Siamo a settembre, ma non è ancora online la piattaforma notifiche digitali degli atti pubblici (PND). Il suo avvio era stato promesso per luglio scorso dal il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao. Ma, qualcosa si muove a livello legale.
Secondo MF-MilanoFinanza è vicino l’accordo tra PagoPa e Poste italiane, per affidare al Gruppo guidato da Matteo Del Fante la realizzazione della piattaforma notifiche digitali degli atti pubblici. È solo una questione formale, perché Poste italaine ha già da mesi iniziato a lavorarci, come anticipato da Key4biz a giugno.
La convenzione
“La convenzione tra Poste Italiane e PagoPa è ancora in fase di definizione. Un accordo nel quale dovranno essere stabiliti la responsabilità e il perimetro dei servizi, oltre ovviamente alla remunerazione economica”, scrive MF.
Accedere a un sistema di notifica digitale permetterà alla PA di abbattere le spese vive legate all’attuale processo di notifica (stampa cartacea e spedizione degli atti), anche in caso di inadempimento da parte del cittadino. La certezza delle notifiche, inoltre, consente di ridurre una cospicua parte del contenzioso e i relativi costi di gestione.
Ad oggi le spese di notifica degli atti della Pa è di 11 euro per ogni “busta verde” ed è a carico del destinatario, con la piattaforma la spesa si ridurrà a 2 euro: è stato deciso questo prezzo fisso.
Ecco come funzionerà la Piattaforma notifiche digitali degli atti pubblici
La piattaforma notifiche digitali degli atti pubblici sarà gestita da PagoPa, che ha lavorato con Poste italiane allo sviluppo della piattaforma.
La Pubblica amministrazione consulterà prima le ‘pagine bianche’ dei domicili digitali eletti dai cittadini, professionisti, imprese e associazioni per inviare l’atto pubblico.
Che cos’è il domicilio digitale?
Stando alle linee guida di AgID, il domicilio digitale è l’indirizzo elettronico eletto presso un servizio di posta elettronica certificata (PEC) o un servizio elettronico di recapito certificato qualificato, come definito dal Regolamento eIDAS, valido ai fini delle comunicazioni elettroniche aventi valore legale.
Come si sceglie o elegge il domicilio digitale di piattaforma per poter ricevere le notifiche digitali degli atti pubblici?
Sono previste 3 modalità:
Sarà possibile farlo sulla stessa piattaforma.
Sul portale dell’Anagrafe unica (ANPR).
o presso l’ufficio anagrafe del proprio Comune di residenza.
Quale domicilio digitale scegliere?
In futuro il domicilio digitale può essere anche un servizio elettronico di recapito certificato qualificato, ossia recapito elettronico SERCQ, introdotto dal Regolamento europeo eIDAS, ed a breve sarà realtà.
Come si potrà accedere alla piattaforma notifiche per leggere l’atto pubblico?
Si potrà accedere con SPID o Carta d’identità elettronica alla Piattaforma notifiche digitali degli atti pubblici, e per le Pa con il proprio punto di accesso.
Sarà possibile anche effettuare la delega, sempre sulla stessa piattaforma notifiche.
Come faccio a sapere se ho ricevuto una notifica di un atto pubblico dalla piattaforma?
A chi avrà scelto il dominio digitale, la piattaforma invierà un “avviso di cortesia” sia sull’email tradizionale, personale, sia sull’app IO.
IUN, l’identifico univoco della notificazione
Il gestore della piattaforma invierà al destinatario l’avviso di avvenuta ricezione, con il quale comunica l’esistenza e l’identificativo univoco della notificazione (IUN), nonché le modalità di accesso alla piattaforma e di acquisizione del documento oggetto di notificazione.
Poi, l’avviso di avvenuta ricezione, in formato elettronico, sarà inviato con modalità telematica ai destinatari titolari di un indirizzo di posta elettronica certificata o di un servizio elettronico di recapito certificato qualificato.
Resta la modalità cartacea per chi non aderisce alla piattaforma notifiche.
Infine, nascerà anche Indice nazionale domicili digitali imprese e professionisti (INI-PEC) gestito da AgID. Per i professionisti iscritti in albi ed elenchi il domicilio digitale è l’indirizzo quello usato nell’elenco, ma si può eleggere uno diverso.
Secondo i calcoli di Agenzia delle Entrate, riporta PagoPa, la società che gestisce la piattaforma, la sua adozione porterà a un risparmio annuo di almeno 50 milioni di euro relativi alle spese vive di notifica e di circa 55 milioni di euro derivanti dall’abbattimento del contenzioso.