli adulti è del 47% e sale al 51% invece tra gli adolescenti, gli under 15. Per quanto riguarda la perdita di fatturato dell’industria dell’audiovisivo, abbiamo dati allarmanti, abbiamo dati allarmanti, perché questa si aggira a un miliardo di euro all’anno e arriva a oltre un miliardo e 700 milioni di euro se si somma la perdita indiretta dell’intero indotto”, ha affermato il Presidente FAPAV, Federico Bagnoli Rossi.
Legalità e tempestività
“Le proposte di legge sul tavolo sono molto importanti, perché consentono di contrastare con maggiore determinazione la pirateria audiovisiva. Secondo noi è fondamentale partire da alcune parole chiave, che potranno essere utilizzate come faro guida per il lavoro da fare. La prima parola chiave è: la legalità, che va messo al centro di ogni riflessione. Un tema che assume una rilevanza ancora più strategica per il nostro paese dopo la pandemia, quando le nostre industrie hanno lanciato il cuore oltre l’ostacolo per portare il contenuto al consumatore finale, con modelli di business che dovevano svilupparsi in una decade e che invece si sono sviluppati in pochissimo tempo. La legalità è lo strumento primario per garantire la ripartenza del settore audiovisivo”, ha proseguito Bagnoli Rossi.
“Seconda parola chiave: la tempestività. Il mondo è cambiato e la tecnologia corre veloce, inevitabile affrontare questo problema per rendere gli strumenti a diposizione efficaci contro la pirateria. L’intervento di blocco dello streaming entro i primi 30 minuti è centrale nelle operazioni antipirateria. Auspichiamo pertanto che tale misura possa essere implementata così da rendere il Regolamento Agcom ancora più forte e al passo con le evoluzioni della pirateria, fenomeno che affligge fortemente le industrie dei contenuti audiovisivi.
Cooperazione e tecnologia
Terza parole chiave: la combinazione tra cooperazione e tecnologia A riguardo – ha continuato nel suo intervento Bagnoli Rossi – abbiamo apprezzato l’apertura che Asstel ha manifestato durante la sua audizione, chiaramente non siamo d’accordo al 100%, ma abbiamo preso atto che c’è un’apertura sul tema della cooperazione, che è un tema essenziale in questo momento storico, in virtù del fatto che per poter mettere in atto una seria tutela dell’ecosistema digitale, che la nostra industria vede come una grande opportunità in termini di business e creazione di nuovi posti di lavoro, è fondamentale la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti.
“Poi c’è il tema della tecnologia da cui partire per affrontare il problema dell’anonimato. Oggi – ha detto il Presidente FAPAV – la gran parte delle attività criminali online è legata ai servizi di anonimato, molto utilizzati per poter fare attività illecita. Sono gli stessi servizi che vengono utilizzati sia per i siti pirata, sia per tutti gli altri crimini che vengono commessi su internet. Basta ricordare velocemente il Digital Services Act dell’Unione Europea che per la prima volta avrebbe potuto introdurre il tema del Know Your Business Customer, uno strumento semplice, quanto efficiente, per combattere l’anonimato sul web, soprattutto tra piattaforme che offrono contenuti e servizi, e far emergere i gruppi criminali che lucrano violando la legge”.
“Su questa strada è centrale anche il rafforzamento del tema del delisting – ha sottolineato Bagnoli Rossi – perché se parliamo di cooperazione e di collaborazione è chiaro che i motori di ricerca devono lavorare insieme a noi per poter ridimensionare questo fenomeno, anche perché, purtroppo, oggi i motori di ricerca sono utilizzati proprio per accedere ai siti di streaming pirata”.
“Bisogna passare a un approccio diverso, da una procedura di “notice and take down” a una di “notice and stay down”, per risolvere i casi di recidiva e provvedere ad impedire la disponibilità dei contenuti illeciti già precedentemente segnalati. Ben venga quindi il rafforzamento dei blocchi con l’implementazione ancora più forte di quelli dinamici di blocchi IP. È la direzione giusta – ha proseguito Bagnoli Rossi – ce lo dice la giurisprudenza e ce lo stanno dicendo anche le azioni messe in campo nel resto d’Europa.
Ben venga, all’interno di un approccio di collaborazione e tecnologia, un tavolo tecnico al quale auspichiamo di poter partecipare per poter offrire il nostro contributo allo sviluppo di una piattaforma tecnologica di contrasto alla pirateria”.
Trasparenza e comunicazione
“Quarta parola chiave: la trasparenza. Non si tratta solo di titolari di diritti che vogliono più trasparenza del mondo di internet, ma anche di una trasparenza necessaria per i consumatori di questi contenuti, perché ci sono dei rischi derivanti della pirateria, che fa profitti anche con altre attività illecite, tra cui la compravendita di database, il furto di identità e di codici per accedere ai nostri conti online.
Ultima parola chiave: la comunicazione. Molto utili al conseguimento degli obiettivi di legalità, sono le campagne di comunicazione di informazione e le attività educational. Sono anni che come federazione, insieme ai nostri associati, abbiamo ripetutamente lavorato a progetti di comunicazione e di educazione, quindi non possiamo che sostenere queste attività e rilanciare la disponibilità a collaborare nella realizzazione di iniziative di questo genere.
Proponiamo infine alcune possibili integrazioni rispetto alle problematiche correlate alla pirateria. Due esempi, entrambi legati al tema delle IPTV illegali: l’opportunità di valutare la possibilità di considerare il fenomeno delle IPTV illegali come reato informatico e valutare la possibilità di equiparare il reato di pirateria a quello di contraffazione”, ha concluso il Presidente FAPAV.