Via libera del Garante privacy all’introduzione di alcune modifiche nella procedura di emissione del passaporto elettronico per i residenti all’estero. Le integrazioni proposte intendono semplificare e rendere più sicuri i processi di acquisizione e trasmissione dei dati da parte dei consoli onorari abilitati.
Il parere dell’Autorità è stato reso al Ministero degli Affari esteri (MAE) su un testo che aggiorna il provvedimento che fissa le regole tecniche del processo di emissione del passaporto elettronico, sul quale il Garante si era già espresso nel 2012.
L’attuale procedura, per minimizzare i disagi dei residenti in località lontane o poco collegate con la sede consolare di prima categoria, consente l’acquisizione dei dati, inclusi quelli biometrici – immagine del volto ed impronte digitali– utilizzando postazioni mobili in dotazione ai consoli onorari dislocati sul territorio e ai funzionari consolari itineranti. I dati così acquisiti vengono poi scaricati presso la sede consolare competente per l’emissione del documento.
La novità, proposta dal MAE e approvata dal Garante con precise indicazioni e suggerimenti a tutela dei dati personali trattati, prevede invece che i consoli onorari, ma non i funzionari itineranti, che continueranno a seguire la procedura in vigore, trasferiscano direttamente e in via telematica la documentazione acquisita al MAE anziché alla sede consolare competente, che a sua volta riceverà le informazioni necessarie al rilascio del passaporto dal Ministero.
Questo consentirà di evitare il trasporto fisico delle postazioni mobili con minori costi e di ampliare il numero dei Consoli onorari disponibili per la raccolta dei dati sul territorio.
I dati saranno cancellati dalla postazione mobile all’atto della trasmissione al Ministero, che avverrà in modalità sicura attraverso misure rafforzate, tra cui, una procedura di autenticazione