Passata la buriana referendaria, il processo di digitalizzazione della PA cerca di riprendere il suo cammino che negli ultimi mesi è stato a scartamento ridotto. L’avanzamento del Piano di crescita digitale va a rilento, eccezion fatta per la diffusione dello SPID (Sistema pubblico di identità digitale) che sulle ali del Bonus Cultura e del Bonus Docenti ha registrato un balzo in avanti con un totale di 778mila credenziali distribuite, in crescita di circa 600mila unità da novembre a oggi.
Un fuoco di paglia?
Speriamo di no, anche se il ruolo del bonus per mettere le ali a SPID potrebbe esaurirsi in mancanza di nuovi servizi che spingano i cittadini ad utilizzare il sistema pubblico di identità digitale. Ed è per questo che lo sviluppo di nuovo servizi digitali al cittadino resta centrale, senza dover aspettare il prossimo bonus per riprendere la corsa.
Ma quali sono le priorità della PA digitale per il 2017?
Di fatto sono tre gli elementi più urgenti per la PA digitale in vista di un percorso di digitalizzazione della PA che al momento sembra fermo.
Regole tecniche per la formazione del documento informatico
Un primo delicato argomento riguarda le regole tecniche per la formazione dei documenti informatici. L’art. 61 del dlgs 179/2016 che modifica il CAD stabilisce di bloccare le regole tecniche per la formazione dei documenti informatici, regole tecniche che dovrebbero essere aggiornate a metà gennaio 2017.
Ma qualcuno sta operando per aggiornare le norme?
Si tratta di norme importanti che impattano su tutti i sistemi documentali digitali delle PA. Al momento si sta operando con le vecchie regole in attesa delle modifiche normative, ma il rischio è che i comuni mettano in piedi sistemi documentali basati su criteri che saranno cancellati dalle nuove regole tecniche nel giro di sei mesi con notevoli sprechi.
Piano triennale dell’informatica per la PA
Un secondo argomento delicato riguarda il piano triennale dell’informatica per la pubblica amministrazione, di competenza dell’Agid, più volte annunciato ma ancora in cantiere.
Quel che è certo è che in base all’articolo 14 bis del Cad il piano triennale dovrà essere concordato di concerto con le regioni e gli enti locali.
A che punto è il piano triennale?
Quando sarà presentato?
Si tratta di un documento molto importante e atteso, “contenente la fissazione degli obiettivi e l’individuazione dei principali interventi di sviluppo e gestione dei sistemi informativi delle amministrazioni pubbliche”.
Insomma, dovrà contenere gli obiettivi, il cronoprogramma e i capitoli di spesa per la digitalizzazione della PA per i prossimi tre anni.
Anagrafe nazionale della popolazione residente
Resta, infine, il capitolo dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr), il progetto di migrazione delle 8mila anagrafi comunali in un unico grande database nazionale. Il passaggio è ancora fermo alla fase sperimentale dei 26 comuni pilota (fra cui Cesena e Bagnocavallo) avviata ormai più di un anno fa. Senza l’Anagrafe unica sarà molto più complesso se non impossibile avviare il progetto di domicilio digitale dei cittadini, l’account di posta dei cittadini con cui la PA vorrebbe dialogare in digitale con la popolazione per abolire progressivamente il cartaceo.
Oggi in conferenza stampa al Campidoglio, in occasione dell’adesione del Comune di Roma a Spid, è stato detto che la Capitale è ormai pronta a passare all’anagrafe unica. A quando l’annuncio del passaggio ufficiale, che secondo i piani, doveva arrivare prima della fine del 2016?