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Pillole di AI. OpenAI svela 1^ cliente federale Usa, mentre per Google basta analisi tosse e respiro per valutare lo stato di salute delle persone

OpenAI svela il primo cliente federale per ChatGPT Enterprise

OpenAI ha annunciato la partnership con la U.S. Agency for International Development (USAID), diventando il primo cliente federale per il suo prodotto ChatGPT Enterprise. Questa collaborazione mira a ridurre il carico amministrativo dell’agenzia e facilitare le collaborazioni con organizzazioni locali e nuovi partner. ChatGPT Enterprise, lanciato nell’agosto dell’anno precedente, è progettato per le grandi organizzazioni e offre funzioni avanzate di analisi e personalizzazione. Mentre altre agenzie federali hanno iniziato a utilizzare la versione consumer del software, l’adozione da parte di USAID rappresenta un passo significativo, in linea con l’obiettivo dell’agenzia di integrare l’AI nelle sue operazioni. Nonostante l’attenzione crescente del governo statunitense verso l’AI, ci sono ancora preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei dati e ai potenziali bias intrinsechi del software. OpenAI sta cercando di ottenere l’accreditamento FedRAMP Moderate per ChatGPT Enterprise, che consentirebbe la gestione di dati sensibili al di fuori del servizio Azure Government di Microsoft. Questa mossa fa parte di una più ampia strategia per estendere l’uso delle tecnologie AI nel settore pubblico, nonostante le diverse risposte delle agenzie federali rispetto all’adozione dell’AI generativa.

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Google rilascia il codice per HeAR, un’AI che analizza l’audio per valutare la salute

Google Research ha sviluppato HeAR (Health Acoustic Representations), un sistema di intelligenza artificiale che utilizza l’analisi dei suoni, come la tosse e il respiro, per valutare lo stato di salute delle persone. Questo modello AI, basato sull’architettura Transformer, è stato addestrato su oltre 300 milioni di brevi clip audio provenienti da video non coperti da copyright su YouTube. Durante il processo di addestramento, parti degli spettrogrammi audio venivano nascoste, permettendo alla rete neurale di ricostruirle, creando così rappresentazioni compatte che contengono informazioni rilevanti per la salute. HeAR è stato testato su 33 compiti diversi, tra cui il riconoscimento di suoni legati alla salute e la classificazione delle registrazioni di tosse. In questi test, HeAR ha superato i modelli AI audio esistenti, dimostrando un’accuratezza notevole nella rilevazione della tubercolosi e nella stima dei parametri della funzione polmonare, come la capacità vitale. Nonostante i suoi successi, HeAR rimane uno strumento di ricerca con limitazioni tecniche, come l’elaborazione di clip audio di soli due secondi. Google ha rilasciato il codice e i dati associati per consentire ad altri ricercatori di esplorare ulteriormente le potenzialità di HeAR, con l’obiettivo di sviluppare strumenti di screening accessibili e basati sull’AI per malattie polmonari.

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Come le testate giornalistiche non profit usando l’AI 

Circa un terzo delle testate giornalistiche non profit utilizza strumenti di intelligenza artificiale (AI) per migliorare l’efficienza e ridurre i costi operativi, secondo un sondaggio dell’Institute for Nonprofit News. Questi strumenti vengono impiegati per una varietà di compiti, tra cui la redazione di email per le raccolte fondi, la traduzione di articoli in diverse lingue e l’aggregazione di link per le newsletter. Tuttavia, l’uso dell’AI solleva anche importanti sfide etiche, come il mantenimento della fiducia del pubblico e l’integrità giornalistica, rendendo necessario l’adozione di linee guida rigorose per l’impiego responsabile di queste tecnologie. Alcuni esempi includono l’uso di ChatGPT per personalizzare le comunicazioni con i donatori o di strumenti come Trinity Audio per tradurre articoli in più lingue, rendendo i contenuti accessibili a un pubblico più vasto. Inoltre, l’AI viene utilizzata per l’analisi dei dati, come dimostrato dal Salt Lake Tribune, che impiega l’AI per sintetizzare complesse leggi legislative. Nonostante i benefici, è fondamentale che le organizzazioni non profit bilancino l’uso di queste tecnologie con la protezione della privacy dei dati e la trasparenza verso il pubblico.

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