Prime Donne sceglie la giornata dell’Equal Pay Day, che segna in Europa il giorno dell’anno in cui le donne smettono simbolicamente di guadagnare in confronto ai loro colleghi uomini a parità di qualifiche e mansioni, per lanciare la campagna #StessaPaga.
L’iniziativa di questa Scuola di politica al femminile, finanziata da +Europa, ma rivolta gratuitamente e trasversalmente a tutte le donne – e chissà in un futuro anche ad uomini interessati a cambiare prassi superate – sceglie un hashtag, #StessaPaga, che non lascia spazio a dubbi alcuni sui suoi obiettivi e si rivolge tanto alle Istituzioni quanto al mondo datoriale, pubblico e privato.
Percentuali…
Costanza Hermanin, ricercatrice allo European University Institute, fondatrice e “motore” della Scuola, ha ricordato, nel motivare le ragioni della campagna, come la differenza media tra salari maschili e femminili nell’Unione europea sia del 16%, il che corrisponde, per le donne, a circa 2 mesi di lavoro non retribuito. Le disparità di remunerazione tra uomini e donne non è solo un problema di giustizia sociale, ma anche un ostacolo per la crescita economica dell’intera comunità. Secondo uno studio della Banca d’Italia, infatti, il PIL italiano potrebbe crescere di oltre mezzo punto l’anno solo grazie alla parità salariale e di 7 punti se venisse dimezzato anche il divario di genere nel tasso d’impiego. E l’emergenza Covid – ha detto ancora la Hermanin – ha amplificato la disparità tra lavoratrici e lavoratori, con una disoccupazione femminile che in pochi mesi risulta più che triplicata rispetto a quella che interessa gli uomini.
La campagna
La campagna #StessaPaga – attiva sui principali social network – intende denunciare apertamente la discriminazione salariale, informare sugli impatti a livello economico, chiedere misure per la trasparenza di remunerazioni e contratti, invitando nel contempo le donne e gli uomini a segnalare situazioni di disparità.
Un obiettivo che ci riguarda tutti
“È tempo di adottare misure concrete per la trasparenza dei salari, che includano sanzioni per chi non rispetterà criteri di parità”, ha detto ancora Costanza Hermanin. “La Commissione europea annuncerà una proposta di direttiva nel prossimo Dicembre e in Italia esiste già sui tavoli della Politica una proposta di legge, di iniziativa della deputata Chiara Gribaudo, che è opportuno venga calendarizzata quanto prima in Parlamento. Perché dalla parità guadagnano tutti, non solo le donne”.