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Piano Ultrabroadband: aste per le aziende e voucher per le famiglie

Ultrabroadband

Rispetto alla bozza pubblicata a dicembre e dopo la consultazione pubblica, ci sono alcune novità nel piano nazionale per la banda ultralarga presentato ieri dal Governo in Consiglio dei Ministri (“Strategia italiana per la banda ultralarga”).

Fra queste, il principio dell’asta sul tempo per l’aggiudicazione dei lavori di realizzazione delle reti (vince l’azienda che garantisce tempi più rapidi per la realizzazione delle reti ultrabroadband a parità di tecnologia, e sono favorite le tecnologie più a prova di futuro a partire dalla fibra a casa).

La neutralità tecnologica (non importa se la fibra arriverà all’armadio (Fttc), al palazzo (Fttb) o in casa del cliente (Ftth)).

Gli Incentivi alle famiglie per la migrazione dal rame alla fibra (con lo strumento del voucher, per spingere gli italiani ad abbonarsi ai 100 Mbps, qualora gli obiettivo dell’Agenda Digitale europea siano lontani).

L’istituzione dell’accesso in rete a 30 Mbps come servizio universale (tema nuovo, figlio della recente decisione della FCC su broadband e  net neutrality).

La convergenza di prezzo per i collegamenti in fibra ottica realizzati con sovvenzioni statali e collegamenti in rame nell’arco di tempo del piano.

Asta sul tempo

 

Con questo criterio, il Governo archivia la ventilata pretesa di condizionare la scelta tecnologica degli operatori per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale. Il nuovo documento licenziato ieri introduce il meccanismo premiale della durata minima dei lavori per l’assegnazione delle commesse a parità di tecnologia e privilegiando il Ftth.

Ecco cosa dice il documento del Governo: Il meccanismo di base per l’aggiudicazione delle offerte è un’asta sul tempo di realizzazione dell’infrastruttura: il lotto viene aggiudicato a chi, con l’offerta tecnica più a “prova di futuro” (intrinsecamente più performante: FTTH>FTTB>FTTdp>FTTC), offre la data di completamento dei lavori più vicina.

In caso di mancato rispetto dei tempi di consegna, il contributo fornito dallo Stato sarà proporzionalmente ridotto o restituito.

Il controllo sulla conduzione delle gare sarà esercitato da Infratel. La verifica sulle prestazioni effettivamente erogate e sulle scelte tecnologiche sarà affidato ad AGCOM.

In caso di mancato rispetto dei vincoli tecnici, l’operatore inadempiente sarà prima chiamato a rimediare, poi sospeso dagli incentivi, poi escluso da tutte le gare e infine richiesto dei danni. Ai danni potranno concorrere anche cittadini che non hanno ricevuto il servizio promesso. Qualcuno potrebbe obiettare che le aste sul tempo espongono al rischio di un cattivo uso delle risorse messe a disposizione. Ma essendo

omogenei sul territorio i dati relativi alle gare (prezzi, quantità e durate tecniche), se si delega un’unica centrale acquisti alla gestione di questo tipo di gare o si coordinano le centrali acquisti coinvolte, il pericolo è facilmente scongiurabile. Tanto più che saranno distribuite nel tempo di vigenza del piano (5 anni)”.

 

 

Accompagnamento alla migrazione

 

Il documento del Governo precisa inoltre come intende procedere per incentivare l’adozione della fibra sul fronte della domanda. Ecco cosa dice il testo: “Anche se gli operatori considerano l’obiettivo del Piano troppo ambizioso, realisticamente le sole risorse pubbliche non saranno sufficienti e l’Italia comunque non riuscirà a sviluppare una rete estesa a “prova di futuro”, né a raggiungere il terzo obiettivo DAE entro il 2020 (50% della popolazione collegato ad almeno 100 Mbps). La strada da intraprendere quindi è quella di un sistema articolato di nuove norme e regole, che induca alla migrazione, progressiva e concordata, di tutti gli utenti verso la nuova rete in fibra ottica. In questa prospettiva, la migrazione andrà avviata, con modalità e forme che verranno definite nella fase finale del Piano e dovrà essere accompagnata dalla previsione di un voucher per tutti gli utenti che migrano verso la nuova infrastruttura, differenziando il suo importo in relazione all’architettura di rete sottostante.

Al fine di permettere agli operatori di formulare i propri piani con un adeguato orizzonte, occorrerà adottare, successivamente al presente Piano, un provvedimento normativo che preveda:

 

  1. il servizio digitale universale
  2. un fondo di garanzia
  3. voucher di accompagnamento alla migrazione
  4. convergenza di prezzo per i collegamenti in fibra ottica realizzati con sovvenzioni statali, al prezzo dei collegamenti in rame nell’arco di tempo del piano”.

 

Voucher alle famiglie

Il Governo in prospettiva ha pensato di mettere a disposizione dei voucher per incentivare le famiglie ed abbonarsi a 100 Mbps. Gli incentivi diventeranno attuali non prima del 2018, quando si potrà verificare sul campo la diffusione delle connessioni a 100 Mbps sul territorio, che oggi rappresentano appena l’1% del totale e che in base all’Agenda Digitale europea dovranno raggiungere una diffusione del 50%, cioè una famiglia su due in Italia dovrà aver sottoscritto abbonamenti a 100 Mbps. E’ prevedibile che ce ne sarà bisogno.

Servizio digitale universale

Premesso che ad oggi il pilastro normativo del piano nazionale per la banda ultralarga è lo “Sblocca Italia”, che contiene fra le altre cose le norme sul credito d’imposta per le aziende e la nuova normativa sugli “edifici broadband ready”, il Governo intende istituire il principio del servizio digitale universale. L’obiettivo è fare in modo che l’accesso alla rete a 30 Mbps – previsto dall’Agenda Digitale europea per il 100% della popolazione nel 2020 – diventi un servizio universale. Il provvedimento potrebbe essere inserito in uno dei prossimi pacchetti normativi varati dal Governo.

 

Fondo di garanzia

 

Il fondo di garanzia, o fondo dei fondi, raccoglierà in un unico soggetto tutti gli stanziamenti pubblici (Fesr, Feasr ecc) pari a 6 miliardi di euro che lo Stato mette a disposizione per realizzare la rete e funzionerà da garante sui prestiti che i privati intenzionati ad investire chiederanno, ad esempio, alla Bei.

Antonello Giacomelli: ‘Piano ambizioso, ora tocca i privati’

“Il Piano voluto da Matteo Renzi su banda ultra-larga e crescita digitale è giustamente ambizioso: il governo pensa a una rete a prova di futuro e punta all’obiettivo europeo più alto dei 100 Mbps per un cittadino su due entro il 2020. Il governo sta facendo la sua parte, ora tocca ai privati fare la propria”. Così il sottosegretario alle telecomunicazioni Antonello Giacomelli commenta la presentazione dei piani su banda ultra-larga e crescita digitale avvenuta ieri a Palazzo Chigi che impegnano circa 6,5 miliardi di fondi pubblici da qui al 2020.

“Insieme all’Agenzia per l’Italia digitale – continua Giacomelli – nelle prossime settimane organizzeremo una serie di iniziative sul territorio per presentare tutte le potenzialità del piano”.

Lo Sblocca Italia ha già previsto importanti misure a favore della banda ultra-larga come un credito d’imposta su Ires e Irap fino al 50 per cento, il Catasto nazionale delle infrastrutture, l’obbligo di etichetta “broadband ready” per i nuovi edifici, la possibilità della posa aerea della fibra ottica, l’equiparazione della posa a opera di urbanizzazione primaria.

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