Si è tenuta ieri la Conferenza unificata di Stato, Regioni, Province ed autonomie locali che aveva il compito di esprimersi sul Piano strategico nazionale per la mobilità sostenibile e sullo schema di decreto del Ministro dello sviluppo economico di incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili.
Per quanto riguarda il Piano nazionale per la mobilità sostenibile, una nota del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Mit), rende noto il raggiungimento di un’intesa su due decreti, con lo stanziamento di 200 milioni di euro su più anni per la progettazione di infrastrutture da parte degli enti locali.
In particolare, si legge nel testo del Mit, “con il decreto di riparto del Fondo per la progettazione di fattibilità delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese, vengono destinati 110 milioni di euro dal 2018 al 2020 ai progetti di fattibilità di Piani urbani per la mobilità sostenibile (Pums) e a progetti relativi a opere portuali”.
Con il decereto sul Fondo per la progettazione degli Enti locali vengono inoltre ripartiti 90 milioni di euro in tre anni (30 milioni all’anno per il triennio 2018 – 2020) per il cofinanziamento della redazione dei progetti di fattibilità tecnica ed economica e la redazione dei progetti definitivi relativi alla messa in sicurezza degli edifici e delle strutture pubbliche, con priorità agli edifici e alle strutture scolastiche.
Il Piano strategico nazionale per la green mobility prevede lo stanziamento di 3,7 miliardi di euro nel periodo 2019-2033, così ripartito: 2,2 miliardi per le Regioni e 1,5 miliardi di euro per le Città metropolitane.
Le risorse saranno impiegate per il ricambio del parco autobus di trasporto pubblico locale e regionale con vetture elettriche, a metano e a idrogeno.
Il decreto, atteso da tempo e che il Governo sta ora portando a termine, prevede inoltre che al Sud debba andare non meno del 34% delle risorse stanziate.
Le risorse del Piano, spiegano dal Mit, verranno erogate in 3 periodi quinquennali a partire dal 2019, in base a criteri prefissati (che terranno conto ad esempio del numero di passeggeri trasportanti e del numero di mezzi circolanti) su tre graduatorie distinte: “una per i comuni capoluogo di città metropolitane e Comuni capoluogo di provincia ad alto inquinamento di PM10 e biossido di azoto; una per i comuni e le città metropolitane con più di 100.000 abitanti; una per le Regioni”.
Pubblicato sul sito web della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome il Report finale della Conferenza unificata del 20 dicembre, con l’esito dei pareri sui singoli punti all’ordine del giorno.