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Per R. Metsola (Presidente UE): ‘La questione energetica non è più economica e climatica ma di sicurezza’

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Intervento della Presidente del Parlamento europeo all’incontro del Gruppo dei 20. Un evento organizzato per confrontarsi sulle prospettive della EU nel quadro della de-globalizzazione in atto e del cambiamento dei flussi commerciali e finanziari.

Un passo che dobbiamo fare è l’embargo del petrolio dopo quello del carbone. E’ vero che ogni Paese ha la sua specificità ma questa è una guerra in cui non possiamo avere delle divisioni“. Lo ha detto la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola intervenendo al webinar del Gruppo dei 20 coordinato dall’economista Luigi Paganetto.

Questione energetica

La questione energetica “non è più economica e climatica ma di sicurezza. Dobbiamo ammettere che per troppo tempo abbiamo ignorato il problema che abbiamo in Europa. Abbiamo isole energetiche come Spagna e Portogallo. Abbiamo Paesi che sono dipendenti al 100% dalla Russia, come la Bulgaria, abbiamo Paesi che non possono essere indipendenti da Mosca e anche volendo aumenta parallelamente la loro dipendenza da Paesi come Algeria e Qatar“, ha aggiunto Metsola. E, sulle misure europee contro la Russia, la presidente del Parlamento europeo ha inoltre sottolineato che “se i Paesi vogliono essere membri dell’Europa devono mettere in atto tutte le sanzioni. Questo è un periodo in cui dobbiamo pagare un prezzo per la democrazia e la libertà ma dobbiamo essere anche sicuri che tutti seguano le stesse regole sulle sanzioni già varate“.

Il punto di Luigi Paganetto

Luigi Paganetto, economista noto per il suo forte impegno sui temi europei alla guida  del Gruppo dei 20 dell’Università di Roma Tor Vergata ha ribadito il suo  “Nulla sarà più come prima“ circa gli assetti economici internazionali dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Non solo per gli effetti di deglobalizzazione che sta producendo ma anche i per rischi   di una recessione prolungata che sono all’orizzonte. Le palesi difficoltà europee a realizzare in tempi brevi quell’indipendenza energetica che appare necessaria e nei voti dell’Europa  (ma di cui ancora non c’è un piano condiviso ), suggeriscono che il cammino da percorrere si incrocia non solo con quello della transizione energetica ma anche con quello della disponibilità dei cittadini a sostenerne i costi.

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La priorità è porre fine al conflitto

Nessuno può dubitare che la priorità immediata sia di porre fine al conflitto, difendendo  l’indipendenza dell’Ucraina e le esigenze dei rifugiati. E’ chiaro però che l’Europa deve anche  ritrovare una centralità del suo ruolo nel ridisegno degli equilibri internazionali in atto. Ciò potrebbe avvenire  con un impegno diretto ad attenuare l’impatto della crisi non solo in casa propria ma anche nei paesi africani, nei quali un lungimirante  intervento di cooperazione potrebbe consentirle di attenuare i rischi di crisi alimentare e di affermare in positivo e con forza i valori che stanno alla base del  suo progetto fondativo.

In questo quadro Il Parlamento Europeo potrebbe avere un ruolo assai più rilevante di quello svolto in passato, guardando, come dice la Presidente Metsola, al grande impegno rappresentato dalla Conferenza sull’Europa Futura in cui il Parlamento potrà farsi interprete di queste esigenze. 

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