“Non possiamo escludere il rischio che fra 20-30 anni possa esserci una valuta digitale ‘dominante’, così come in passato è successo a sterlina o dollaro: ma anche se ci vorranno anni, a quel punto sarà troppo tardi per reagire”.
A lanciare l’allarme è – in un dibattito a Francoforte organizzato dalla Bundesbank Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce, esprimendo la convinzione che presto “le valute digitali potrebbero essere usate a livello internazionale”. D’altronde, aggiunge, “negli ultimi mesi abbiamo visto che alla luce della situazione geopolitica mondiale, la finanza è stata usata come un’arma”. Questo, spiega Panetta, “è stato necessario per contrastare l’inaccettabile attacco all’Ucraina”, ma è un processo “che ha costi e conseguenze per il nostro futuro”.
Nonostante il rischio di uno scenario finanziario dominato da una valuta digitale dominante, però, per Panetta – che supervisiona nella Bce il processo di studio di un ‘euro digitale’ – “non penso che nonostante questo rischio dovremmo accelerare” il varo di una moneta unica europea digitale. “Questo è un processo fondamentale che toccherà la fiducia della gente nell’euro: quindi dobbiamo prenderci il tempo necessario, ma alla fine introdurremo una valuta digitale che funziona” ha concluso.
L’Ue è al lavoro per assicurare un’infrastruttura di pagamento forte
I pagamenti sono stati un aspetto a lungo sottovalutato del sistema monetario, perché considerati un sistema stabile ed affidabile, ma l’innovazione è esplosa e sta ora infrangendo questa percezione. Di fronte al fiorire di startup fintech ed al successo delle criptovalute, la banca centrale ha avvertito il bisogno di assicurare dei sistemi monetari e di pagamento stabili e garantire la disponibilità dell’euro al pubblico, non solo nella forma fisica ma anche nella forma digitale.
“Stiamo lavorando attivamente – ha sottolineato il banchiere – per modernizzare l’infrastruttura di pagamento alla base del nostro sistema finanziario. Le tecnologie e le preferenze stanno cambiando e preservare il ruolo della moneta ufficiale come risorsa sicura al centro del sistema rimane fondamentale. Rafforza la fiducia nel buon funzionamento del sistema finanziario”.
“La moneta della banca centrale esiste già da anni in forma digitale per un uso all’ingrosso”, ha ricordato Panetta, aggiungendo che il ruolo della banca centrale è quello di “fornire infrastrutture all’avanguardia per le transazioni all’ingrosso affinché i privati possano sviluppare i loro servizi innovativi. Queste infrastrutture possono promuovere l’innovazione in Europa e oltre”.
Panetta (BCE): “Stablecoin stabili solo di fatto”
“Come abbiamo visto negli ultimi mesi, le stablecoin sono soggette a fughe di capitale. In altre parole, sono stabili solo di nome. Consentire loro di essere completamente garantite dalla moneta della banca centrale esternalizzerebbe effettivamente la fornitura di moneta della banca centrale a soggetti privati, mettendo in pericolo la sovranità monetaria”, ha aggiunto Panetta.
“La digitalizzazione della finanza ha ampliato le opzioni di pagamento, con le fintech emergenti, le big tech e le criptovalute che causano interruzioni. Dobbiamo preservare un’ancora di stabilità per i sistemi monetari e di pagamento”, ha aggiunto.
“La salvaguardia di questa ancora è l’obiettivo del nostro progetto di euro digitale. – ha spiegato – Vogliamo garantire che il denaro della banca centrale rimanga a disposizione di tutti nell’area dell’euro. Ma dobbiamo anche modernizzare l’infrastruttura di pagamento alla base del nostro sistema finanziario”.
“La moneta della banca centrale esiste già in forma digitale per scopi ‘all’ingrosso’. I progetti di valuta digitale della banca centrale all’ingrosso mirano a rendere più sicure ed efficienti le transazioni interbancarie digitali, come il regolamento di titoli e i pagamenti incrociati”, ha detto ancora Panetta. “Il nostro ruolo è quello di fornire infrastrutture all’avanguardia per le transazioni all’ingrosso come base perché gli attori privati possano sviluppare i loro servizi innovativi. Queste infrastrutture possono promuovere l’innovazione in Europa e oltre”, ha concluso.