Quanto saranno resilienti i paesi del mondo intero nel 2022? Le economie nazionali dovranno fare i conti (ma lo stanno già facendo) con la carenza di materie prime legate alla guerra Russia-Ucraina, con i problemi della catena di approvvigionamento globale dovuti al blocco delle relazioni con la Cina e all’inasprimento della politica monetaria con conseguente aumento dell’inflazione.
Proprio alla luce di queste sfide, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha abbassato le sue previsioni economiche di PIL per il 2022 e oltre. Il FMI prevede infatti che la crescita del PIL globale rallenterà dal 6,1% nel 2021 al 3,6% nel 2022 e nel 2023.
Previsioni del PIL alcuni Paesi
Iniziamo dal fondo classifica.
A causa della guerra in Ucraina, il FMI rileva che le previsioni economiche per il 2022 e oltre presentano un notevole grado di incertezza. Le proiezioni presuppongono inoltre, ma sono solo supposizioni (anche ottimistiche), che il conflitto rimanga confinato all’Ucraina e che le conseguenze sanitarie ed economiche della pandemia diminuiscano nel corso del 2022.
Il FMI ha quindi aggiornato la crescita del PIL reale Paese per Paese. Non sorprende che l’Ucraina subirà la contrazione più grave del -35% quest’anno. L’invasione russa ha infatti danneggiato o distrutto il 30% delle infrastrutture della nazione e oltre 14 milioni di persone sono fuggite dalle loro case.
Si prevede che la Guyana, un paese con meno di 800.000 abitanti in Sud America, avrà la più alta crescita del PIL, con il 47,2% nel 2022 e del 34,5% nel 2023. Una crescita enorme dovuta al fatto che il Paese ha iniziato a sviluppare rapidamente la propria industria petrolifera offshore, con guadagni stimati in quasi il 40% del suo PIL.
In Asia, si prevede che l’India vedrà una forte crescita dell’8,2% nel 2022 e del 6,9% nel 2023. La crescita indiana è supportata dalla spesa pubblica e dalle riforme economiche, come l’abbassamento dell’aliquota dell’imposta sulle società e la concessione di maggiori investimenti diretti esteri. In effetti, gli investimenti diretti esteri hanno raggiunto un record di 84 miliardi di dollari nel 2021-22.
Nel frattempo, il FMI prevede che la crescita del PIL negli Stati Uniti raggiungerà il 3,7% nel 2022 e il 2,3% nel 2023. La guerra Russia-Ucraina dovrebbe rallentare la crescita dei partner commerciali americani, riducendo la loro domanda di beni americani. La Banca centrale ha anche ritirato il sostegno monetario degli Stati Uniti più rapidamente del previsto poiché i tassi aumentano per contenere l’inflazione. Tuttavia, il FMI prevede che gli Stati Uniti possano riposizionarsi sui valori di produzione tendenziale pre-pandemia entro il 2022.
Quanto all’Italia, i numeri appaiono un po’ diversi da quelli che i media mainstream diffondono nel nostro Paese. La previsione è di un 2,3% per il 2022 e appena di 1,7% per il 2023. Strada in salita quindi per il governo Draghi.
Sostenere la crescita
Certamente, ci sono una serie di rischi che l’economia globale deve affrontare. I Paesi con un forte sostegno fiscale e monetario, così come i Paesi con richieste di esportazioni, hanno ovviamente le migliori previsioni economiche per il 2022 e oltre.
Il FMI offre inoltre ai Paesi varie raccomandazioni per sostenere la crescita. Ad esempio, le banche centrali possono offrire indicazioni chiare sui tassi di interesse per ridurre al minimo le sorprese che perturbano i mercati. I governi possono continuare a offrire un sostegno fiscale mirato alle popolazioni vulnerabili, come i rifugiati e le famiglie più colpite dalla pandemia.
A lungo termine, i Paesi possono concentrarsi sulla riqualificazione della propria forza lavoro per la trasformazione digitale, investire nelle energie rinnovabili per la transizione verde e migliorare la resilienza delle catene di approvvigionamento globali.
Tutte cose ineluttabili, ineludibili e capaci di segnare uno spartiacque tra i Paesi che guardano al futuro e i Paesi che non riescono a staccarsi dal passato.