Testimonianza di una genialità eclettica, di un’assoluta modernità artistica, della versatilità, della costante evoluzione stilistica è il corpus di opere grafiche presentate dalla Galleria Deodato Arte, a Milano, fino al 30 marzo con la mostra “Picasso, capolavori incisori e litografici”.
Maestro e sperimentatore, Pablo Picasso dimostra in tutto il corso della sua carriera uno spiccato interesse per la grafica, dall’incisione all’acquaforte, dall’acquatinta alla litografia, realizzando opere esemplari sia dal punto di vista tecnico, che iconografico per esprimere una grande varietà di contenuti. Un incessante desiderio di esplorazione, appropriazione e innovazione contraddistingue questi lavori, nei quali non mancano componenti autobiografiche che si uniscono a temi letterari, classici, mitologici, erotici.
In mostra sono esposte numerose opere litografiche dagli anni venti agli anni settanta, oltre a una selezione di incisioni appartenenti alle serie Suite Voillard (1930 – 1937) e La Celestine (1968 – 1971). Le 100 acqueforti raccolte nella Suite Voillard, commissionate dall’editore Ambroise Voillard, non fanno riferimento ad un unico testo, ma trattano cinque tematiche differenti: la battaglia amorosa, Rembrandt, il Minotauro e il Minotauro Cieco, lo Studio dello Scultore e Ritratti di Voillard. Rientrano in questa suddivisione 73 tavole, mentre le rimanenti 27 sono a tema libero. Caratterizzate dalla semplicità delle forme e dalla linearità del disegno, questi lavori trasmettono calma, serenità, melanconia sognante e rivelano contemporaneamente una intrinseca tensione erotica come si evince nell’opera Femmes entre elles avec voyeur sculpté. Clin d’oeil au bain turc (1934). Non mancano riferimenti autobiografici, in particolare legati alla rappresentazioni del Minotauro nella cui figura di creatura leggendaria l’artista si immedesima.
La serie di sessantasei lastre incise all’acquaforte e all’acquatinta, nota come La Celestine, illustra il testo della Tragicomedia de Calisto y Melibea, capolavoro della letteratura spagnola, scritto da Fernando de Rojas nel 1499. L’artista, affascinato dalla protagonista, la mezzana Celestina, si concentra sulla sua figura, fatale e ironica, sulle sue macchinazioni diaboliche e su i suoi intrighi amorosi. Le immagini infatti riportano particolare attenzione per i nudi femminili.
Nel percorso espositivo una consistente sezione è dedicata alla tecnica litografica, già sperimentata dagli anni venti e che raggiunge il suo culmine a partire dal 1944, anno in cui Picasso visita e frequenta assiduamente lo studio di Fernand Mourlot, noto laboratorio di stampa parigino. Rappresentativa di questo periodo è Centaure et bacchante avec un faune (1947) dal tratto morbido e veloce.
Un ulteriore studio e ricerca nell’ambito dell’arte incisoria emerge dai lavori realizzati su linoleum, materiale più morbido e leggero da lavorare rispetto al legno, con tempi di realizzazione molto rapidi e con tonalità cromatiche più vive come si ammira in Jeune homme couronné de fuillage (1962) e in Le vieux roi (1963).