La città tende sempre più a svilupparsi verso l’alto, grazie all’edilizia verticale, col fine di risolvere contemporaneamente i problemi della densità abitativa e del consumo di suolo. Entro il 2050 i centri urbani di tutto il mondo avranno 2,5 miliardi di abitanti ‘in più’ rispetto ad oggi, portandosi complessivamente a oltre 6 miliardi di cittadini.
Questo significa che, se non si interviene subito con gli strumenti appropriati, si avrà: aumento dei rifiuti e dell’inquinamento, scarsità di acqua potabile, riduzione degli spazi verdi, peggioramento della qualità della vita, senso di insicurezza diffuso, diseguaglianza sociale, esclusione crescente di fette di popolazione da formazione, lavoro, sanità, cultura, intrattenimento, innovazione tecnologica, progresso sociale.
L’architetto francese Vincent Callebaut ha presentato in questi giorni, aiutato dal team del suo studio, un nuovo progetto per Paris Smart City 2050. Entro questa fatidica data, la capitale francese dovrà essere dotata di smart buildings in grado di assicurare efficienza energetica, taglio della CO2, riciclo dei rifiuti, recupero di acqua piovana, piste ciclabili e aree pedonali più lunghe e più grandi di quelle attuali, l’uso di mezzi per il trasporto pubblico a motore elettrico (Smart Mobility) e spazi verdi più accessibili.
In futuro i cambiamenti climatici saranno sempre più difficili da affrontare, se non si farà ricorso all’innovazione tecnologica applicata alla ‘resilienza’ urbana. Parigi smart city deve prevedere nei suoi piani di attuazione una riduzione del 75% dei gas serra entro il 2050, proporre un’architettura che integri in sé il concetto di verde (con piante e giardini a tappezzare facciate e tetti dei palazzi, i cosiddetti green roof o giardini pensili moderni), gli strumenti necessari per far funzionare le smart grid per la co-generazione locale di energia, soprattutto elettrica (ma anche per il riscaldamento), da fonti energetiche rinnovabili.
Nella visione di Callebaut quartieri celebri di Parigi vedranno sorgere imponenti edifici verticali, come il palazzo denominato ‘mountain towers’, che prenderà forma in rue de Rivoli, ad esempio, con celle fotovoltaiche e solari per la generazione di energia elettrica e il risaldamento dell’acqua, un sistema di filtraggio naturale al 100% dell’acqua di scarto per recuperare la quasi totalità delle risorse idriche a disposizione degli abitanti della struttura.
Una costruzione quindi completamente autosufficiente, tirata su con materiale a bassissimo impatto ambientale e totalmente riciclabile, a cui si ispira anche l’altro edificio immaginato dallo studio d’architettura parigino, l’antismog tower.
Una tower avveniristica, che si ramifica al suolo per 23 chilometri di corridoi e tunnel eredità della vecchia linea della metropolitana cittadina. Al suo interno c’è un esteso intrecciarsi di filtri per la purificazione dell’aria e il controllo degli agenti inquinanti. In più, sempre nell’antismog tower, saranno integrati delle turbine eoliche per la generazione di energia elettrica.
Sulla stessa linea anche gli altri progetti per Parigi 2050, come la torre della fotosintesi, i parchi verticali, i giardini verticali di bambù, le torri di mangrovie, quelle per gli orti urbani, quelle a emissioni zero e altre ancora. In ognuna delle costruzione immaginate si trovano uffici, aree commerciali, abitazioni private, teatri, cinema, spazi pubblici e ricreativi, per il coworking, il lavoro all’aria aperta, lo sport, lo shopping e tanto altro.