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PAdigitale. Roma-Barcellona, asse digitale su open data e software libero

In occasione dell’apertura della Digital Social Innovation Fair 2017 Flavia Marzano, Assessore a Roma Semplice di Roma Capitale, e Francesca Bria, Commissaria del Dipartimento di Tecnologia e Innovazione Digitale del Comune di Barcellona, hanno sottoscritto una dichiarazione d’intenti comune per avviare una cooperazione tra Roma e Barcellona negli ambiti dell’open data e data commons, partecipazione, smart city, trasparenza, trasformazione digitale e open source.

La dichiarazione d’intenti sottolinea fin dalle premesse un comune obiettivo di Roma e Barcellona: sfruttare al massimo la programmazione europea per la realizzazione di politiche e iniziative negli ambiti di cooperazione previsti indicando chiaramente all’articolo 2 i programmi comuni che potranno essere ora avviati: scambio d’informazioni, incontri tra funzionari, amministratori, associazioni imprenditoriali e culturali delle rispettive città.

Roma e Barcellona si impegnano reciprocamente anche a garantire l’un l’altra supporto nei forum comunitari e internazionali e a “cercare di partecipare” a conferenze scientifiche, seminari e incontri, come pure viaggi di ricerca che si terranno nelle due città per contribuire al progresso delle relazioni reciproche.

Inoltre, l’articolo 4, stabilisce che i responsabili dei settori competenti per le politiche comunitarie e per l’innovazione tecnologica di ognuna delle parti proporranno le strategie e le azioni da intraprendere relativamente a quanto previsto nella presente dichiarazione d’intenti.

È per noi un grande onore poter collaborare con Barcellona, la città che, già da qualche anno, è in cima alle classifiche sulle smart city a livello mondiale – ha dichiarato l’assessore Marzano in occasione della presentazione dell’intesa – questa collaborazione servirà da stimolo per riaccreditare Roma nel panorama internazionale”.  La notizia pubblicata sul sito istituzionale indica anche il primo passo di questa intesa: la definizione e l’attuazione di una strategia congiunta sulla trasformazione digitale e la migrazione verso il software libero, il cui utilizzo è già stato previsto da una delibera della Giunta Capitolina dello scorso ottobre.

In occasione della pubblicazione della Deliberazione n. 55 del 14 Ottobre 2016, l’Osservatorio Roma Capitale, ha già dedicato un approfondimento al tema “Roma Capitale laboratorio del software libero”. In particolare la Delibera approvata esattamente quattro mesi fa dalla Giunta Capitolina ha impegnato l’amministrazione di Roma Capitale a:

  1. ricorrere ai sensi della normativa vigente all’uso di software libero o a codice sorgente aperto promuovendo e sostenendo l’adozione di formati e protocolli aperti in ogni ambito;
  2. coinvolgere, a titolo gratuito, le realtà esperte di software libero per agevolare la migrazione verso tale tipologia di software e svolgere iniziative mirate alla formazione del personale dipendente;
  3. promuovere, anche in via sperimentale, software liberi e/o aperti, con caratteristiche compatibili con le esigenze dell’Amministrazione Capitolina;
  4. incaricare il Dipartimento Innovazione Tecnologica della stesura, entro sei mesi dalla data di esecutività della Delibera, di “una nuova proposta regolamentare, concernente la definizione degli standard architetturali e tecnologici del sistema informativo capitolino e della rete di telecomunicazione, che vada a sostituire la disciplina in materia, recata dalla deliberazione n. 3895, adottata dalla Giunta Comunale in data 26 settembre 1997”;
  5. incaricare, infine, “il Dipartimento Innovazione Tecnologica di procedere, entro sei mesi dalla data di esecutività della presente deliberazione, e con la collaborazione delle altre strutture capitoline, ad una ricognizione ed analisi delle spese sostenute dall’Amministrazione Capitolina nell’ultimo quinquennio per l’acquisizione e/o il rinnovo periodico delle licenze di software di tipo proprietario, al fine di valutare anche l’entità delle economie realizzabili attraverso l’adozione del software libero, senza sacrificare le funzionalità attualmente in uso, definendo, altresì, la roadmap degli interventi ed i collegati costi/benefici”.

La cooperazione con Barcellona, quindi, avrà subito l’occasione di contribuire al raggiungimento di questi importanti obiettivi, a partire dalla definizione della nuova proposta regolamentare la cui presentazione è attesa nei prossimi due mesi. L’intesa sottoscritta, infine, non prevede la nascita di strutture di funzionamento e di organismi per la realizzazione degli intenti previsti, rimandando, all’articolo 5, a negoziazioni dirette per ogni eventuale questione concernente l’interpretazione e l’attuazione di della dichiarazione.

Di Andrea Casu, autore del recente volume “Fare meglio con meno. Nudge per l’amministrazione digitale”, (Franco Angeli, 2015)

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