Quale Europa ci serve e quale nasce da questa commissione in un complesso puzzle euro-globale in frantumi?
Visto il quadro dei frantumi franco-tedeschi, le schegge austro-ungariche nazional-populiste e la guerra a est del Danubio servirebbe una diversa leva unitaria per una Europa più forte e non in attesa dell’esito del voto americano. Ma semmai anticipandolo quel voto incerto e infuocato sulla sponda ovest dell’Atlantico provando ad agire per un urgente accordo di cessate il fuoco nell’incandescente Medio Oriente a Gaza soprattutto dopo l’irresponsabile apertura del fronte a Nord nel sud del Libano con la digital bomb di ieri con 15 morti e migliaia di feriti civili, segnale “dissuasivo” della potenza tecnologica e di penetrazione informativa oltre che di controllo dell’intera filiera di fornitura che in questo caso va da Taiwan al Medio Oriente.
Un attacco che somiglia più ad un “atto terroristico” che ad una azione di guerra per modalità e forma colpendo alcune decine di terroristi di Hezbollah ma anche migliaia di civili. Rinforzando dall’altra parte il sostegno alla difesa sul Dnepr e dell’avanzata verso Kursk per una protezione efficace dalle bombe russe su civili e infrastrutture con armi a gittata e precisione adeguate sulle quali l’Occidente è diviso ma avviato a dare l’ok se escludiamo l’Italia.
Certo il “bacio o l’abbraccio” tra Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni con la nomina di Fitto ad una Vice presidenza esecutiva (successo di ECR non irrilevante per le competenze attribuite tra fondi di coesione, PNRR per circa 400 miliardi che è circa il 21% di tutto il bilancio UE e portafoglio economico pur condiviso con il falco Dombrovskis per altri 600), è una unione tra due “debolezze” che vedremo se e quanto rafforza o indebolisce l’Europa al suo interno e nel mondo. Falco all’economia (Dombrovskis) e colomba alla coesione e PNRR (Fitto) che dovranno coesistere e come lo vedremo presto, ma certo la scelta di accoppiamento è intelligente come per tutta la rete di “competenze incrociate” che assegna un forte potere centralistico di guida, di interdizione e mediazione ad UvDL.
Certo attendiamo il voto sul complesso della Commissione dove non saranno fatti sconti a nessun commissario come si dice su lato di sinistra-centro (Liberali, Socialisti e Verdi) che escono apparentemente indeboliti da questo equilibrio mobile ma che può rappresentare una forza per le azioni di interconnessione e interdipendenza delle competenze quale spinta su alcune riforme necessarie. Con un PD che voterà – presumibilmente – a favore e i 5* che invece voteranno contro e la maggioranza italiana al Governo che recupererà sugli errori (dei voti contrari a Mes e a UvDL) con il voto favorevole alla Commissione visto anche lo “sbilanciamento mobile” a destra della composizione della commissione.
Con una UvDL che sembra dunque avanzare nella “cucina” di una politica dei “due forni”, mettendo in maggioranza centro-sinistra pop-lib-dem con i pezzi meno estremi della destra italiana come schermo verso quella più estremista e anti-sistema che intelligentemente mostra di inserire un cuneo anche nella maggioranza di Governo a Roma, mettendo Giorgia alla prova di scelte coraggiose se saprà e potrà farle con la sponda popolare di FI.
Questa “mobilità” delle maggioranze possibili (e delle competenze incrociate) rafforzerà o indebolirà l’azione della Commissione in una versione “liquida” verdi-dem-liberal-popolar-populista di un quadro di voto europeo che paradossalmente sembra contrastare il bipolarismo destra-sinistra vista la friabilità centrista? Servirà ad attenuare il sovranismo della destra più moderata in un momento critico di questa Commissione “monarchica” di Ursula II a costo di perdere qualche consenso a sinistra e in particolare con i verdi (e PD) che potrebbero vedere indebolirsi la centralità del Green Deal nonostante il Rapporto Draghi spinga per il suo sostegno con maggiori fondi e “debito comune” come spinta alla competitività dell’eco-sistema europeo? Al centro di questa confusa e rissosa galassia dei 27 quale garanzia di una possibile unità mobile con i “due forni” Sua Maestà Ursula II vuole provare a superare la frammentazione di Stati e Partiti deboli costruendo muri di sostegno ad una Democrazia e Occidente sotto attacco populista-sovranista (dalla Francia alla Germania, dall’Italia all’Olanda fino ad Ungheria e Romania) di qua e di la dell’Atlantico concentrando poteri di mediazione-negoziazione nelle proprie mani.
Se così, allora siamo di fronte all’emergere di una figura che non è più si semplice mediazione tra poteri Confederali ma una “monarca illuminata” che vuole agire con poteri Federali realizzando una Europa più forte e unita, nonostante tutto. In attesa di riforme strutturali dell’agire europeo è ragionevole pensare che un tale approccio possa essere di aiuto a comporre la iper-frammentazione di risorgenti nazional-sovranismi come di pacifisti-interventisti (per es. in Ucraina) o più estremisti e nascosti pro/anti-Putin rinforzando un Nuovo Eurocentrismo più attivo e autonomo nel teatro globale ripartendo dagli equilibri mediterranei sull’immigrazione con reti di accordi economici e cooperativi con i paesi più collaborativi e aperti al “salto democratico”.
The big question mark ci interroga infatti sull’assetto di questa Commissione che dovrà rimettersi innanzitutto elmetto e giubbetto anti proiettile ben saldi avendo una guerra sui suoi “fragili” confini a Est e difendersi da un potente competitor con le ali del Dragone tra Oceano Indiano e Pacifico anche con dazi e innovazione integrata senza escludere accordi tra Green Deal ed elettrico (tecnologicamente neutralista?) e mediando politiche industriali allineate anche con USA.
Che potrà realizzarsi solo unendo e integrando un calabrone burocratico facendolo volare oltre le leggi della fisica e della genetica, difendendosi anche dalle trappole interne delle diversità – identitarie e non – dei 27 da mitigare possibilmente con un voto a maggioranza, sviluppando una difesa comune e politiche industriali-commerciali condivise (dall’energia al commercio, all’innovazione, all’immigrazione) con mercati dei capitali e politiche fiscali allineate per rafforzare la coesione interna con alleanze a geometria variabile e in un quadro globale multilaterale che accresca la propria autonomia anche senza l’ombrello di una eventuale America tendenzialmente isolazionista sia questa repubblicana o democratica.
Dunque la Monarchia di Ursula II la dovremo “valutare” – per vederla possibilmente illuminata – lungo questa spinta unitaria riformatrice per reggere alla fragilità dei confini esterni altrettanto bene rispetto a quelli interni di 27 staterelli divisi, rissosi e confusi, compresa l’immigrazione che preme da est e da sud accogliendo e integrando i migranti economici, politici e climatici, con una strategia solida di difesa (magari con un esercito europeo) e per ripartire su una crescita da rinvigorire con una competitività rinnovata lungo la road map tracciata da due “riservisti di lusso e pregiati” come Draghi e Letta richiamati sul fronte di difesa della “Culla della Civiltà” sotto attacco con nuovi antigeni per rinforzare le mura di Democrazia e Occidente provando a riunire Sparta e Atene.
Il “dado è tratto” con Ursula II a cavallo, ora lavoriamo a testa bassa, ma attenti e vigili perché il nemico ai confini di nord-est è in ascolto e pronto ad agire in modo hard e soft e serve perciò unità, coesione, condivisione e trasparenza!