Firmata ieri la direttiva sul lavoro agile nella Pubblica Amministrazione italiana. Grazie all’impegno congiunto della Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Maria Elena Boschi, del Ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa, e della Ministra per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, entro 3 anni, in ogni amministrazione, “fino al 10% dei lavoratori pubblici potrà avvalersi volontariamente delle nuove modalità di lavoro agile, mantenendo inalterate le opportunità di crescita e di carriera”.
Lo smart working nella PA italiana, secondo la ministra Madia, “è un’innovazione potente dell’organizzazione del lavoro che mette al centro la tecnologia. È una grande scommessa per cambiare la Pubblica Amministrazione nell’ottica della qualità dei servizi resi al cittadino e nella logica dei risultati”.
L’ottica scelta dal ministero è quella della “valorizzazione delle risorse umane e razionalizzazione delle risorse strumentali disponibili finalizzate una maggiore produttività ed efficienza”, ma anche della “riprogettazione dello spazio di lavoro; promozione e più ampia diffusione dell’utilizzo delle tecnologie digitali”.
Risultati, si legge in una nota sul sito Dipartimento della Funzione pubblica, saranno monitorati, misurati e connessi al potenziamento tangibile dei servizi: “Perché questo nuovo modello di organizzazione del lavoro, come ogni sperimentazione, avrà bisogno di essere curato nell’attuazione, anche attraverso il prezioso lavoro dei Comitati Unici di Garanzia”.
Altra importante novità riguarda il Freedom of Information Act, o più semplicemente “Foia”. È stata infatti comunicata la nuova circolare applicativa sull’Accesso civico generalizzato redatta dal Dipartimento della Funzione Pubblica, in accordo con Anac, per “favorire una coerente ed uniforme attuazione delle norme in tema di accesso civico generalizzato”.
L’accesso libero, gratuito e aperto a tutti all’informazione pubblica e agli atti della PA italiana è legge dall’anno scorso e con questo nuovo provvedimento si vuole fornire alle amministrazioni “le indicazioni necessarie per poter applicare in modo efficace la normativa FOIA in tema di Accesso civico generalizzato”.
In particolare, il documento contiene “raccomandazioni operative inerenti: le modalità di presentazione della richiesta di accesso civico generalizzato; gli uffici competenti e i tempi di decisione; i controinteressati e i rifiuti non consentiti; il dialogo tra amministrazione e richiedenti; il ruolo del Registro degli accessi”.
Bisogna ricordare che il Foia è uno degli atti più importanti per la PA digitale, la trasparenza e la semplificazione dei rapporti tra cittadini e amministrazione pubblica, ma fin da subito ha raccolto critiche e dubbi circa la sua effettiva attuazione.
Il Garante privacy già prima della firma del decreto attuativo aveva raccomandato “maggiore attenzione alla tutela dei cittadini”, evidentemente evidenziando diversi “paradossi”, mentre ancora oggi solo una minima parte delle amministrazioni pubbliche risponde alle richieste di accesso ai dati.