Era solo una questione di tempo prima che l’attuale implementazione del Piracy Shield determinasse – come a suo tempo paventato da AIIP – una grave interruzione di un servizio lecito e di ampio utilizzo. Così è infine accaduto con il blocco di un servizio Google che, per il suo nome di dominio drive.usercontent.google.com – avrebbe dovuto essere immediatamente riconoscibile.
Un gravissimo errore che sabato 19 ottobre – in concomitanza con la trasmissione della partita di Serie A Milan-Udinese – ha impattato per ore su Google Drive e creato problemi ad una serie di altri servizi della CDN dell’azienda omonima.
Alla base della vicenda, “c’è troppa improvvisazione ed un potere smisurato, non accoppiato ad una adeguata responsabilizzazione, nelle mani dei segnalatori, ossia dei soggetti incaricati dai titolari dei diritti di individuare le risorse Internet che trasmetterebbero contenuti pirata”, commenta il Presidente di AIIP Giovanni Zorzoni.
“Quello che è accaduto dimostra che queste società di segnalatori, cui è affidato il potere di oscurare senza contradditorio, possono agire nella completa improvvisazione e poca trasparenza, arrivando addirittura a filtrare un dominio di un importante servizio di Google, senza che ci sia un livello minimo di attenzione o sistemi di doppia sicurezza. Abbiamo sempre sostenuto l’esigenza di prevenire e contrastare la pirateria, ma questo ennesimo incidente evidenzia l’urgenza di dare delle regole, dei limiti e delle responsabilità a chi ha il potere di oscurare la rete, come l’Associazione e i principali operatori di rete hanno sempre evidenziato nei tavoli tecnici e al decisore pubblico”.
“Il blocco erroneo di Google Drive rappresenta una ulteriore conferma dei rischi già segnalati da AIIP alle Commissioni Cultura e Trasporti della Camera dei Deputati il 3 febbraio 2023 – afferma il Vice Presidente dell’Associazione Giuliano Peritore – cito testualmente quanto avevamo rimarcato allora: ‘insuperabili limiti, …, escludono la possibilità di prevenire ogni ipotesi di falso-negativo e falso positivo’ ed ancora ‘anche un banale errore … potrebbe cagionare una generalizzata interruzione dei servizi … su scala nazionale. Si è ritenuto opportuno anticipare tale punto … al fine di dare piena contezza … del tipo e della gravità di rischi tecnologici insiti nel sistema delineato…’ Ferma restando la necessità di tutelare il diritto d’autore, cos’altro deve accadere per ricordare che la difesa dei diritti di taluni non può avvenire in spregio dei diritti di altri?”.
Il blocco di Google Drive si è protratto per diverse ore prima di essere risolto. Ma se, invece che un gigante del web, ad essere bloccato fosse stato un servizio analogo ma di minore notorietà, magari fornito da una delle imprese italiane attive nel settore, verosimilmente il blocco sarebbe ancora attivo, e chissà per quanto, nelle more della presentazione, valutazione ed eventuale accoglimento di un formale reclamo.
L’erroneo blocco di Google Drive non può essere scaricato sul singolo errore umano, in quanto evidenzia una fragilità e pericolosità strutturale dell’attuale sistema di filtraggio, da ultimo aggravata dalle modifiche introdotte in sede di conversione del Decreto Omnibus. Auspichiamo che vi sia, da parte del Governo e della maggioranza, una presa di coscienza e un immediato intervento correttivo sulle norme appena introdotte. Nel frattempo, AIIP evidenzia ad AGCOM l’urgenza di attivare un servizio di assistenza h24 a disposizione degli operatori, come richiesto durante i tavoli tecnici, per la tempestiva gestione delle anomalie legate alla piattaforma. Non si può continuare a gestire tali anomalie con un sistema meramente “best effort”, attraverso relazioni dirette tra gli operatori e l’Autorità. AIIP chiede inoltre la pronta attivazione, sul sito dell’AGCOM, di un sistema di monitoraggio degli oscuramenti in corso, promesso da mesi ma ancora non operativo.