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Perché avranno successo gli influencer virtuali

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La scorsa settimana è stata segnata dal crollo in Borsa di Meta dettato, al di là dei tecnicismi borsistici, dalle difficoltà che il gruppo sta incontrando a gestire il mantenimento del suo percorso di crescita a dispetto dei vincoli antitrust, dei rischi e dei costi legati alla moderazione dei contenuti e di una certa obsolescenza delle sue piattaforme al cospetto di operatori come TikTok pensati per essere meno social network e più piattaforme di intrattenimento.

Questa trasformazione delle piattaforme digitali crea nuovi spazi per quelli che possono essere definiti “influencer virtuali” sia perché sono personaggi esplicitamente fittizi e virtuali sia perché sono frutto di una sceneggiatura che ne accosta la proiezione digitale alle più tradizionali serie televisive. Forse più progetti di comunicazione che personaggi in grado di imprimere un cambiamento nei gusti e nelle scelte delle persone, più testimonial di marchi noti – come Barbie o il Colonnello Sanders della catena KFC – che maitre-à-penser, gli influencer virtuali erano seguiti già da milioni di persone su Instagram ed indubbiamente si sono prestati a sviluppare nel tempo contenuti in grado non solo di interpretare storie a supporto di aziende e organizzazioni, ma anche di offrire la sponda a forme di “pubblicità progresso”. Come Louis Delage, il profilo Instagram fittizio dietro al quale si celava una comunicazione volta a sensibilizzare i più giovani in merito alla facilità con la quale è possibile cadere nella dipendenza dall’alcool. O come Mayhem, il combinaguai che, post dopo post, dà modo ad un’assicurazione americana di valorizzare le proprie polizze.

Per consultare qualche “influencer virtuali” molto seguito, ecco una lista non di certo esaustiva:

Ancor più interessante è da ultimo l’iniziativa di un’azienda, FourFront, che ha scritturato attrici e attori che si filmano da soli e caricano i propri video su TikTok, ma interpretano copioni pensati per appassionare e far divertire il pubblico. Il loro hashtag  #fictional ha aggregato finora 2 milioni di follower e quasi 300 milioni di visualizzazioni, numeri che danno l’idea di quanto possa essere solo il primo di progetti simili, evoluzione delle collab house con cui già, prima della pandemia, i singoli tiktoker collaboravano e rendevano più professionali la loro presenza online. In questo caso, l’iniziativa, secondo uno dei suoi fondatori, è esplicitamente pensata per creare “un universo di personaggi interconnessi simile a quello dei film Marvel” e per investire su quelli che hanno più seguito e che sono amati dal pubblico.

Le caratteristiche di TikTok, diversamente da ambienti digitali come il blog o il canale YouTube, rendono più difficile distinguere i video veri da quelli finti e si prestano quindi a guardare a queste piattaforme in modo simile alla TV e alla sua capacità di dare voce a serie di successo.

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