Una nuova visione di ampio respiro per un mercato delle Telecomunicazioni che sia paneuropeo per stimolare concorrenza ed efficienza. Ne è convinto anche il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che, nel suo intervento oggi alla 45esima edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli di Rimini, ha affermato “tra le altre riforme necessarie per la competitività̀ dell’economia europea mi limito a ricordare l’allargamento del mercato unico ai settori oggi esclusi, come le telecomunicazioni e l’energia, al fine di stimolare concorrenza ed efficienza”.
Abbiamo scritto “ne è convinto anche Panetta”, perché a portare avanti questa nuova visione paneuropea delle TLC è Alessio Butti, Sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione e alla Transizione Digitale. In più occasioni il Sottosegretario ha spiegato: “Se non si procede con il consolidamento a livello europeo avremo dei problemi con le altre aree del mondo. Partiamo dalla numerazione, che deve diventare europea. Nell’epoca di WhatsApp non ha più senso parlare di numeri nazionali. E poi c’è il roaming. A me piacerebbe che il servizio fosse garantito all’estero da chi già mi segue nel mio Paese a prescindere dai perimetri nazionali. E invece oggi quando si acquista la Sim Card non la si può usare liberamente in un altro Paese”.
Butti: “Separare rete e servizi guarda al mercato paneuropeo”
Inoltre, per Butti “la separazione della rete dai servizi facilita un mercato paneuropeo e la creazione di operatori paneuropei. Un primo passo verso il consolidamento del mercato. “Consentirà”, questo spesso affermato dal Sottosegretario, “di superare una politica commerciale datata e che non consente di garantire l’evoluzione tecnologica necessaria”.
Panetta (Bankitalia): “In Ue produttività lenta, più investimenti su tecnologia”
Ritornando all’intervento di oggi del Governatore della Banca d’Italia, l’attenzione si focalizza anche sulla spinta che Panetta invita a dare agli investimenti pubblici e privati in campo tecnologico.
“In Europa la produttività cresce lentamente”, ha osservato, “negli ultimi due decenni abbiamo accumulato un ritardo di 20 punti percentuali rispetto agli Stati Uniti, principalmente a causa della difficoltà che le imprese europee incontrano nell’utilizzare nuove tecnologie nel processo produttivo”.
“Secondo studi recenti”, ha continuato, “questa debolezza riflette la frammentazione delle attività di ricerca e sviluppo e la scarsa integrazione tra il mondo scientifico e quello delle imprese. L’industria europea è intrappolata in settori a tecnologia intermedia e poco presente in quelli alla frontiera, nonostante l’eccellenza della ricerca condotta nei singoli Paesi.
Panetta: “Tra il 2013 e il 2023, gli investimenti privati nel campo dell’IA sono stati 20 miliardi di dollari in Europa, contro 330 negli Stati Uniti e 100 in Cina“
“Il caso dell’intelligenza artificiale (IA) è emblematico”, ha detto Panetta. “Sebbene in questo campo le università europee producano ricerca di qualità, le aziende continentali hanno una presenza trascurabile nello sviluppo della tecnologia: tra il 2013 e il 2023, gli investimenti privati nel campo dell’IA sono stati 20 miliardi di dollari in Europa, contro 330 negli Stati Uniti e 100 in Cina”.
“È evidente”, questo il monito del Governatore di Bankitalia, “per motivi sia economici sia strategici, che l’Europa non può limitarsi a essere un semplice utilizzatore della tecnologia. Deve ambire a un ruolo attivo nella sua produzione”.
“Una presenza significativa dell’Europa in questo settore”, ha concluso Panetta, “oggi dominato da pochi giganti tecnologici globali – accrescerebbe la concorrenza e determinerebbe benefici che oltrepassano la dimensione produttiva e riguardano i diritti essenziali dei cittadini, quali la tutela dei dati personali e il pluralismo nel settore dell’informazione”.