Presentazione del Piano Strategico del Gruppo Enel 2024-2026
I pilastri del Piano (reti, rinnovabili, clienti, obiettivi finanziari)
Presentato il Piano Strategico 2024-2026
Il Gruppo Enel è in piena fase di transizione. L’amministratore delegato Flavio Cattaneo ha segnato la via: “Trasformare il Gruppo Enel in un’organizzazione più snella, flessibile e resiliente, pronta per affrontare le sfide e cogliere le opportunità che possono presentarsi in futuro”.
Oggi a Milano, in occasione degli Enel Capital Markets Day 2023, è stato presentato ai mercati finanziari e ai media il Piano Strategico 2024-2026 del Gruppo.
“Nei prossimi tre anni adotteremo un approccio più selettivo negli investimenti, per massimizzare la redditività e minimizzare i rischi. Ci concentreremo sui nostri Paesi core implementando strategie integrate, puntando sulle reti, le energie rinnovabili e la creazione di valore nel segmento clienti”, ha aggiunto Cattaneo.
Tra il 2024 e il 2026, il Gruppo ha pianificato investimenti totali lordi pari a circa 35,8 miliardi di euro attraverso una spesa maggiore nelle reti dove è presente un quadro regolatorio equilibrato e stabile, facendo anche leva sull’accesso a finanziamenti europei e a un approccio a minore intensità di capitale e di rischio nelle rinnovabili.
Il 49% delle risorse del Piano saranno destinate all’Italia.
“Il contesto di tassi alti e inflazione alta è distruptive per il mondo che conoscevamo e questo ha conseguenze sulla nostra capital allocation. I trend di breve termine ci richiedono di essere più flessibili possibili, mentre i trend di medio termine rimangono supportive. La capital allocation sarà quindi estremamente selettiva per ottenere rendimenti adeguati e più prevedibili“, ha affermato Cattaneo.
Reti e rinnovabili
“Le regole che guideranno i nostri i investimenti sono semplici e chiare – ha sottlineato l’AD Enel – avremo un focus sulle infrastrutture abilitanti la transizione energetica. Usciremo dalla produzione di energia da carbone nel 2027, mentre nel 2040 ci sarà produzione e vendita di energia rinnovabile al 100% e uscita dalla vendita retail di gas“.
Sulle reti finiranno circa 18,6 miliardi di euro, soprattutto per migliorare qualità, resilienza e livello di digitalizzazione.
Sulle rinnovabili saranno spesi 12,1 miliardi di euro, circa un terzo del totale, ma investendo in “maniera più selettiva” su progetti ed iniziative, in particolare su eolico onshore, solare e batterie di accumulo, soprattutto “se sono in grado di generare valore“, ha spiegato l’AD del Gruppo.
Ma, come ha spiegato Stefano De Angelis, CFO di Enel, Rispetto allo storico, “si investono 5 miliardi di euro in meno sulla generazione e 4 miliardi di euro in più sulla rete; in altre parole, investiamo meno sullo sviluppo della capacità rinnovabile e più sulle reti“, “perché la redditività non è secondo le attese“.
Come spiegato da Cattaneo, la domanda di energia elettrica crescerà ancora nel tempo, passando nel nostro Paese dal +22% del 2021 (319 TWh) al +25% stimato nel 2026 (327 TWh). La nuova capacità installata di fonti energetiche rinnovabili crescerà del 5% entro il 2026 (in Spagna del 15%).
Stessa cosa per la domanda di sistemi di energy storage e batterie (Bess), con una domanda mondiale in crescita che passerà dai 35 GW del 2022 ai 275 GW stimati per la fine del decennio.
Decisioni di business guidate dalla sostenibilità
“La disciplina finanziaria sarà il fondamento della nostra Strategia, per potenziare la generazione di cassa e l’efficienza, mentre la sostenibilità continuerà a guidare le nostre decisioni di business. Grazie alla realizzazione di queste azioni e al raggiungimento dei nostri obiettivi, saremo in grado di rafforzare ulteriormente la posizione finanziaria del Gruppo e di incrementare la creazione di valore, garantendo così solidi rendimenti ai nostri azionisti”, ha precisato l’AD Cattaneo.
“Saranno perseguite efficienze per circa 1 miliardo di euro nel periodo 2022-26, con i driver principali che sono: snellimento organizzativo per aumentare la responsabilità, mix ottimizzato di insourcing (valore) e outsourcing (volume), aumento della produttività attraverso la semplificazione dei processi, adozione di standard tecnici e di servizio abbinati ai requisiti locali. Ulteriore efficienza nelle reti genererà 0,2 miliardi di euro di risparmi“, ha proseguito Cattaneo.
Per fare questo gli investimenti saranno concentrati in aree del mondo con contesti politici e macroeconomici più stabili e caratterizzate da quadri regolatori più remunerativi.
Dopo il nostro Paese, è l’Iberia che riceverà la fetta maggiore degli investimenti, circa il 25%, in America Latina il 19% e il restante 7% in Nord America.
A livello finanziario, nel 2026 il Gruppo si attende che l’EBITDA ordinario aumenti fino a un valore compreso tra 23,6 e 24,3 miliardi di euro e che l’Utile netto ordinario aumenti fino a un valore compreso tra 7,1 e 7,3 miliardi di euro.
Atteso inoltre un dividendo per azione fisso minimo pari a 0,43 euro per il periodo 2024-2026, con un aumento potenziale fino a un payout stinato del 70% sull’Utile netto ordinario. Su questo punto Cattaneo ha voluto esser chiaro: “La policy del dividendo del Piano Enel prevede una base di 0,43 euro per azione, che rimarrà tale per il 2023, ma stimata in crescita di anno in anno“, aggiungendo che “il management è convinto che possa aumentare a partire dal 2024“.
Capitolo dismissioni
La realizzazione del piano di dismissioni produrrà un impatto positivo sull’indebitamento finanziario netto stimato in circa 11,5 miliardi di euro, tra il 2023 e il 2024, con un incasso per circa 8 miliardi di euro che si prevede si realizzerà nel 2024, a valle delle necessarie autorizzazioni regolatorie e del completamento delle nuove operazioni individuate nella seconda metà del 2023.
Le dismissioni, si legge nel comunicato del Gruppo, sono attualmente in diverse fasi di completamento: operazioni già finalizzate nel corso dell’anno, pari a circa 2,8 miliardi di euro in termini di impatto sull’indebitamento netto (uscita dalla Romania, cessione di attività di generazione in Argentina, vendita del 50% delle attivita’ rinnovabili in Australia e vendita di un portafoglio solare in Cile); operazioni sottoscritte in attesa di finalizzazione, per un importo previsto pari a circa 5,4 miliardi in termini di impatto sull’indebitamento netto (vendita di asset di generazione in Perù, dismissione degli asset di distribuzione e fornitura sempre in Perù, vendita del 50% di Enel Green Power Hellas e vendita di un portafoglio solare e geotermico negli Stati Uniti); operazioni in fase di negoziazione avanzata, per un importo atteso di circa 3,3 miliardi in termini di impatto sull’indebitamento netto.
Il Piano Enel in Europa
Quello presentato oggi “è un piano prudente”, ha spiegato Cattaneo, “dateci del tempo, io intendo comprare un altro milione di azioni, ne avevo già comprato 1,5 milioni“.
Altro obiettivo è l’accrescimento dei margini nel business integrato, riducendo contestualmente i costi di approvvigionamento: “In Europa, tale obiettivo verrà conseguito aumentando la quota delle vendite a prezzo fisso coperte dalla generazione a zero emissioni del Gruppo, con un aumento dei volumi venduti nel segmento business-to-consumers”.
Riguardo alle rinnovabili, Enel intende investire su eolico onshore, solare e batterie di accumulo, ma il fattore chiave sarà l’innovazione, annunciando un maggior ricorso al repowering per aumentare l’efficienza degli impianti e ridurre i costi di generazione, oltre che alle batterie di accumulo per migliorare la flessibilità del sistema elettrico e la gestione dei carichi.
Anche qui, l’attenzione maggiore sarà rivolta all’Europa, con l’obiettivo di allocare circa “7,2 miliardi di euro di investimenti lordi, con una generazione rinnovabile sostenuta da un’ampia base clienti, grazie alla quale il Gruppo potrà coprire la produzione e stabilizzare i rendimenti”.
Nel recente resoconto intermedio di gestione e nel prospetto contabile al 30 settembre 20233, si riportava che nei primi nove mesi dell’anno il Gruppo Enel ha raggiunto un risultato netto ordinario pari a 5,03 miliardi di euro, in aumento del 65% su base annuale, un ebitda ordinario cresciuto del 29,3% a 16,36 miliardi di euro e un Ebit salito a 9,8 miliardi di euro (+62,1%).