Brasile, papa Francesco telefona a madre di Marielle Franco
23 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – Papa Francesco ha telefonato alla madre di Mairelle Franco, la consigliera comunale di Rio de Janeiro assassinata a colpi di arma da fuoco lo scorso mercoledi’. E’ quanto scrive il quotidiano brasiliano “O Globo”, che cita la sorella della Franco, Anielle Silva. Poco prima della celebrazione della messa del settimo giorno il pontefice avrebbe telefonato alla madre della Franco esprimendo solidarieta’ alla famiglia e avrebbe detto di stare pregando per tutti. “Mia madre e’ rimasta molto emozionata, tanto che non ha capito tutto quello che il papa ha detto. Mi ha raccontato che il papa ha pronunciato il nome di Marielle, ha espresso solidarieta’ e ha dichiarato che sta pregando per la famiglia”, ha raccontato la sorella della consigliera uccisa. “Non ho creduto subito che il papa avesse telefonato. La prima cosa che ho pensato e’ che si trattasse di uno scherzo, ma era vero, e siamo tutti molto emozionati con questo affetto”, ha spiegato la Silva. Il direttore della organizzazione non governativa argentina La Alameda, Gustavo Vera, amico di papa Francesco, ha scritto su Facebook che il pontefice ha telefonato alla donna. Vera ha spiegato che ha ricevuto una lettera della figlia della Franco, Luyara, attraverso un amico, e l’ha inviata a Francesco. Nel testo, Luyara chiedeva al papa che “pregasse per noi, per la nostra famiglia, per le donne, per il popolo nero, per la vita nelle favelas di Rio de Janeiro”. “Questa e’ l’unica verita’. Il papa fa telefonate senza consultare nessuno, ne’ la Segreteria di Stato del Vaticano, ne’ i responsabili della comunicazione. In passato ha gia’ telefonato a persone che lo hanno commosso. Per questo ha dichiarato alla madre che le esprime tutto il suo affetto e solidarieta’”, ha spiegato Lucas Schaerer, collaboratore della La Alameda.
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Gli Usa sospendono l’imposizione dei nuovi dazi sull’acciaio a Ue e Corea del Sud
23 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – Gli Stati Uniti esenteranno temporaneamente l’Unione Europea la Corea del Sud dalle tariffe recentemente imposte dall’amministrazione presidenziale Usa alle importazioni di acciaio e alluminio. Lo ha annunciato ieri il Rappresentante del commercio Usa, Robert Lighthizer, dopo settimane di pressioni da parte di Bruxelles e del governo sudcoreano. Il funzionario ha spiegato durante un’audizione al Senato che il presidente Donald Trump ha autorizzato una “pausa” per i produttori di acciaio e alluminio europei e sudcoreani, le cui esportazioni verso gli Usa non saranno sottoposte per ora ai dazi del 25 e del 10 per cento la cui entrata in vigore e’ fissata per oggi. La lista delle esenzioni temporanee o permanenti include anche Unione europea, Argentina, Brasile, Australia, Canada e Messico. Il ministro del Commercio sudcoreano, Kim Hyun-chong, ha confermato l’esenzione, precisando che per il momento quest’ultima rimarra’ in vigore sino ad aprile.
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Usa, dalla Camera via libera alla maxi-legge di spesa da 1300 miliardi di dollari
23 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – La Camera Usa ha approvato con 256 si’ e 167 no l’attesa legge di spesa da 1300 miliardi di dollari, che ora dovra’ ricevere il via libera del Senato ed essere firmata da Donald Trump entro la mezzanotte di venerdi’ per evitare lo “shutdown”, ovvero l’arresto delle attivita’ non essenziali del governo. Un capitolo importante della nuova legge – spiega il “Wall Street Journal” – e’ dedicato all’incremento delle risorse per la Difesa, come sottolineato dal presidente della Camera, Paul Ryan: “Oggi iniziamo a invertire la tendenza”, ha detto ai giornalisti. I leader democratici hanno applaudito gli aumenti dei finanziamenti per gli Istituti Nazionali di Salute, per i programmi per la cura dei bambini, per la ricerca sugli oppiacei e per l’assistenza sanitaria dei veterani e le infrastrutture. Verranno poi destinati 1,57 miliardi di dollari per la costruzione di barriere fisiche al confine con il Messico, molto meno rispetto alla richiesta iniziale del presidente Donald Trump. In generale, l’opposizione Democratica puo’ cantare vittoria su molti altri fronti, inclusa la conferma dei finanziamenti pubblici alle “citta’ santuario” – gli enti locali che rifiutano di cooperare con le autorita’ federali all’espulsione degli immigrati clandestini – e alla federazione delle organizzazioni abortiste Planned Parenthood, oltre allo stop all’assunzione di un maggior numero di poliziotti e agenti di confine per arginare gli ingressi illegali.
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Catalogna, la Cup boicotta l’investitura di Turull
23 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – Il partito politico catalano Candidatura di Unita’ popolare (Cup) ha contrastato ieri l’investitura di Jordi Turull come presidente della Generalitat catalana definendola di fatto una resa a Madrid, sostenendo che non e’ possibile condizionare l’azione politica “all’azione dello Stato repressivo” o alle decisioni del giudice della Corte suprema spagnola Pablo Llarena. Dopo piu’ di cinque ore di dibattito sull’investitura, convocata ieri con urgenza dal Presidente del Parlamento, Roger Torrent, la candidatura di Turull ha ricevuto solo 64 voti a favore, quelli di JxCat ed Erc, mentre i quattro membri del Cup si sono astenuti e i 65 membri di Ciudadanos, Cps, Catalunya en Comu’-Podem e Ppc hanno votato contro. La notizia e’ stata riferita da tutti i principali quotidiani spagnoli che sottolineano come la decisione rimette cosi’ il futuro della legislatura e di Turull nelle mani di Llarena che oggi si pronuncera’ contro i membri direttivi del processo di indipendenza. Il quotidiano “La Vanguardia” sottolinea come la Cup abbia aperto un nuovo periodo per la sovranita’ catalana, ponendo fine alle alleanze indipendentiste. Carles Riera, deputato del Cup, potrebbe rappresentare una rottura della situazione di stallo politico che la Catalogna sta attraversando, con la sua proposta di “costruire una repubblica” e lasciarsi alle spalle la fase autonomista.
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Francia, il governo di mostra determinato a proseguire le riforme nonostante gli scioperi
23 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – Ieri in Francia si sono tenute una serie di manifestazioni e scioperi per protestare contro le riforme del sistema ferroviario e dell’amministrazione pubblica. Lo riporta la stampa transalpina, specificando che 323mila manifestanti sono scesi in strada. Mentre “Le Figaro” scrive che il governo non dovrebbe essere “perturbato da questo movimenti di protesta, “Libe’ration” nota che la mobilitazione puo’ “preoccupare” l’esecutivo. Dal canto suo, il governo si e’ detto disponibile ad ascoltare i manifestanti e “determinato” e proseguire le riforme intraprese. il quotidiano riporta le testimonianze raccolte nei vari cortei in giro per a Francia. Secondo la Sncf, azienda nazionale di trasporti ferroviari, il personale scioperante e’ stato del 35,4 per cento. Per la prima volta i quotidiani francesi hanno realizzato una stima indipendente del numero di manifestanti. A Parigi ne sono stati rilevati 47.800. Il sindacato della Cgt ne ha annunciati piu’ di 500mila in tutta la Francia, contro i 323mila contati dalla questura. Il presidente Emmanuel Macron, in visita a Bruxelles per il Consiglio europeo, non ha rilasciato nessun commento in merito. il titolare dell’Eliseo si e’ concentrato su temi internazionali come il caso Skipral e la Brexit.
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Francia, Sarkozy si difende dalle accuse sui presunti finanziamenti libici
23 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – L’ex presidente Nicolas Sarkozy parte al “contrattacco” dopo essere stato iscritto nel registro degli indagati nell’ambito delle indagini sui presunti finanziamenti dal rais libico Muammar Gheddafi, intervenendo in diretta su Tf1 per tutelare il suo “onore”. E’ quanto riferisce “Le Figaro”, che ricorda come secondo gli inquirenti, esistano “indizi gravi e concordanti” per continuare le indagini. Dal canto suo, Sarkozy nega ogni addebito. “Non c’e’ che odio, fango, malevolenza e calunnia. Nessuna prova contro di me” ha affermato l’ex leader della destra francese, denunciando la “mostruosita’” delle accuse provenienti dalla “banda di Gheddafi”. Sarkozy ha negato tutte le accuse che gli sono state rivolte. “Queste persone, che sono assassini, criminali, delinquenti, non producono nessuna prova” ha affermato Sarkozy, che definisce come un “falso” il documento pubblicato dal quotidiano Mediapart nel 2012. Denunciando “l’inferno di questa calunnia”, l’ex presidente si e’ detto deciso a difendersi, escludendo ogni eventuale ritorno nel mondo politico francese. “La politica e’ finita, ma la Francia non sara’ mai finita” ha detto. Il suo avvocato, Thierry Herzog, ha annunciato che fara’ appello contro il provvedimento di liberta’ vigilata.
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Germania, il caso Hussein K. e il problema degli stranieri minori non accompagnati
23 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – In Germania l’acronimo Uma sta per “straniero minore non accompagnato”. Hussein K. e’ uno di loro ed e’ stato condannato all’ergastolo per omicidio e stupro dalla corte distrettuale di Friburgo. Il giovane afgano era arrivato in Germania nel 2015. I rifugiati spesso dichiarano un’eta’ falsa, perche’ sanno cosi’ di poter godere della protezione estesa dalla legge tedesca ai minori, a prescindere dalla procedura di asilo. Si tratta di un costoso sistema di supporto sociale. La sistemazione di un minore rifugiato o adolescente cresciuto in Germania puo’ costare fino a 60.000 euro all’anno. Tra i rifugiati che si proclamano minorenni figurano numerosi casi problematici, come quelli di diversi giovani adulti provenienti dal Gambia o dagli Stati del Maghreb, che entrano in Europa e poi si dedicano al traffico di droga. Soprattutto nell’autunno caotico del 2015, le autorita’ per l’immigrazione e gli uffici per il benessere dei giovani non sono sempre stati in grado di valutare adeguatamente l’eta’ dei rifugiati e accertarne l’identita’. Stando alle statistiche dei singoli distretti, circa la meta’ dei richiedenti asilo che sostiene di essere minorenne ha in realta’ piu’ di 18 anni. Nel caso di Hussein K., ci sono stati errori gravissimi, perche’ le autorita’ greche non hanno registrato l’uomo, condannato, nelle banche dati delle autorita’ di ricerca europee. Attualmente in Germania vivono circa 44.000 Uma, di cui 7.500 nel solo Baden-Wuerttemberg. Secondo gli uffici d’assistenza dello Stato tedesco ogni anno l’assistenza data a questi giovani costa circa 42 milioni di euro. C’e’ voluto del tempo prima che la politica s’accorgesse che il sistema di welfare giovanile tedesco differenziato era inadeguato a gestire questa sfida. Nel breve periodo la Csu e alcuni politici della Cdu stanno cercando di ammodernare le strutture d’accoglienza in modo da alleggerire i costi e di garantire che i giovani rifugiati richiedano asilo immediatamente all’arrivo. In particolare si e’ battuto per cio’ l’ex ministro bavarese per gli Affari sociali, la cristiano sociale Emilia Mueller (Csu). Ogni giovane rifugiato costa dai 4 ai 5 mila euro al mese, cifre ben difficili da giustificare. Il governo federale ha concordato nell’accordo di coalizione alcuni miglioramenti: in futuro l’eta’ dei minori rifugiati dovrebbe essere individuata in modo piu’ affidabile e la procedura di asilo dovrebbe essere applicata piu’ rapidamente. Tuttavia rimane un’area grigia difficile da controllare dovuta alle agenzie che si occupano dei giovani rifugiati, che sono regolamentate da contratti di diritto privato e non pubblico e hanno tutto l’interesse a massimizzare il numero dei loro assistiti. Mancano inoltre assistenti sociali e psicologi. Inoltre tra i minori ci sono molti “obiettori all’integrazione”, soprattutto provenienti dall’Africa occidentale e dagli Stati del Maghreb.
La Gran Bretagna ottiene l’appoggio dell’Unione europea nella guerra di spie contro la Russia
23 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – La Gran Bretagna ha ottenuto l’appoggio dell’Unione Europea per la sua “guerra di spie” contro la Russia: lo scrivono oggi venerdi’ 23 marzo tutti i principali giornali britannici. Il quotidiano laborista “The Guardian” in particolare riferisce che la premier britannica Theresa May ha incassato il sostegno degli altri leader europei nel corso della cena di lavoro dei capi di Stato e di governo dei paesi Ue tenuta a Bruxelles ieri giovedi’ 22 marzo ed in una serie di incontri piu’ ristretti avuti a margine di essa. Come diretta conseguenza, l’Unione Europea ha richiamato per consultazioni il suo ambasciatore a Mosca ed diversi governo, tra cui quelli di Francia, Polonia, Lituania, Estonia e Lettonia, si preparano ad espellere un certo numero di diplomatici ed agenti segreti russi dai propri paesi: un serio colpo alla rete di spie russe in Europa ed un duro messaggio al leader del Cremlino Vladimir Putin. Prima della cena la May si era incontrata con il cancelliere tedesco Angela May ed il presidente francese Emmanuel Macron: al termine i tre leader “hanno riaffermato che non c’e’ altra plausibile spiegazione che una responsabilita’ della Russia” al tentativo di assassinio avvenuto all’inizio di questo mese nei confronti dell’ex agente sovietico Sergei Skripal passato all’Occidente agli inizia degli anni Novanta ed avvelenato con un agente nervino assieme a sua figlia Yulia nella citta’ britannica di Salisbury dove si e’ stabilito. La premier britannica ha incassato dai leader Ue anche una dichiarazione comune di sostegno assai piu’ robusta di quella emessa dai ministri degli Esteri all’inizio della settimana che evitava di accusare apertamente la Russia: “L’Unione Europea”, recita il comunicato, “condanna nei termini piu’ forti possibili il recente attacco di Salisbury, esprime la sua pia’ profonda simpatia a tutte le persone la cui vita e’ stata messa in pericolo e sostiene le indagini in corso” condotte dalla polizia britannica. Noi”, conclude la dichiarazione finale dei leader europei, “siamo uniti nella solidarieta’ alla Gran Bretagna davanti a questa grave sfida alla nostra sicurezza comune”. Per il governo britannico si tratta di un notevole successo, soprattutto considerando che non tutti i leader europei prima della cena di ieri sera erano convinti del coinvolgimento diretto della Russia nel tentato assassinio di Salisbury.
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Il presidente del Parlamento europeo Tajani, “non aiuta prendersela sempre con i tedeschi”
23 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – In una lunga intervista rilasciata alla versione online di “Der Spiegel”, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, 64 anni, ha parlato della disputa commerciale con gli Stati Uniti, dello scontro tra Regno Unito e Russia sul caso Skripal e dello scandalo sui dati riguardante Facebook. In merito al presidente statunitense Donald Trump e dei dazi imposti sull’acciaio, il politico italiano ha sottolineato come sia incomprensibile il fatto che l’inquilino della Casa Bianca voglia coinvolgere anche l’Europa nella guerra commerciale all’acciaio cinese, anziche’ cercarne il sostegno come alleato. Tajani si e’ detto pronto a discutere la questione con il portavoce della Camera dei rappresentanti Paul Ryan e s’e’ detto sicuro che l’amicizia transatlantica alla fine prevarra’. Nel frattempo, ha avvertito, le minacce come quelle paventate dal capo della Commissione europea Jean-Claude Juncker di porre dazi a moto e whisky americani non giovano. Tutto cio’, comunque, ha dichiarato Tajani, non ha nulla a che vedere con il giro di vite che l’Europa deve praticare nei confronti delle societa’ statunitensi della Silicon Valley, che fanno profitti miliardari senza pagare tasse. Occorrono inoltre regole per tutte le principali aziende tecnologiche, indipendentemente da dove esse provengano. Il problema riguarda tanto il diritto d’autore, quanto la sicurezza sui social media come Facebook, Twitter o Instagram. Il presidente del Parlamento Ue si aspetta inoltre, in merito alla vicenda della societa’ di analisi Cambridge Analytica, che il fondatore di Facebook Marc Zuckerberg dia risposte credibili al Parlamento europeo. Tajani ha incontrato il cancelliere tedesco, la cristiano democratica Angela Merkel, prima del vertice della Ue a Bruxelles, per parlare soprattutto della sfida migratoria e delle possibili soluzioni. Occorre rivedere anzitutto il trattato di Dublino, ha detto Tajani, perche’ la situazione, soprattutto per l’Italia, si e’ fatta insostenibile, e cio’ ha contribuito in maniera fondamentale al successo dei partiti populisti. L’Italia e’ stata lasciata sola e i suoi cittadini si sentono abbandonati. Occorre prevenire il fenomeno migratorio dovuto a motivi economici con un piano Marshall europeo da 40 miliardi di euro affinche’ i migranti africani abbiano prospettive nei loro paesi. E’ inoltre giusto quanto proposto dal cancelliere tedesco in merito al taglio dei fondi europei verso quei paesi dell’Unione che si rifiutano di accogliere la loro quota di migranti. Il principio e’ semplice, ha ribadito Tajani: niente soldi senza solidarieta’. In merito alla vittoria elettorale del Movimento 5 stelle e della Lega in Italia, entrambi partiti euroscettici, secondo Tajani occorre un forte messaggio da parte di Bruxelles in merito all’immigrazione clandestina e alla disoccupazione giovanile. La domanda che molti italiani si pongono, ha spiegato il politico, e’: “Dov’e’ l’Europa quando ne abbiamo bisogno?”. Per quanto riguarda le istituzioni europee e la loro rappresentativita’, ha spiegato Tajani, il problema non e’ tanto la quantita’ di tedeschi nei posti di vertice, come Manfred Weber, a capo dei democratici cristiani nel Parlamento, o di Udo Bullmann a capo dei socialdemocratici, quanto l’assenza di figure politiche di altre nazioni. Non serve recriminare contro i tedeschi, ha avvertito Tajani, se non ci sono leader europei di pari livello. In merito alla Russia, infine, secondo il presidente del Parlamento Ue quest’ultima finora non e’ stata troppo indulgente nei confronti di Mosca, soprattutto con le sanzioni applicate per il conflitto nell’Ucraina orientale. L’assassinio dell’ex spia russa a Londra e’ deprecabile, secondo Tajani, ma la Russia rimane un partner importante per l’Europa, e quest’ultima dovrebbe fungere da ponte fra Mosca e Washington. Gli interessi europei con la Russia sono differenti da quelli statunitensi, e forse l’Europa e’ in grado di capire la Russia meglio dei suoi amici d’oltreoceano.
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Il corridoio Malmoe-Palermo, due giganteschi progetti ingegneristici cambieranno la geografia dell’Europa
23 mar 11:02 – (Agenzia Nova) – Nella sua ultima edizione in edicola oggi venerdi’ 23 marzo, il settimanale britannico “The Economist” pubblica un articolo in cui sostiene la necessita’ per l’Unione Europea di concentrare i suoi sforzi finanziari e progettuali nel miglioramento delle infrastrutture di collegamento Nord-Sud; ed in particolare esamina la situazione del cosiddetto “corridoio Malmoe-Palermo”, il gigantesco progetto ingegneristico che dovrebbe unire la Svezia e la Scandinavia alla Sicilia ed all’isola di Malta e che potrebbe cambiare la geografia dell’Europa scavalcando le barriere finora quasi insormontabili opposte da montagne e mari, cosi’ come quelle rappresentate dalle differenze culturali ed economiche tra le varie regioni che il corridoio dovrebbe attraversare. L’articolo ricorda che, mentre nella sezione del progetto tra la Danimarca e la Germania i piani stanno andando avanti, tutto e’ fermo nella Penisola italiana, ed in particolare nel Mezzogiorno, attualmente la parte piu’ lenta del percorso dell’intero corridoio: il settimanale britannico spezza una lancia a favore della costruzione di un ponte sullo Stretto di Messina e di una linea ferroviaria ad alta velocita’ che colleghi Napoli a Palermo; e cio’ nonostante lo scarso ritorno economico che esso avrebbe a causa della perdurante poverta’ della Sicilia e anzi proprio per questo motivo. “The Economist” ricorda infatti ai politici europei in agitazione per il superamento delle divisioni Ovest-Est che sono il semplice prodotto di accidenti storici superabili, dovrebbero piuttosto concentrarsi sulle soluzioni pratiche per colmare il baratro tra il Nord ed il Sud del continente, che sono assai piu’ profonde: secondo il settimanale, dunque, il completamento del corridoio Malmoe-Palermo sarebbe una realizzazione politica altrettanto importante e decisiva del rafforzamento del corridoio Parigi-Mosca gia’ aperto nel 2006 con un collegamento ferroviario diretto.
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