“Una consultazione pubblica sui decreti legislativi per il Foia e il Cad”, questa la richiesta della Consulta Permanente dell’Innovazione che è tornata a riunirsi il 9 dicembre presso la Camera dei Deputati, in occasione della giornata internazionale contro la corruzione.
La riunione, organizzata dall’associazione Stati Generali dell’Innovazione, ha visto la partecipazione di parlamentari, istituzioni, associazioni ed esperti. Tra i temi discussi, il decreto attuativo sull’accesso alle informazioni della pubblica amministrazione e i principi del Freedom of Information Act (FOIA), il decreto attuativo del Codice dell’amministrazione digitale (CAD) e l’attuazione della Carta d’intenti per l’innovazione.
Ad aprire la riunione è Flavia Marzano, presidente degli Stati Generali dell’Innovazione (SGI). A seguire, Fernanda Faini, giurista digitale di Foia4Italy, un progetto della società civile per la diffusione della libertà di informazione e di accesso ai dati, sottolinea la necessità di trasparenza da parte della pubblica amministrazione e i limiti della modalità attuale di accesso alle informazioni.
“Come Foia4Italy abbiamo elaborato una proposta di FOIA, la quale oltre a prevedere che il cittadino possa accedere alle informazioni senza legittimazione soggettiva e senza motivazione, contempla sanzioni in caso di accesso illegittimamente negato”, afferma Faini. “Abbiamo previsto, inoltre, una gratuità dell’accesso e che le eccezioni a tale accesso siano chiare e tassative”. Rosy Battaglia, giornalista, attivista e membro del coordinamento Foia4Italy, sottolinea invece quanto sia difficile per un operatore del mondo dell’informazione fare il proprio mestiere senza poter accedere ai dati della pubblica amministrazione, quali quelli sanitari, ambientali e finanziari ricordando i colleghi a cui è stato impedito di accedere a documenti di interesse pubblico. “Impensabile per i cittadini e i giornalisti una restrizione del diritto di accesso alle informazioni dopo il decreto 33/2013. L’accesso civico è la cartina di tornasole in grado di indicare la buona gestione delle informazioni di una Pubblica Amministrazione trasparente”.
Dopo la discussione sul FOIA è la volta del CAD. Faini riporta le proposte del gruppo di esperti promosso da SGI che ha lavorato sul codice: “Il CAD deve tornare ad essere un Codice, organico, solido ed esaustivo. A tal fine è necessario snellire il testo, in modo tale che contenga i principi generali e possa reggere all’evoluzione tecnologica. Inoltre, il testo deve essere conforme alla normativa europea. Risulta anche essenziale fornire ai cittadini e alla pubblica amministrazione competenze digitali, che si traducono poi in responsabilità. E ancora, prima di emanare provvedimenti deve essere strutturato un passaggio con i portatori di interesse”.
Giovanni Manca, componente advisory board dell’Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione digitale (ANORC), in merito alle regole tecniche del CAD afferma: “Sono diventate ingestibili: sono troppe, contraddittorie, obsolete e confuse”.
Un altro tema affrontato è stato quello della valutazione dello “stato di attuazione” Carta d’intenti per l’innovazione, promossa da SGI e firmata nel 2013 da oltre 80 candidati regionali/nazionali di cui tre attuali ministri. Nello Iacono, vicepresidente degli Stati Generali dell’Innovazione, espone i punti su cui focalizzare l’attenzione. Tra questi figurano il definire e attuare un piano strategico per l’innovazione, il realizzare un programma nazionale per l’alfabetizzazione digitale, il cambiare il modello di lavoro con il risultato di incidere anche sui cambiamenti climatici.
All’esposizione di Iacono seguono gli interventi di membri della Consulta sullo stato dell’arte sul tema open government (Ugo Bonelli), sui dati territoriali nell’ambito del CAD (Sergio Farruggia), sull’esigenza di costituire un forum multistakeholder per il monitoraggio e il coordinamento dell’attuazione dell’agenda digitale in linea con l’UE (Andrea Caccia, Daniele Tumietto), sulla necessità di utilizzare degli standard per i documenti realizzati dalla pubblica amministrazione (Italo Vignoli), sull’esigenza di un’educazione e formazione critica sul digitale ma anche, e soprattutto, di ricomporre la frattura tra saperi e competenze (Piero Dominici).
A sottolineare la centralità della formazione digitale è anche la deputata Mara Mucci: “Educazione e formazione sono fondamentali. Serve far comprendere il valore e le motivazioni che stanno dietro ogni operazione”. Il deputato di Forza Italia Antonio Palmieri denuncia, invece, una grave ingiustizia in atto nella scuola: “E’ singolare che oltre un milione di studenti, quelli delle scuole paritarie, siano esclusi da molte delle misure previste dal piano per la scuola digitale”.
Molte le richieste avanzate dalla Consulta durante la riunione. In primis, la Consulta propone, dietro suggerimento di Palmieri, di prevedere come temi della prossima riunione della Consulta la valutazione dello stato di attuazione della Carta d’intenti per l’innovazione e un nuovo impegno da parte dei parlamentari che l’avevano firmata. I parlamentari concordano poi sull’opportunità di una consultazione pubblica per i decreti legislativi su FOIA e CAD prima della loro trasmissione in Parlamento.
Paolo Coppola, deputato del Partito Democratico e consigliere per l’agenda digitale del ministro Madia, suggerisce azioni per costruire il consenso attorno alla proposta del FOIA: “È importante formulare casi specifici, più facili da comunicare. Occhio poi alle classifiche internazionali sul tema, è utile far vedere che con le modifiche che si propongono si sale di posizione all’interno della classifica”. In riferimento al CAD afferma che ci sarà sicuramente una semplificazione molto forte e sottolinea: “La riforma del codice non è relativa al digitale e alla tecnologia, è di fatto la lotta per avere un’amministrazione efficiente e trasparente, è la lotta alla burocrazia e alla corruzione”.