Diffusione delle tecnologie a due velocità nella PA locale italiana, con le amministrazioni più grandi (Regioni, Provincie autonome e Comuni con più di 60mia abitanti) che nell’85% dei casi hanno un ufficio dedicato all’ICT, a fronte del mero 5,5% dei piccoli Comuni con meno di 5mila abitanti. Lo rende noto il report appena diffuso dall’ ISTAT sulle ‘Tecnologie dell’Informazione e della comunicazione nella Pubblica amministrazione locale’ relativo all’anno 2015, che mette in luce la diffusione dell’ICT nella PAL del paese, dove un po’ a sorpresa, soprattutto in tempi di spending review, non decolla il riuso del software, che anzi sta perdendo appeal.
Dal 2012 il riuso del software sviluppato per conto e a spese di un’altra amministrazione ha registrato un forte passo indietro per tutte le tipologie di enti, passando dal 35,2% al 12,7%.
Perché questo arretramento, tanto più sorprendente in tempi di vacche magre come quelli che stiamo vivendo?
Gli enti locali tra l’altro indicano come ostacolo all’utilizzo dell’ICT soprattutto carenze di risorse finanziarie e di staff qualificato (rispettivamente il 67,5% e il 60,7%) confermando il problema ormai assodato della mancanza di digital skill anche a livello di PA nel nostro paese.
Scorrendo le pagine del report condotto dall’ISTAT, emerge che in poche regioni i Comuni si associano per gestire l’ICT e che i corsi di formazione informatica sono diffusi nell’86,4% delle Regioni mentre appena il 18,7% dei Comuni ha fatto lo stesso per migliorare le competenze dei dipendenti. Un gap di digital skill che penalizza soprattutto i comuni di piccole dimensioni.
Le funzioni informatiche sono affidate per lo più in outsourcing da parte delle regioni nel 77,3% dei casi per quanto riguarda soprattutto la manutenzione della dotazione hardware e software, mentre la redazione e gestione dei contenuti web e del supporto tecnologico sono per lo più interne.
Per quanto riguarda la dotazione tecnologica dei dipendenti, 90 dipendenti su 100 dispongono di un computer desktop, a fronte di una media di 7,7 su cento dotato di portatile.
Rispetto al 2012, è aumentata la velocità di connessione, con una progressiva migrazione dall’Adsl verso la fibra o connessioni via radio anche se l’Adsl resta la tecnologia più diffusa (77,9%) davanti alle connessioni via radio (22,9%) mentre la fibra ottica, già ampiamente diffusa nelle regioni e nelle Province (rispettivamente 100% e 78,5%) è ancora una rarità nei Comuni (16,3%) eccezion fatta per quelli dell’Emilia Romagna e del Friuli Venezia Giulia.
Secondo l’ISTAT, per quanto riguarda la sicurezza informatica si riscontra uno scarso impiego, anche se in crescita rispetto al 2012, di alcune tecnologie avanzate come la cifratura dei dati (15,6% contro 13,3%), i server SSL (62,4% contro 31,9%) e i piani di disaster recovery (dal 36,5% al 48,8%).
Soltanto un ente su due è attratto da soluzioni open source, mentre nel 2015 il 25,7% degli enti locali ha utilizzato soluzioni di cloud computing, evidenziando una crescita rispetto al 2012 (10,5%). Tra i servizi più utilizzati spiccano la posta elettronica (71,2%) le applicazioni software (61,9%) e l’archiviazione di file (60,1%).
L’eProcurement è sempre più diffuso con la percentuale delle amministrazioni locali che hanno usato questa modalità di acquisto passata dal 30,3% nel 2012 al 79,5% del 2015 con il 92% degli enti che si affidano al mercato elettronico (+27,9% rispetto al 2012) e il 52% a gare online (+21,8%).
Per quanto riguarda gli open data, il loro utilizzo è ancora piuttosto modesto e limitato ad alcune aree. Un Comune su due, precisamente il 52,5%, offre punti di accesso wi-fi gratuiti, ovvero internet libero, senza fili, per chiunque abbia un dispositivo in grado di collegarsi, dal pc allo smartphone. Il 33,8% dei servizi offerti dalle amministrazioni locali viaggia completamente via web, ma per alcune voci si rilevano ritardi. C’è tanto internet se si guarda all’Imu, all’Ici o ai rifiuti. La copertura web è alta anche in tema di Scia, Dia e bandi di gara. Ma già scende per capitoli come l’asilo nido, le contravvenzioni, le visure catastali e diventa minima per la scelta del medico di base, il pagamento del parcheggio e la prenotazione di servizi turistici.