Il Pin unico digitale per l’accesso online ai servizi della PA muove i suoi primi timidi passi. Almeno sulla carta. Ad annunciarne il lancio via Twitter (sotto l’hastag #Repubblicasemplice) il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, che per il Pin unico ha stilato una tabella di marcia, che prevede due fasi: la prima scatterà ad aprile del 2015, allo scopo di arrivare a dicembre del 2017 a 10 milioni di utenti collegati, pari ad un italiano su sei. Questo in sintesi il succo dell’intesa tra Stato, regioni e comuni sull’Agenda per la semplificazione, che in tutto riguarda 37 punti, con relative roadmap.
Si chiamerà ‘Spid’ (Sistema pubblico di identità digitale) e nelle intenzioni del Governo – il presidente del Consiglio Matteo Renzi ci tiene molto e ne ha già parlato in sede UE come di una priorità – consentirà ai cittadini di accedere con un’unica chiave a diversi servizi (Inps, Agenzia delle Entrate, Comuni, scuole, Asl).
In sintesi, cinque capitoli dell’agenda raccolgono semplificazioni sbandierate da anni (“tempi certi su digitale, fisco, welfare, edilizia, impresa”) ma mai realizzate, promesse pronunciate di recente e new entry come la dichiarazione di successione online, con riduzione di tempi e oneri (basterà un adempimento unico per denuncia di successione, voltura catastale e trascrizione).
Per lanciare definitivamente l’Agenda per la semplificazione, prevista dal DL Madia, serve però ancora un passaggio in Consiglio dei ministri, che dovrebbe avvenire a breve, entro l’anno. Tra i punti inseriti nell’Agenda, anche la marca da bollo digitale, acquistabile su internet senza dovere andare dal tabaccaio. Anche in questo caso è fissato un target, dovrà adeguarsi alla versione telematica il 90% dei comuni entro il 2017.