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Piano Italia 1 Giga e ‘civici adiacenti’: civici distanti un’occasione per Starlink?

L’emendamento “salva Piano Italia 1 Giga”, che permette a Tim e Open Fiber di sostituire civici inizialmente previsti nei bandi con civici adiacenti, ovvero civici ‘fantasma’ non censiti precedentemente, ma situati nei pressi di quelli esistenti, è stato approvato, di fatto, come correttivo della lacunosa mappatura di Infratel. Una soluzione basata sul principio dell’adiacenza, che consentirà di coprire i civici più vicini (e meno costosi) che non risultavano nel database di Infratel.   

La vicenda ha sollevato non poche polemiche, in primo luogo per il vizio italico di modificare ex post i bandi di gara. Non è certo la prima volta che succede, basti pensare che già in parte si è visto lo stesso con il Bando Scuole e difficoltà si sono registrate anche negli altri bandi Pnrr riservati alla banda ultralarga, fra gare deserte e scarsa adesione.

L’emendamento, tuttavia, è giunto come un fulmine a ciel sereno senza alcuna consultazione con gli altri operatori di mercato che se avessero saputo che le condizioni erano quelle dell’adiacenza magari avrebbero partecipato. La localizzazione iniziale dei civici era errata e per questo le distanze valutate inizialmente si sono rivelate più ampie.

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Bando Italia 1 Giga, consultazioni pre-gara

La premessa è che nel caso del Piano Italia 1 Giga è stata fatta una serie di consultazioni con Infratel, che ha determinato quello che un operatore si impegnava a realizzare e ciò che gli operatori, per motivi economici, non sarebbero andati a realizzare.

Poi però, sul campo in fase di walk in, si verifica che ci sono dei civici che sono distanti e quindi costano tanto, e si chiede, visto che ce ne sono altri (civici adiacenti o meglio ‘civici fantasma’) che non risultavano nel database fatto a suo tempo e si dice: invece di quelli lontani facciamo questi qua, più vicini, lasciando perdere quelli lontani.

Starlink si offre contro il digital divide

C’è da notare, poi, che da qualche tempo i ritardi del piano Italia 1 Giga si erano focalizzati proprio sugli edifici lontani che chiedono la fibra da più tempo e sono messi male.

E quindi si diceva che si sarebbe potuto usare Starlink, la flotta satellitare di Elon Musk, che già si era offerto con il Governo di contribuire ad abbattere il digital divide nel nostro paese.

Ma di fatto il coinvolgimento di Starlink era difficile, visto che i bandi erano già stati assegnati e il nostro mercato è peraltro alquanto saturo.

Tra l’altro, a che titolo coinvolgere Starlink? Non si possono certo fare delle assegnazioni dirette. Di mezzo ci sono i fondi del Pnrr del bando “Italia 1 Giga” e “5G Italia”, concessioni già assegnate a Tim e Open Fiber (Italia 1 Giga) e Tim, Vodafone e INWIT (5G Italia) con regolare bando di gara e stringenti milestone da raggiungere al 2026.

Le gare andrebbero annullate? Ma i fondi sono già stati assegnati.

Poi arriva l’emendamento salva Italia 1 Giga

Poi, è giunto l’emendamento ‘salva piano Italia 1 Giga’ per certificare che questi civici distanti che erano oggetto del bando non verranno mai collegati, ma che ora non fanno più parte del piano Italia 1 Giga e potrebbero quindi entrare nel bacino potenziale dei clienti di Starlink.

Una soluzione che però impone a priori a questi civici distanti l’uso del satellite.

Si pensa di fare qualcosa con queste case distanti escluse dal piano Italia 1 Giga? Saranno oggetto di un nuovo bando pubblico? In questo caso sarebbe certamente indicata una nuova consultazione.

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