Pacchetto Telecom: la Ue dice addio alla net neutrality in cambio della fine del roaming?

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Approvato tra le polemiche il nuovo pacchetto telecom: fine del roaming dal 2017 ma anche, dicono i detrattori, norme troppo blande sulla net neutrality che rischiano di minare la libertà di accesso alla rete.

Con 500 voti a favore e 163 contrari, e dopo due anni di trattative, il Parlamento europeo ha approvato il nuovo pacchetto telecomunicazioni, che abolirà il roaming dal mese di giugno 2017 e introduce nuove norme sulla net neutrality.

Un risultato ‘storico’ dicono in coro la relatrice Pilar Del Castillo e il Commissario per il mercato unico digitale, Gunther Oettinger.

Storico perché “l’abolizione del roaming è stata a lungo attesa da tutti: la gente comune, le start-up, le PMI e tutti i tipi di organizzazioni” e poi perché grazie a questo accordo, “l’Europa diventerà anche l’unica regione in mondo che garantisce giuridicamente internet aperta e neutralità della rete”.

Un principio, quello della net neutrality, che sarà applicato direttamente nei 28 stati membri e che garantisce anche “che non avremo internet a due velocità”.

Cos’è la Net neutrality

La neutralità della rete è il principio in base al quale tutti i dati sul web dovrebbero essere trattati allo stesso modo e in base al quale non c’è bisogno di pagare per ottenere una “corsia preferenziale”.

Il vantaggio di questo ‘trattamento neutro’ del traffico internet sta nel fatto che grandi aziende come Netflix o Google giocano alle stesse condizioni competitive di una piccola startup o di un di singolo utente.

Cosa dicono le nuove norme

 

In base alle nuove norme non sarà consentito bloccare o rallentare la ricezione di contenuti, applicazioni o servizi offerti da aziende specifiche ed eventuali misure di gestione del traffico dovranno essere decise da un tribunale e ove fossero ritenute necessarie dovranno essere “trasparenti, non discriminatorie e proporzionali” e non dovranno durare più del necessario.

Gli operatori, tuttavia, potranno offrire servizi specialistici (come una migliore qualità internet necessaria per l’utilizzo di alcuni servizi), anche se “solo a condizione che questo non abbia un impatto sulla qualità generale del traffico internet”.

 

Le polemiche

 

Se l’abolizione del roaming, per quanto contestata dagli operatori, sarà sicuramente salutata con gioia dai consumatori, che non si vedranno più applicare alcun sovrapprezzo quando usano il cellulare all’estero, molto più controverso è stato il cammino delle nuove norme sull’accesso libero a internet (net neutrality). Concepite con l’obiettivo di obbligare le imprese che offrono l’accesso a internet a garantire accesso al traffico dati a pari condizioni per tutti i servizi, secondo i detrattori le nuove regole lascerebbero ampio spazio di manovra agli operatori e potrebbero finire per produrre l’effetto opposto a quello dichiarato, minando il principio del libero accesso alla rete invece di proteggerlo.

In particolare, la possibilità di offrire dei servizi specialistici ‘con ampie eccezioni’ fa temere l’insorgere di un internet a due velocità, con una corsia preferenziale per i servizi delle grandi web company (per esempio i fornitori di contenuti video) a scapito di quelli delle startup, che non potranno più godere di un accesso equo come quello che abbiamo conosciuto finora e che ha portato al successo planetario del web come piattaforma di innovazione.

In molti sui social network già parlano di ‘sconfitta’, delusione’, di un ‘giorno triste’ per l’internet libero in Europa.

Già il fatto che al dibattito precedente il voto fossero presenti soltanto 50 europarlamentari la dice lunga sullo scarso interesse che questo tema ha suscitato tra i parlamentari europei, molto più concentrati sull’effetto sull’opinione pubblica dell’abolizione del roaming.

“Questa misura, molto popolare è stata chiaramente offerta alla Commissione europea per persuadere il Parlamento ad accettare il resto del pacchetto”, scrive il sito Ars Techinca, secondo cui nelle poche occasioni in cui gli europarlamentari sono intervenuti sul tema della net neutrality durante il dibattito che ha preceduto il voto è stato solo per riportare fedelmente le istanze degli operatori telefonici, che hanno pressato per un ammorbidimento delle norme votate nel 2014 ritenendole lesive per l’innovazione, quando guru di internet come Sir Tim Berners-Lee sostengono esattamente il contrario: “per favorire l’innovazione, come è stato fatto fino ad ora, è necessaria parità di condizioni. Permettere corsie veloci e lente su Internet gioca a favore degli operatori storici e delle aziende con tasche profonde”, dice Berners-Lee.

Anche nel caso del roaming, i critici – tra cui l’europarlamentare del partito dei Pirati, Julia Reda – sottolineano che le clausole legate al fair use e la possibilità per alcuni operatori in “circostanze specifiche ed eccezionali”, di applicare comunque un sovrapprezzo per assicurare la sostenibilità del suo modello di tariffazione nazionale qualora non sia in grado di recuperare i suoi costi globali effettivi e previsti della fornitura di servizi di roaming al dettaglio, finiranno per vanificare la promessa di abolire il roaming in via definitiva.

“Il piano per porre fine al roaming in Europa, è stato adottato in attesa di una revisione dei modelli di pricing e di consumo”, scrive Reda, secondo cui anche se la revisione fosse completata entro la scadenza del 15 giugno 2017, “le maggiorazioni del roaming saranno sospese solo fino a un limite di ‘fair use’ oltre il quale si applicheranno ancora, continuando ad ostacolare l’abbattimento delle barriere all’interno dell’Europa”.

I commenti ufficiali

Pilar del Castillo, relatrice del provvedimento, ha parlato di un successo di tutte le istituzioni europee e di grande coraggio e determinazione da parte del Parlamento: la nuova legislazione – ha detto – è un obiettivo storico e una vittoria dei cittadini.

Le istituzioni europee hanno compiuto “un enorme sforzo per raggiungere i principali obiettivi che si erano date, primo fra tutti la fine del roaming da giugno 2017”, preceduta da una sostanziale riduzione delle tariffe da aprile del prossimo anno. La fine del roaming, ha aggiunto, “pone fine a un serio ostacolo alla libera circolazione dei cittadini e delle imprese all’interno del mercato unico europeo”.

Quanto alla net neutrality, Castillo ha affermato che internet è uno spazio che deve essere trattato con prudenza e la nuova legislazione è equilibrata e garantisce un’internet aperta e dinamica “assicurando l’innovazione e lo sviluppo di nuovi servizi che possono fiorire grazie a internet”.

“Noi veglieremo sul rispetto delle regole e sull’applicazione coerente negli stati membri”, ha detto ancora la relatrice, sottolineando che la preoccupazione dell’Europarlamento è che “l’Europa chiuda il gap che ci separa da altri in materia digitale e credo che questo regolamento sia una tappa importante verso questo obiettivo”.

“La Net neutrality è difesa da tutti, in quanto è un principio che è sostenuto dalla stragrande maggioranza di cittadini e organizzazioni: si tratta della garanzia di accesso a internet senza ambiguità e per la prima volta c’è una legge che non c’è in nessuna altra parte del mondo”, gli ha fatto eco in conferenza stampa Oettinger, sottolineando che non ci saranno corsie preferenziali e che le richieste di alcuni operatori sulla cosiddetta ‘paid prioritisation’ sono state respinte proprio in virtù del principio in base al quale tutto il traffico deve essere trattato in maniera equa.

Quanto ai servizi specializzati, il Commissario ha assicurato che, sotto la stretta supervisione dei regolatori nazionali, questi saranno autorizzati solo se saranno nell’interesse dei cittadini.


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