La Pubblica Amministrazione (PA) è alle prese con la rete 5G ma non solo, perché l’intero settore dell’amministrazione pubblica deve affrontare la più ampia trasformazione digitale, in un contesto di permanente coesistenza tra vecchio e nuovo, e di resistenze di chi non vuole cambiare, cosa si può fare per compiere un passo in avanti decisivo?
Al quesito hanno dato risposta Donato A. Limone, Direttore Scuola Nazionale di Amministrazione Digitale (SNAD), e Andrea Quacivi, AD, Sogei, nel panel “PA e Digital Transformation” dell’evento online 5GItaly 2020 e Recovery Fund, moderato da Raffaele Barberio.
Le sfide della PA italiana
“Il contesto innovativo del 5G richiede uno scenario pronto e aperto dal punto di vista istituzionale e della PA. C’è un’apertura all’innovazione digitale? Non proprio. Non siamo pronti al 5G – ha affermato Donato Limone – non siamo pronti per la trasformazione digitale e non siamo pronti per il programma di Recovery Fund. Per l’indice Desi siamo sempre al 25° posto e non riusciamo a spostarci da lì.
Nonostante la presenza di un ministro che si occupa del gitale, a quanto pare lo stesso Governo non è pronto. Le 50 mila organizzazioni pubbliche sono datate dal punto di vista del modello organizzativo, datato agli anni ’80. Senza questo non può funzionare ne un modello di innovazione, ne uno di digitalizzazione.
In termini di semplificazione siamo indietro di 30 anni, con la 241 del ‘90. Senza semplificazione è difficile avviare una reale trasformazione digitale”.
“Contesto che si aggrava ancora di più se riflettiamo sulla formazione dei dipendenti e dei manager pubblici. Si spende solo 50 euro all’anno procapite per questa fondamentale attività. Non abbiam un management pubblico pronto per la progettazione e i processi innovativi e di conseguenza questo complica la stessa trasformazione digitale e il 5G.
In termini di recovery fund, l’unica cosa certa sono i 209 miliardi, ma non sappiamo come sarà organizzato e gestito. Chi porterà avanti la necessaria progettazione non ci è noto. Serve un maggiore coinvolgimento, ma anche trasparenza della PA, coniugando l’interesse generale con quello del mercato.
Una visione limitata dell”innovazione
Manca la visione di centralità dei cittadini e delle imprese in questo processo di innovazione, messi ai margini. Il rischio – ha precisato Limone – è affrontare tutto questo con improvvisazione all’italiana, soprattutto riguardo il piano Recovery Fund, che per noi è centrale in termini di rilancio del Paese.
Non si tratta solo di introdurre nuove tecnologie in ambito PA, ma di inserirle in un contesto organizzativo più efficace e aperto, altrimenti avremo sempre i soliti problemi. Serve un’analisi vera sullo stato del digitale nel nostro Paese”.
“Per iniziare un percorso nuovo nel Paese serve una maggiore assunzione di responsabilità e una concreta semplificazione. Mancano inoltre delle indicazioni chiare sul da farsi, con un Governo che non messo ordine in questa situazione, lasciando il cittadino in una condizione di solitudine amministrativa, con Spid vicino e una serie di procedure complicate da compiere”, ha concluso il direttore della SNAD.
Esperienza Sogei
In questo panorama di criticità, più che di innovazione, Sogei è un elemento di eccellenza. Un pezzo di PA che funziona da cui partire per rilanciare il processo di trasformazione digitale del pubblico e del privato.
“Ad oggi, come società in-house del Ministero dell’Economia, abbiamo 2.200 dipendenti su una superficie di 25 campi di calcio, un ced interrato di 3500 mq e un ced primario di altri 4000 mq. Tutto all’interno di un campus che non è fatto solo di infrastrutture, perché Sogei è da considerarsi anche Polo strategico nazionale”, ha spiegato l’amministratore delegato Andrea Quacivi.
“Da noi sono custoditi circa 900 sevizi e 200 banche dati della PA e dei nostri clienti, ma il nostro perimetro di offerta dei servizi si è allargato, anche a livello di Presidenza del Consiglio dei ministri, a livello di singoli ministeri, di Avvocatura, di agenzie fiscali, per le piattaforme bonus e molto altro, di fatto siamo partner tecnologico end-to-end con tutto la PA.
Il nostro motto principale per promuovere un nuovo modello di experience è ‘cittadini tra i cittadini’, accompagnato da semplificazione e innovazione, dove il cittadino deve porsi al centro dell’ecosistema pubblico e del suo percorso di trasformazione”.
L’emergenza Covid
“Il periodo Covid è stato affrontato innanzitutto nel supporto allo sviluppo dell’app Immuni, che oggi è completamente gestita da Sogei. Abbiamo provveduto a dare risposte concrete nel momento più critico attraverso la realizzazione di piattaforme online, come quelle per i contributi, il bonus al 100%, i sismabonus e le semplificazioni relative alla tessera sanitaria o all’abilitazione dei medici per fare i tamponi”, ha continuato l’ad.
“Il Covid ci ha obbligati tutti a guardare il futuro secondo nuovi paradigmi. Per gestire un’azienda ormai si deve accelerare con il processo di digitalizzazione, riprogettare l’organizzazione del lavoro, puntare alle nuove competenze digitali, aumentare i livelli di resilienza e adattarla al nuovo periodo e agli scopi futuri per poter gestire meglio le emergenze e le crisi, tra cui quella legata alla pandemia”.
Grande preoccupazione, ha spiegato sempre Quavici, è rappresentata dalla scuola e dall’offerta formativa nei confronti delle sfide future: “che al momento sembrano non all’altezza della sfida. I mestieri cambieranno profondamente e la scuola e le università dovranno essere pronte ad interpretare il nuovo modello di crescita”.
“Nell’era della digital disruption non si può procedere da soli e Sogei rappresenta una dorsale infrastrutturale per la trasformazione digitale in atto delle amministrazioni pubbliche per favorire contaminazione e cooperazione, perché solo dalla collaborazione usciranno risultati positivi.
Da aprile collaboriamo con il Governo e il Miur e il ministero dell’Ambiente, con l’Avvocature e l’Agenzia di coesione territoriale, piano piano stiamo facendo capire alla PA che Sogei è un’opportunità, rappresentiamo un acceleratore dell’innovazione pubblica”, ha aggiunto Quacivi.
Gaia-X e il modello delle quattro eliche
“Siamo considerati infrastruttura informatica critica, saremo a breve inseriti nel perimetro di sicurezza cibernetico. Favoriamo l’innovazione e vogliamo dare un’opportunità di crescita alla PA. Stiamo sviluppando un modello di open innovation a quattro eliche dove abbiamo il government, il mercato, il ondo dell’università e della cittadinanza attiva per arrivare a costruire percorsi di coocreation, coosolution e procurement innovativa. Questo è considerato un asset strategico da noi”, ha detto l’ad di Sogei.
“Siamo inoltre l’unica società pubblica ad aver aderito a Gaia-X, come Day 1 member, canale users, portando esperienza italiana, contribuendo in termini di dati e sovranità all’Ue sul finance e sulla public Health, concentrandoci sempre sulle attese dei cittadini ma in scala più ampia. Il nostro progetto di piattaforma di fatturazione elettronica realizzata per l’Agenzia delle entrate è stato studiato anche da altri Paesi europei”.