“Il cash back” previsto nella manovra, il ricevere, come rimborso, una frazione di quanto speso per chi utilizza i pagamenti digitali, “non dovrebbe essere spendibile per tutti i tipi di acquisto, ma solo per i pagamenti telematici verso la Pubblica amministrazione”. Lo dice a Key4biz Maurizio Pimpinella, docente a contratto presso l’Università LUM per l’insegnamento della moneta elettronica e sistemi di pagamento nell’ambito della Laurea Magistrale in Economia e Management, percorso in data science e digital transformation, e presidente dell’Associazione prestatori servizi di pagamento (APSP).
Key4biz. Al Governo cosa propone sul cash back?
Maurizio Pimpinella. È un ottimo incentivo restituire una parte del denaro utilizzato dal consumatore che usa la moneta elettronica, ma il meccanismo di erogazione andrebbe modificato a vantaggio sia del cittadino sia delle casse dello Stato. Il bonus dovrebbe essere spendibile solo per i servizi della Pubblica amministrazione, come avviene in Brasile.
Key4biz. Tecnicamente come sarebbe possibile?
Maurizio Pimpinella. Con la possibilità per il consumatore di aprire un wallet presso l’Agenzia dell’Entrate o dove l’esercente ha registrato lo scontrino in modo tale che il fondo proveniente dal cash back sia spendibile solo in pagamenti digitali verso la Pa: dal ticket sanitario al bollo auto, ecc…
Key4biz. Un wallet potrebbe essere aperto su PagoPa, staremo a vedere. Come commenta l’annuncio del ministro Gualtieri “Vicini all’intesa con gli operatori per la riduzione delle commissioni e l’eliminazione totale per quelle sotto una certa soglia”
Maurizio Pimpinella. In Italia le commissioni sono le più basse in Europa e cito questi dati per dire che i pagamenti digitali sono, invece, ostacolati dalla scarsa user experience dei sistemi di e-payment. Alla riduzione o all’azzeramento delle commissioni non corrisponderà automaticamente in tutti i settori un aumento dei pagamenti elettronici. E poi l’abbattimento delle commissioni ha un rischio.
Key4biz. Qual è?
Maurizio Pimpinella. Quello di penalizzare solo gli operatori italiani nati come intermediari dei pagamenti digitali, per cui occorre un global level playing field.
Key4biz. Cosa pensa delle sanzioni a chi rifiuta i pagamenti elettronici? Il Governo prevede una multa da 30 euro più il 4% della spesa, su denuncia del cliente alla prefettura e saranno gli ufficiali e gli agenti della polizia giudiziaria ad effettuare accertamenti e controlli.
Maurizio Pimpinella. Dal mio punto di vista la soluzione è una sanzione immediata della Guardia di Finanza ed unica per tutti, quella di 30 euro per ogni pagamento elettronico rifiutato.
Key4biz. Secondo lei è fattibile la card unica proposta dal sottosegretario al Mef Alessio Villarosa?
Maurizio Pimpinella. Mischiare dati personali (identità e codice fiscale) con i servizi di mercato, come i pagamenti digitali non è possibile, ma non è una mia considerazione: vìola le norme europee ed è vietato dalla Psd2, la direttiva europea sui pagamenti digitali.