Operazione antipirateria a Catania, 21 indagati in tutta Italia
Il blocco immediato delle programmazioni sulle IPTV illegali e del flusso live streaming dei siti pirata che rilanciavano contenuti televisivi senza autorizzazione da parte dei titolari dei diritti, è il primo bilancio dell’operazione condotta dalla Polizia e coordinata dalla Procura distrettuale della Repubblica- Direzione Distrettuale Antimafia di Catania.
L’indagine e gli interventi sono stati condotti in collaborazione con diversi i Centri operativi per la sicurezza cibernetica della Polizia Postale, a loro volta impegnati in numerose perquisizioni e sequestri sull’intero territorio nazionale nei confronti dei presunti appartenenti a una associazione a delinquere transnazionale che avrebbe avuto profitti mensili per svariati milioni di euro.
Sono 21 le persone al momento indagate, tra Catania, Messina, Siracusa, Cosenza, Alessandria, Napoli, Salerno, Reggio Emilia, Pisa, Lucca, Livorno e Bari, a cui la Procura etnea contesta i reati di associazione per delinquere a carattere transnazionale “finalizzata alla diffusione di palinsesti televisivi ad accesso condizionato, danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici, accesso abusivo a un sistema informatico, frode informatica”.
Bagnoli Rossi (FAPAV): “Un fenomeno che danneggia le industrie culturali e la creatività italiana e mette in pericolo privacy e sicurezza degli utenti”
“Si tratta di un’operazione molto importante quella annunciata questa mattina dagli agenti di polizia di Catania – ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Presidente FAPAV – un duro colpo verso quelle mentalità criminali che gestiscono le IPTV illegali e le piattaforme di live streaming illecite, i cui introiti finanziano atti criminosi di vario titolo”.
“Il nostro plauso va al Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Catania e al Servizio Polizia Postale di Roma, oltre che a tutte le Forze dell’Ordine, per l’incessante impegno profuso per contrastare un fenomeno che non solo danneggia le industrie culturali e la creatività italiana ma mette in serio pericolo la sicurezza e la privacy degli utenti”, ha aggiunto il Presidente della Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali.
“Nel 2022 si sono avuti circa 345 milioni di atti illeciti, ben 30 milioni in più sull’anno precedente, e l’incidenza dell’utilizzo delle IPTV è arrivata al 23%. Ma ancora non esisteva un impianto normativo di grande impatto come quello varato nel nostro Paese negli ultimi mesi – ha ricordato Bagnoli Rossi riprendendo i dati dell’ultima indagine FAPAV/Ipsos sul fenomeno – una legge che va a colpire le nuove forme di illecito, come le IPTV, e anche altre attività illegali e dannose per il cinema come ad esempio il camcording. Questa operazione rappresenta, dunque, un ulteriore tassello a conferma che il nostro non è un paese per pirati”.
Duilio (Sky): “Contrastare la pirateria è un impegno comune, grazie alla nuova legge antipirateria, possiamo farlo con ancora più efficacia“
“Congratulazioni alla Polizia Postale per questa nuova importante operazione antipirateria. Le forze dell’ordine hanno il nostro pieno sostegno nella loro attività di contrasto, che negli anni è diventata sempre più preziosa per garantire la legalità, a tutela di tutti coloro che fruiscono legittimamente dei loro contenuti preferiti. Contrastare questo fenomeno criminale è un impegno che ci coinvolge tutti e ora, grazie alla nuova legge antipirateria, possiamo farlo con ancora più efficacia”, commenta Andrea Duilio, amministratore delegato di Sky Italia.
Come agiva l’organizzazione criminale
L’operazione, che si è avvalsa dell’ausilio del personale dei Centri operativi sicurezza cibernetica di Reggio Calabria, Torino, Napoli, Bologna, Firenze, Roma e Bari, ha consentito di inibire il flusso illegale delle Iptv e dei siti di live streaming.
Secondo le Forze dell’ordine, gli indagati hanno fatto uso di applicazioni di messaggistica crittografata, identità fittizie e documenti falsi.
Quest’ultimi sono stati utilizzati anche per l’intestazione di utenze telefoniche, di carte di credito, di abbonamenti televisivi e noleggio di server.
Riscontrata infine dalle Forze dell’ordine la presenza su varie piattaforme social di canali, gruppi, account, forum, blog e profili che pubblicizzavano la vendita, sul territorio nazionale, di flussi e abbonamenti mensili per la visione illegale dei contenuti audiovisivi, dai film alle serie, dagli spettacoli agli eventi sportivi, fruibili anche attraverso siti di live streaming illegale.