“L’innovazione digitale deve essere al centro di questa legislatura”. Ad augurarselo e a indicare questo importante e non scontato obiettivo per il nuovo Parlamento è Mirella Liuzzi, rieletta deputata del Movimento 5 Stelle. “Dobbiamo ripartire, o meglio partire, dai piccoli passi per cambiare il volto del nostro Paese. In ogni amministrazione a livello nazionale e locale si deve individuare un avamposto digitale che abbia il compito di trasformare i processi interni e nei rapporti con i cittadini ponendo al centro le tecnologie digitali. Il digitale quindi, deve essere non più qualcosa di esterno all’azione amministrativa ma una caratteristica coessenziale alla stessa”, ha scritto sul Blog delle Stelle Liuzzi, che nella passata legislatura ha ricoperto il ruolo di segretario della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni e membro della Commissione di Vigilanza Rai.
La deputata indica quindi la strada da percorrere per applicare in Italia la tecnologia che meglio di tutte potrebbe gestire il rapporto Stato-cittadini, ossia la Blockchain: “La prospettiva di una macchina amministrativa che veda la Blockchain come tecnologia abilitante di un nuovo rapporto Stato-cittadini non è così lontana”. Già in quest’intervista rilasciata a Key4biz a dicembre 2017 Liuzzi ha spiegato come applicare la Blockchain della Pa digitale.
Ma prima di vedere questa tecnologia realtà nella PA, Liuzzi pone con urgenza 4 priorità:
- Rilanciare e rafforzare lo Spid. “Rilanciare SPID rafforzandone la diffusione e facendone lo strumento abilitante per una rinnovata interlocuzione con una pubblica amministrazione che sia pronta ad accettare la sfida. Non è accettabile che per ottenere una certificazione o un documento nel 2018 ci si debba ancora mettere in fila ad uno sportello. Tutto deve essere online e SPIDdeve essere la chiave di accesso a questi servizi”, precisa la deputata. Ad oggi l’identità digitale è stato un flop, è stata erogata a soli 2 milioni 270mila cittadini su circa 60 milioni. (Dati Agid)
Ma l’intervento del pubblico non si deve limitare all’azione amministrativa, ha aggiunto Liuzzi, “ma deve percorrere almeno altre 3 direttrici”:
- Bisogna realizzare la società della rete idonea a garantire un accesso di base ad internet per tutti i cittadini;
- Il pubblico deve fungere da volano per il finanziamento privato di startup innovative.
- Occorre realizzare hub dell’innovazione in tutta la penisola.
‘Società della rete con Open Fiber’
Mirella Liuzzi nel suo post ‘Ripartiamo dall’Innovazione’ caldeggia Open Fiber come unica società della Rete: “Open Fiber (società partecipata da ENEL e Cassa Depositi e Prestiti) è la società della rete alla quale pensiamo e che va rafforzata. Una società che opera nel mercato ma che, considerando l’assetto societario, non può che essere la società di tutti i cittadini che assicuri un accesso gratuito di base ad internet, intervento da considerarsi come unico strumento per realizzare la conoscenza e diffusione del digitale”.
Liuzzi ha ripreso il punto programmatico che il Movimento 5 Stelle ha inserito nel suo programma elettorale alla voce Banda larga: “Il MoVimento 5 Stelle vuole una gestione ed una infrastruttura di rete a maggioranza pubblica. Considerati gli ingenti investimenti fatti tramite bandi Infratel vinti quasi tutti da OpEn Fiber, vogliamo rendere questa società a maggioranza pubblica creando le condizioni per unire i maggiori soggetti in un’unica infrastruttura. Ora è arrivato il momento di rimediare a questi errori del passato e promuovere un’unione tra la futura Open Fiber pubblica e la principale infrastruttura di rete del nostro Paese”.
‘Dalle Startup alle Scaleup’
Infine la deputata M5S mette in luce un altro passo significato da compiere per digitalizzare il Paese con successo: andare oltre le startup e finanziare le scaleup, le società innovative che hanno già sviluppato il suo prodotto o servizio, definito il modello di business model ed operano già sul mercato. “Il pubblico attraverso Cassa Depositi e Prestiti, e in particolare il Fondo Italiano, deve fungere da volano per gli investimenti privati nel digitale. Occorre puntare a far nascere e crescere più scaleup e potenziali unicorni piuttosto che continuare con operazioni di piccolo cabotaggio prive del necessario respiro globale”, scrive Liuzzi.
Infine, sempre nell’ottica dei piccoli passi e delle iniziative abilitanti che spettano al pubblico “occorre creare e rafforzare hub tecnologici in tutta la penisola”, ha concluso Mirella Liuzzi.