Tutte le informazioni di cui dispone la Pubblica Amministrazione (PA) italiana sono contenute in database sempre più grandi e differenziati per temi, iniziative e obiettivi. Banche dati in cui sono stipati dai a centinaia di migliaia, prodotti delle amministrazioni locali e centrali, fondamentali per lo sviluppo dei servizi di nuova generazione annunciati dalla trasformazione digitale e per migliorare la vita dei cittadini.
Trasporto pubblico, mense scolastiche, asili nido, la rete sanitaria locale, lo stato di salute dell’ambiente, le necessità abitative e infrastrutturali dei territori (a cui vanno aggiunte altre aree come l’agricoltura, il patrimonio boschivo, la giustizia, l’energia, l’arte e la cultura, la popolazione e la salute, la ricerca scientifica e il turismo) , tutto questo si trasforma in dati aperti, in open data, sempre a disposizione di chiunque voglia sviluppare nuovi progetti ed iniziative per rendere migliore il posto e la città in cui si vive.
Lo stesso Piano Triennale per l’informatica nella PA, documento di indirizzo strategico ed economico lanciato nel 2017 e attraverso il quale viene declinato il modello strategico di evoluzione del sistema informativo dell’amministrazione pubblica che, tra le sue diverse voci, menziona come strategiche quelle dedicate ai dati e alle base dati nazionali.
Secondo il Piano, infatti, “le basi dati sono l’ossatura del patrimonio informativo pubblico da rendere disponibile a tutte le PA, facilitando lo scambio di dati ed evitando di chiedere più volte la stessa informazione al cittadino o all’impresa”.
In Emilia Romagna, ad esempio, è stato rinnovato il portale Dati.Emilia-Romagna.it per l’indicizzazione e la metadatazione degli open data prodotti dalla PA. Il portale, realizzato e gestito da Lepida, società in house della Regione, ha adottato l’ultima versione del catalogo CKAN, integrata con il plug-in del profilo italiano di metadatazione DCAT_AP IT, secondo le specifiche dell’Agenzia per l’Italia digitale.
CKAN è un software open source, sviluppato dalla Open Knowledge Foundation, che permette di catalogare i dataset e descriverli traverso una serie di metadati che da un lato aiutano gli utenti a navigare tra le informazioni e dall’altro favoriscono l’indicizzazione degli stessi dataset sui motori di ricerca.
Uno dei punti di forza del modello open source sta soprattutto nelle comunità che si formano intorno a prodotti di questo tipo.
Il portale della Regione Emilia Romagna, aggiornato stilisticamente e tecnologicamente, perfettamente conforme alle linee guida nazionali per la metadatazione, è di fatto un punto di riferimento per gli attori del territorio, sia pubblici sia privati, interessati all’offerta e al riutilizzo degli open data, e ad oggi ospita più di 1.100 dataset pubblicati da 17 enti pubblici.
Il sito, si legge sempre nella nota Lepida, ha una media semestrale di visitatori di circa 6.000 utenti con oltre 25.000 visualizzazioni di pagine uniche. Molte categorie di dataset (turismo, meteo, beni culturali) sono costantemente consultate e fruite anche tramite API da siti terzi, oltre che usate per eventi dedicati quali Hackathon e Convegni