Nel Piano riforme il Governo punta anche sulle scuole connesse e sulla didattica a distanza. Entro due anni le scuole statali secondarie di primo e secondo grado (ex medie e superiori) “saranno connesse con collegamenti in fibra ottica fino a 1 Gigabit per secondo per la didattica a distanza. E la connettività sarà gratuita per 5 anni e sarà inclusa la manutenzione delle Reti”. Questi sono alcuni degli obiettivi contenuti nel Programma nazionale di riforme (PNR) sintetizzato dal ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri. Il PNR è il piano che viene di solito allegato al documento di economia e finanza (DEF), che deve essere approvato dal Consiglio dei ministri e poi inviato a Bruxelles.
Didattica a distanza in parallelo a quella in presenza
Occorre, però, iniziare subito realizzare le scuole digitali per garantire da settembre la didattica a distanza in parallelo a quella in presenza. Nel cosiddetto decreto rilancio, sono stati stanziati 331 milioni di euro, messi “immediatamente a disposizione delle scuole statali per cominciare ad organizzare la ripresa di settembre”.
Insufficiente/inadeguata preparazione degli insegnanti alle tecnologie di rete e digitali
Soldi che potranno essere utilizzati, fra l’altro, per la formazione digitale di insegnanti e studenti. Secondo il Rapporto Agi-Censis nell’ambito del nuovo progetto “Italia sotto sforzo. Diario della transizione 2020“, il 77% dirigenti scolastici intervistasti ha dichiarato che uno dei principali rischi della didattica a distanza è nell’insufficiente/inadeguata preparazione del personale alle tecnologie di rete e digitali.
Nel 71% dei casi si legge nella ricerca, invece, il pericolo potrebbe anche celarsi nella disparità esistente tra “scuole forti”, con esperienze pregresse, buona dotazione tecnologica e docenti con elevati skills digitali, e “scuole deboli”, che si affacciano solo ora, e troppo rapidamente forse, nell’ecosistema digitale.
Un digital gap, insomma, frutto di disuguaglianze sostanziali radicate nei territori (a partire dalla distribuzione delle risorse) ben prima dell’arrivo del virus.
Come ha reagito la scuola alla pandemia
La scuola italiana ha cercato di reagire alla pandemia, ma in maniera disordinata, con scelte tecnologiche lasciate ai singoli docenti (55%) o all’istituto (40%), senza un progetto organico (31%) e un piano di coordinamento (25,5%).
Un’esperienza da alcuni giudicata entusiasmante, da tanti altri invece deludente. Di fatto, un ragazzo su dieci in Italia non ha seguito nessuna lezione online, con quasi il 43% dei docenti non attivo nell’insegnamento a distanza.
Per cui è fondamentale investire nella formazione digitale di insegnanti e studenti, ma non solo. Anche nell’adeguamento dei laboratori di informatica e nella dotazione di device tecnologici.
Voucher fino a 500 euro per Internet veloce e acquisto Pc o tablet
Su quest’ultimo punto, sempre nel Programma nazionale di riforme (PNR) è inserito anche un voucher per le famiglie, in base alla fascia di reddito per le connessioni veloci alla Rete e l’acquisto di Pc o tablet: 500 euro per famiglie con Isee fino a 20mila euro, e da 200 euro (massimi) per quelle oltre tale soglia, si legge oggi sul Corriere della Sera in edicola.