Campidoglio

PAdigitale. Come salvare Roma? Burocrazia digitale subito! E’ l’unica scossa possibile

di Donato A. Limone, Ordinario di informatica giuridica e Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche ed economiche, Università degli studi di Roma “Unitelma Sapienza” |

La questione romana: come superare i modelli organizzativi degli anni 70? Come i sindaci della Capitale si sono disinteressati di organizzazione burocratica

 La questione romana: come superare i modelli organizzativi degli anni ’70? Come i sindaci della Capitale si sono disinteressati di organizzazione burocratica.

  1. La questione romana: non solo una questione politica.

Riprendiamo la questione romana (come l’abbiamo lasciata nel nostro intervento su questa rubrica il 29 luglio 2015)

La questione romana è senza dubbio una “questione politica” (come si usa dire) soprattutto dopo le dimissioni del sindaco della Capitale il giorno 8 ottobre 2015. Ma la questione romana è senza dubbio anche una questione di organizzazione. Anzi: se non si affronta seriamente la questione  burocratica  non si risolve positivamente la questione politica.

 La rubrica PAdigitale, a cura di Donato A. Limone, Ordinario di informatica giuridica e Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche ed economiche, Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza. Analisi e approfondimenti sul processo di attuazione della Riforma della PA. Per consultare gli articoli precedenti clicca qui
  1. I modelli organizzativi stratificati dell’amministrazione capitolina

I diversi sindaci della Capitale si sono occupati delle problematiche della organizzazione della burocrazia capitolina quando ci sono state  questioni relative al  personale (contratti) ma quasi per niente per quanto attiene il modello di organizzazione generale dell’amministrazione capitolina, del modello di organizzazione del lavoro burocratico, dei modelli di organizzazione dei servizi.

Negli anni (a partire dagli anni 70, proprio anni 70!) i modelli di organizzazione generale della burocrazia della Capitale che si sono succeduti sono: le Ripartizioni; le Circoscrizioni; i Dipartimenti; le Municipalità.

  • Le Ripartizioni: strutture amministrative verticali, gerarchiche, di tipo esecutivo, dove gli aspetti formali sono stati prevalenti ed il concetto di “pratica” assorbiva e neutralizzava tentativi pallidi di semplificazione!
  • Le Circoscrizioni: modelli organizzativi di decentramento amministrativo che hanno replicato la rigidità delle strutture centrali con tentativi di decentramento senza senso!
  • Il modello dipartimentale ha scimmiottato la elasticità e la flessibilità del modello dipartimentale così come era stato sperimentato ed attivato in altre città europee. L’idea del dipartimento è buona ma l’attuazione è rimasta definita solo sulla carta. Basta accedere al sito della Capitale per comprendere la inutile e complessa struttura dipartimentale che dovrebbe servire soprattutto alla programmazione ed invece è una insalata di funzioni e strutture che complicano la vita burocratica in senso verticale ed orizzontale e soprattutto complicano la vita delle Municipalità e dei cittadini.
  • Le Municipalità sono delle circoscrizioni non evolute, con autonomia bloccata; strutture dove si è frullato di tutto!
  1. Il futuro sindaco: quale programma per una moderna burocrazia? Il punto di gravità permanente: il cittadino

La questione romana per il futuro sindaco è una questione di politica di governo e di gestione dell’amministrazione che comprende non solo i modelli generali ma soprattutto comprende metodi, strumenti, processi finalizzati alla semplificazione amministrativa, all’amministrazione digitale, ai servizi in rete. Il punto forte di un nuovo modello di organizzazione amministrativa della Capitale (ma di ogni città) sta nel suo punto di gravità permanente: il cittadino, senza il quale non c’è vita amministrativa concreta oltre che legittimazione.

Al centro del programma del nuovo sindaco quindi il modello di amministrazione capitolina definito per essere funzionale, trasparente, economico, sostenibile, in rete. Indicando nel programma cosa fare nel dettaglio per attuare il modello. Senza questo impegno il programma si bloccherà perché sarà la burocrazia a bloccarlo.

Per cattiveria? per corruzione? per indifferenza?

Il problema da superare è la cultura di una burocrazia stratificata in quaranta anni che opera con un sistema misto: verticale/ripartizioni, dipartimenti/rigidità, decentramenti accennati, municipalità che dovrebbero assomigliare a piccoli comuni ma che sono un coacervo di pratiche, uffici, documenti, per un decentramento senza senso.

Allora quali i parametri di riferimento per un programma moderno ed affidabile per realizzare una burocrazia moderna, leggera, semplificata, trasparente, digitale?

  1. Una burocrazia semplificata

 

Fuori dalle affermazioni (auliche, giuridiche, complesse, oscure) che da anni si fanno sulla semplificazione: semplificare significa in concreto che tutte le procedure, i procedimenti ed i processi amministrativi sono sottoposti ad una cura di semplificazione tale da stressare il sistema. Una cura d’urto. Semplificando tutto: fasi, documenti tipo, modulistica, istanze, tempi, ecc.

Pubblicando sul sito del Comune l’elenco delle attività sottoposte a semplificazione: indicando come erano le procedure e come sono state semplificate.

In quanto tempo si possono semplificare le procedure?

In 6 mesi perché la maggior parte delle attività si ripetono spesso con denominazione diversa e con modalità diverse in tante strutture dell’amministrazione.

Questa operazione può essere realizzata con una cabina di regia molto forte e con un gruppo ristrettissimo di esperti in grado di sapere questa operazione. Le attività dovrebbero essere facilmente sottoposte a digitalizzazione.

5. Una burocrazia digitale

Nativamente digitale; senza carta; operativa in rete: i cittadini operano da casa, con tablet, con smartphone, ecc. Non si presentano agli uffici per la maggior parte delle attività, delle procedure, delle istanze. Se non si opera nella linea della formazione dei documenti nativamente digitali ci saranno sempre due archivi da gestire: quelli cartacei e quelli elettronici. Un mix costoso e non funzionale. E’ l’amministrazione che piace a chi non intende cambiare!

Una amministrazione pubblica digitale è sempre in rete.

 

6. Una burocrazia trasparente

 

La trasparenza dell’azione amministrativa è possibile non per decreto ma se è stata effettuata una azione profonda di semplificazione e di digitalizzazione. La trasparenza deve essere assicurata dal digitale, dalla pubblicazione dei dati e dei documenti sul sito dell’ente.

 

  1. Per governare: dati affidabili, certi, completi, aggiornati

 

E’ il problema di sempre: per amministrare la cultura è quella della “pratica”; per governare non ci sono dati. Si governa (a vista) facendo finta di fare ricorso alla programmazione. E i dati sono incompleti, non validi, mai certi, non aggiornati, non affidabili.

 

  1. Un osservatorio sul programma

In questa rubrica ci occuperemo del programma dei candidati sindaci relativamente ai cambiamenti burocratici per valutarne:

  1. L’attuabilità
  2. La validità
  3. La modernità
  4. La concretezza
  5. La comprensibilità
  6. La sostenibilità.

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