“Vogliamo una società pubblica della rete. L’ abbiamo chiesta per primi, oltre tre mesi fa, quando abbiamo portato in Aula la nostra mozione per l’urgente creazione di una Società della rete a maggioranza pubblica, unica efficace alternativa per ridurre a tappe forzate il digital divide infrastrutturale del nostro Paese” – hanno dichiarato i deputati M5S delle IX Commissione – “Oggi il Governo varerà nell’odierno cdm il Piano strategico per la banda ultralarga e se non dovesse cambiare nulla rispetto alla bozza in consultazione, non possiamo esprimere un giudizio totalmente positivo”.
“Siamo d’accordo sulla decisione di spingere gli investimenti in fibra nel nostro Paese, valorizzando e potenziando Metroweb, la società della rete guidata da Cassa depositi e Prestiti, purché lo Stato mantenga la maggioranza azionaria e quindi il controllo della Società.”
“Accogliamo con piacere l’abbandono dell’ipotesi iniziale dello switch off della rete in rame – si legge nel documento – poiché attualmente garantisce ancora importanti potenzialità di sviluppo. In Italia grazie alla breve distanze tra le case e le cabine di strada, la velocità di connessione potrebbe attestarsi tra i 60 e i 100 Mbps. Esistono inoltre tecnologie altamente potenzianti della rete in rame (come il vectoring e il Gfast) che potrebbero portare il vecchio doppino a comunicare fino a 500 Mbps”.
“Ciò che ci preoccupa – spiegano infine i deputati M5S – invece, è la significativa presenza di aree a fallimento di mercato individuate nella bozza del piano banda ultralarga del Governo: si tratta di aree marginali dove risiede il 40% della popolazione italiana che difficilmente saranno coperte da reti tra i 30 e i 100 Mbps senza un deciso intervento pubblico”.