Ti è mai capitato di cercare un paio di scarpe su Google e di essere poi perseguitato da pubblicità di scarpe per mesi? Funziona così. Le tech company vedono cosa cerchi online e vendono queste informazioni alle società pubblicitarie. Hobby, salute, interessi, gusti musicali, squadra del cuore ecc.
Ecco cosa devi sapere per evitare la pubblicità personalizzata.
Tutti prima o poi hanno vissuto questa esperienza. Guardi un certo prodotto online e poi mentre navighi tutti i siti dove vai all’improvviso ti suggeriscono lo stesso prodotto. Questo fenomeno non è altro se non pubblicità personalizzata.
Pubblicità mirate, basate sui nostri gusti personali estratti dalle nostre ricerche in rete e dai siti che abbiamo visitato.
Sono i cookie che ci seguono, meccanismi di tracking che ormai tutti conoscono, piccoli file che il browser conserva sul tuo computer. Un fenomeno che dovrebbe finalmente essere normato con il DSA, il Digital Service Act di prossima emanazione nella Ue.
C’è poi una differenza fra cookie diretti e di terze parti
I primi sono impostati dal sito Web visitato stesso. I cookie di terze parti sono quelli in cui un sito ha incorporato contenuti da altri siti e questo contenuto imposta i propri cookie.
I pubblicitari inseriscono qualunque cosa online, ecco perché possono seguire ovunque gli utenti.
All’asta mentre navighi
Se si richiama una pagina che offre pubblicità personalizzata, inizia una sorta di asta. Il partner pubblicitario pubblicizza automaticamente le informazioni sul visitatore, ad esempio il presunto sesso o i suoi interessi.
Gli inserzionisti possono quindi fare offerte in base a queste informazioni: chi offre di più può mostrare i propri annunci al visitatore. Questo accade in pochi millisecondi e il visitatore non se ne accorge.
E quali informazioni su di noi vengono raccolte? In realtà, qualunque cosa. L’informazione più rilevante per gli inserzionisti è a quali prodotti è interessato un visitatore del sito web.
Consenso senza capire
Ovviamente gli operatori di siti Web e gli inserzionisti devono rispettare i requisiti delle leggi sulla protezione dei dati come le normative GDPR nei paesi dell’Unione Europea e, ove richiesto, ottenere il consenso dell’utente ai cookie.
Il provider deve suddividere gli scopi per i quali raccoglie i dati e con chi li condivide. Ma la maggior parte degli utenti fa clic su ‘Ok’ senza leggere tutte le informazioni. Molti utenti non pensano molto a ciò a cui stanno acconsentendo e dicono sì senza sapere con esattezza a cosa stanno rispondendo.
Cosa sanno di noi i siti web?
Possono dire quale dispositivo sto utilizzando, quale browser e sistema operativo sto utilizzando per visitare il sito Web. Il 99% dei visitatori del sito Web può essere identificato in modo univoco da queste caratteristiche.
Come proteggersi? Usare i social network con parsimonia e cautela o per niente.
Sono le persone a divulgare volontariamente molti dei loro dati sui social media, il che rende molto facile per la società di social media creare profili utente completi e accurati.
Gli utenti possono abilitare le opzioni sulla privacy sui propri browser e bloccare i cookie di terze parti e altri meccanismi di tracciamento.
Firefox e Brave sono i browser considerati più sicuri in questo senso da molti esperti. Per una navigazione a prova di privacy ci sono DuckDuckGo, Startpage o MetaGer.
Attenzione ai motori di ricerca
Anche i motori di ricerca usano le informazioni su ciò che abbiamo cercato in precedenza e seleziona di conseguenza i risultati della ricerca.
Tuttavia, usando il motore di ricerca Startpage, ad esempio, si può accedere ai risultati di ricerca di Google senza che vengano trasmesse informazioni sul tuo dispositivo o sul comportamento di ricerca.
Un altro consiglio è eliminare regolarmente i cookie e la cronologia delle ricerche. Si può anche accedere alla dashboard dell’account Google e rimuovere le informazioni utilizzate per scopi pubblicitari.
L’uso completamente anonimo del web sembra impossibile, ma si può almeno controllare le tracce dei dati.