La pirateria mette in pericolo industrie, imprese, investimenti e posti di lavoro
In Italia cala sia la platea dei pirati audiovisivi, sia il numero totale degli atti illeciti, ma il danno economico potenziale per le industrie dei contenuti e per il Sistema Paese rimane grave, secondo l’ultima indagine condotta da FAPAV e Ipsos.
Il 39% degli adulti italiani ha commesso almeno un atto di pirateria: in totale se ne stimano circa 319 milioni contro i 345 milioni del 2022. Ma come sta andando il contrasto dal fenomeno tramite la piattaforma piracy shield?
Se ne è parlato al Tech Talk “Speciale lotta alla pirateria”, moderato da Andrea Michelozzi, Codi/Dime, a cui hanno partecipato Massimiliano Capitanio, Commissario Agcom, Romano Righetti, direttore degli Affari esterni e pubblici per l’Europa di Dazn, Sergio Carulli, Chief Innovation Officer di Mainstreaming, e Federico Bagnoli Rossi, Presidente FAPAV.
La piattaforma piracy schield funziona
“La piattaforma piracy schield funziona meglio di prima. Solo nelle prime due giornate ha bloccato 1000 Fully Qualified Domain Name e 500 indiritti IP. Altra novità rilevante è che il dialogo con i soggetti chiave come Google e Cloud Flair è migliorato e con esso è iniziata una nuova proficua collaborazione. È pronto e definito il protocollo di collaborazione tra la procura di Roma, la Guardia di Finanza e l’Agcom per lo scambio di informazioni finalizzate ad attuare una legge dello stato italiano approvato nel luglio del 2023, che prevede il contrasto alle organizzazioni criminali e le sanzioni per gli utenti. Chi accetta di seguire canali pirata deve essere consapevole che può essere sanzionato, anche come semplice utente”, ha precisato Capitanio.
Quando chiamiamo in causa la pirateria audiovisiva parliamo di un fenomeno che causa perdite di fatturato di circa 2 miliardi di euro per il sistema economico nazionale e di un impatto negativo sul PIL di oltre 800 milioni.
Proteggere le industrie che sviluppano tecnologie e contenuti
“Bisogna continuare a proteggere le industrie che in questi anni hanno sviluppato tecnologie e contenuti audiovisivi dall’assalto dei criminali online. Aziende che hanno investito molto, non solo nel cinema, ma anche nel settore degli eventi sportivi live. L’ultimo studio FAPAV/Ipsos ci ha indicato dei cambiamenti in corso e la nuova edizione dell’indagine potrebbe essere la più rilevante per comprendere il fenomeno della pirateria online, perché andrà a certificare il lavoro che si sta svolgendo proprio in questi mesi, con il rilancio della piattaforma e il rafforzamento del contrasto agli atti di pirateria”, ha spiegato Bagnoli Rossi.
“Dopo la pandemia noi siamo nel mezzo di una rivoluzione digitale che ha coinvolto un’intera industria e servono investimenti per portare al consumatore finale prodotti di qualità e non possiamo permetterci di subire dei danni per colpa della criminalità online, perché si mettono in pericolo imprese, investimenti e posti di lavoro”, ha sottolineato Bagnoli Rossi.
“Se è vero che 300 milioni di euro sono stati sottratti agli eventi sportivi live da parte dei pirati, questo significa che ogni giorno di ritardo consegna ai criminali online 800 mila euro circa. Una cifra ragguardevole e unità di misura su cui tutti dobbiamo lavorare per debellare il fenomeno della pirateria. La piattaforma funziona, ma bisogna ricordarsi che i pirati sono organizzazioni che hanno a disposizione grandi risorse finanziari e tecnologie avanzate. Quando noi buttiamo giù 1000 siti, dobbiamo essere consapevoli che entro pochi giorni saranno di nuovo online. Il tempo è fondamentale e i pirati sono più veloci rispetto al contrasto, è importante fare sistema ma dobbiamo sapere che i criminali online lavorano anche sull’extraterritorialità”, ha detto Righetti.
La pirateria in Italia
Il digitale è la principale modalità di fruizione dei contenuti piratati (37%) ma è l’unica che scende leggermente. Tra i contenuti più piratati ci sono i film, in calo la visione illecita di serie tv e fiction (-14%).
Le IPTV illecite rappresentano una delle forme preferite da circa 11,8 milioni di italiani per accedere almeno una volta ai contenuti pirata, seguono lo streaming con il 18% e il download con il 15%.
La stima del danno economico potenziale per le aziende ammonta a circa 767 milioni di euro. Per quanto riguarda lo sport live, gli atti di pirateria diminuiscono rispetto al 2022, ma superano i 36 milioni.
In Italia la maggioranza di Governo ha lanciato una vera e propria crociata contro i giganti del web, spostando in Parlamento il confronto per una nuova legge di sistema su tv ed editoria, che tenga conto delle ultime dirompenti novità tecnologiche fra fake news, saccheggio di contenuti e tutela del diritto d’autore.