Otto arresti per l’omicidio dei due giornalisti dell’Ecuador
16 apr 10:47 – (Agenzia Nova) – Il risultato dei primi due giorni di offensiva militare al confine tra Ecuador e Colombia in seguito all’uccisione dei due giornalisti ecuadoriani e’ di otto persone arrestate, 91 alloggi perquisiti e diverse munizioni antiaereo sequestrate. Lo riferisce il quotidiano spagnolo “El Pais” che aggiunge come, secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Interno dell’Ecuador Cesar Navas, esista un collegamento tra l’uccisione dei due giornalisti di “El Comercio” e dell’autista con i cartelli messicani. Tuttavia, il governo ecuadoriano ha riconosciuto che non ci sarebbero ancora dettagli su dove si trovino i corpi di Paul Rivas, 45 anni, Javier Ortega, 32, ed Efraim Segarra, 60, tutti scomparsi lo scorso 26 marzo. Il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, ha dichiarato durante il fine settimana che i corpi si troverebbero in territorio colombiano. I giornalisti sono stati rapiti mentre stavano per entrare a Mataje, zona di conflitto nel nord dell’Ecuador, per fare una relazione sul clima di violenza a Esmeralda, provincia di confine con la Colombia, dove bande della droga e del narcotraffico collaborano con i gruppi dissidenti delle Farc, Forze armate rivoluzionarie della Colombia, che non hanno aderito al processo di pace promosso da Santos.
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Catalogna, piu’ di 300mila persone per chiedere la liberta’ dei prigionieri politici
16 apr 10:47 – (Agenzia Nova) – Le strade di Barcellona ieri si sono tinte di giallo, con circa 315.000 persone, secondo le autorita’, 750.000 secondo le organizzazioni, che hanno manifestato insieme e pacificamente per chiedere la liberazione dei leader indipendentisti. Lo riferisce il quotidiano “La Vanguardia” secondo il quale la lunga lista di ex consiglieri imprigionati o costretti all’esilio in Belgio, Svizzera, Gran Bretagna e Germania abbia portato partiti ed entita’ a dire basta, come sottolineato dallo slogan gridato a gran voce dai manifestanti: “Per i diritti e le liberta’, per la democrazia e la coesione, vi vogliamo a casa!”. Intanto l’ex presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, ha chiesto “la fiducia” dei cittadini per affrontare la “grave anomalia democratica che la Catalogna sta vivendo” e si e’ detto favorevole alla ricerca di modi per “evitare nuove elezioni”. L’ex presidente ha anche sottolineato la possibilita’ di proporre un altro candidato, nonostante ammetta che questa via potrebbe non portare alla fine dell’applicazione dell’articolo 155 imposto dallo Stato.
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Usa, presidente Trump attacca di nuovo il libro di Comey
16 apr 10:47 – (Agenzia Nova) – Il presidente Donald Trump replica agli attacchi dell’ex direttore del Federal Bureau of Investigation (Fbi), James Comey. Trump ha accusato l’ex direttore dell’Fbi, da lui licenziato, di raccontare bugie nel suo nuovo libro, in cui accusa Trump di essere moralmente inadatto al ruolo di presidente. Il presidente nega di aver mai chiesto lealta’ a livello personale a Comey, che ha licenziato perche’ stava facendo un cattivo lavoro. Secondo i Democratici, il licenziamento era legato al tentativo di Trump di fermare l’inchiesta sulla campagna elettorale condotta dall’ex imprenditore di New York, sui suoi soci in affari e sulle interferenze russe nella presidenziali del 2016. “I suoi rapporti sono egoistici e falsi”, ha scritto su Twitter il presidente USa. Trump ha insistito che Comey merita di essere incarcerato per aver divulgato materiale confidenziale ed aver mentito al Congresso. L’ex direttore ha ribattuto che i rapporti non avevano nulla di confidenziale, ma erano solo sue memorie circa i suoi incontri con il presidente.
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Usa, presidente Trump annuncia nuove sanzioni contro Mosca per supporto alla Siria
16 apr 10:47 – (Agenzia Nova) – L’amministrazione del presidente Donald Trump intende imporre nuove sanzioni alla Russia per aver consentito al governo siriano l’utilizzo di armi chimiche nella guerra civile. L’iniziativa segnala il continuo deterioramento delle relazioni tra Mosca e l’Occidente. Lo riferisce il quotidiano “New York Times”, precisando che le nuove sanzioni arrivano dopo l’attacco aereo statunitense contro strutture legate alla produzione di armi chimiche nel paese. Washington vuole cosi’ rimarcare che ritiene il Cremlino altrettanto responsabile del presidente siriano Bashar al Assad per il presunto attacco chimico di al Douma. Trump ha dichiarato nei giorni scorsi che gli alleati di Damasco pagheranno un “alto prezzo” per aver consentito l’utilizzo di armi chimiche. Le sanzioni sono state annunciate ieri, domenica, dall’ambasciatore statunitense presso le Nazioni Unite, Nikki Haley: “Colpiranno qualsiasi compagnia che abbia fatto affari con gli armamenti legati ad Assad e con l’uso di armi chimiche”. E’ la terza volta che gli Stati Uniti varano sanzioni nei confronti di Mosca nelle ultime quattro settimane.
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La Russia lancia una campagna di cyber-guerra contro la Gran Bretagna
16 apr 10:47 – (Agenzia Nova) – All’indomani della rappresaglia occidentale contro il regime siriano, la Russia ha lanciato una campagna di “sporchi trucchi” contro la Gran Bretagna: lo scrive il quotidiano britannico “The Telegraph”, che a questa minaccia dedica l’apertura della sua prima pagina di oggi lunedi’ 16 aprile. Secondo quanto riferisce il giornale, ieri notte fonti del governo di Londra hanno confermato l’allarme lanciato dal Pentagono (il ministero della Difesa Usa, ndr), che ha rilevato “un aumento di venti volte” delle attivita’ di “disinformazione” via internet ispirate dalla Russia dopo l’attacco missilistico lanciato nelle prime ore di sabato scorso da Stati Uniti, Francia ed appunto Gran Bretagna contro le strutture industriali coinvolte in Siria nella presunta produzione di armi chimiche. Il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson, scrive il “Telegraph”, ha dichiarato che questa intensa attivita’ potrebbe essere il prodromo di una campagna ostile su vasta scala di attacchi cibernetici condotti dal Cremlino ed ha avvertito che la Gran Bretagna deve prepararsi a subire una rappresaglia russa contro le sue strutture civili. In un articolo correlato il giornale rivela anche come i servizi segreti britannici stiano collaborando con le grandi compagnie telefoniche come Bt e Vodafone per identificare le falle nell’attuale rete di telefonia mobile e trovare i rimedi, anche in vista del lancio della nuova generazione di servizi 5G: secondo il “Telegraph”, a occuparsi di questa minaccia e’ il National Cyber Security Centre (NCSC, Centro nazionale per la ciber-sicurezza; ndr), una branca del Government Communication Headquarters (GCHQ, Quartier generale del governo per le comunicazioni: in pratica e’ la centrale di coordinamento di tutte le agenzie dei servizi di intelligence britannici; ndr); il principale timore, scrive il giornale, e’ che potenze straniere ostili, come appunto la Russia, si intrufolino nella rete telefonica della Gran Bretagna per ostacolarne il funzionamento, per disturbare l’operativita’ dei servizi pubblici essenziali o per mettere a segno attacchi mirati hackerando l’identita’ di ignari utenti.
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Gran Bretagna, scontro in vista in Parlamento sull’attacco alla Siria
16 apr 10:47 – (Agenzia Nova) – Il primo ministro britannico, Theresa May, nel pomeriggio di oggi lunedi’ 16 aprile parlera’ alla Camera dei Comuni per difendere la decisione di partecipare all’attacco missilistico condotto assieme a Stati Uniti e Francia contro le strutture industriali in Siria del regime del presidente Assad coinvolte nella produzione di armi chimiche: e secondo quanto ha appreso il quotidiano laborista britannico “The Guardian”, la May ribadira’ che l’obbiettivo dell’attacco era di impedire ulteriori sofferenze al popolo siriano ed affermera’ che la partecipazione di Londra e’ stata decisa nell’interesse della Gran Bretagna. Il governo britannico, ricorda il “Guardian”, aveva rifiutato di convocare il Parlamento, chiuso per le lunghe vacanze pasquali, per sottoporre ad un voto dei deputati la decisione dell’attacco in Siria: ora e’ facilmente prevedibile, scrive il giornale laborista, che all’esposizione dei fatti che fara’ la premier seguira’ un dibattito quantomeno rovente. Secondo le anticipazioni di cui il “Guardian” e’ venuto in possesso, la May enfatizzera’ l’ampio appoggio internazionale ai bombardamenti in Siria e rivendichera’ che la Gran Bretagna ha agito “perche’ era nel nostro interesse nazionale farlo, prevenire l’ulteriore uso di armi chimiche e per difendere il principio globalmente condiviso che questo tipo di armi non possono e non devono essere utilizzate in nessuna circostanza”. La premier nel suo discorso dovra’ rispondere alle critiche del leader del Partito laborista britannico, Jeremy Corbyn, che in un articolo pubblicato dallo stesso “Guardian” ha definito “sbagliato e mal concepito” l’attacco missilistico alla Siria ed ha affermato che solo la diplomazia puo’ riportare la pace in quel paese e porre fine all’agonia del popolo siriano; inoltre, secondo Corbyn, il bombardamento occidentale rischia di “scatenare una escalation di guerra e di morte”, con il pericolo di un “confronto diretto tra Stati Uniti e Russia”: insomma, conclude il leader laborista britannico, il risultato del raid rischia di essere “l’esatto opposto” delle ragioni per le quali e’ stato lanciato.
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Siria, il presidente Macron vuole prendere in mano la gestione del dossier siriano
16 apr 10:47 – (Agenzia Nova) – La Francia vuole prendere in mano la gestione del dossier siriano. Secondo “Le Figaro”, Parigi “si considera come uno dei guardiani della non proliferazione delle armi di distruzione di massa” e per questo vuole approfittare dello “slancio” dato dagli attacchi in Siria, condotti lo scorso sabato insieme agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna. Il presidente francese, Emmanuel Macron, vuole approfittare del “vuoto” lasciato dalla Brexit e della “imprevedibilita’” del suo omologo statunitense, Donald Trump. “Gli altri paesi non hanno la soluzione magica, mentre la Francia fa proposte” ha affermato l’ex ministro degli Esteri, Hubert Vedrine. Per questo, Macron vuole guidare il rilancio del dialogo tra gli attori impegnati nella crisi. “L’Eliseo afferma di voler lavorare con Mosca” scrive il quotidiano, ricordando che il presidente francese si rendera’ nella capitale russa e a San Pietroburgo alla fine di maggio per incontrare il suo omologo, Vladimir Putin. Il presidente cura l’immagine di un leader che “vuole parlare a tutti”. Secondo “Le Figaro” il programma e’ “ambizioso” visto che prevede lo smantellamento delle armi chimiche, una tregua umanitaria e il rilancio del processo politico.
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Francia, il presidente Macron difende il suo operato in un’intervista televisiva
16 apr 10:47 – (Agenzia Nova) – Ieri sera il presidente francese, Emmanuel Macron, e’ intervenuto su Bfm Tv per un’intervista durata quasi tre ore. Lo riporta la stampa francese, sottolineando che nel corso della trasmissione il capo di Stato ha commentato i diversi progetti di riforma preparati dal suo governo. L’intervista e’ iniziata con l’attacco militare avvenuto sabato in Siria, dove la Francia ha colpito insieme agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna gli obiettivi sensibili riguardanti le armi chimiche detenute da regime siriano. Macron ha difeso “la piena legittimita’ internazionale” dell’operazione, rispondendo alle critiche che gli erano stati rivolte per aver agito senza l’appoggio delle Nazioni Unite. “Macron colpisce prima di discutere” titola a tal proposito “Libe’ration”. Secondo “Les Echos” il presidente francese ha messo in primo piano lo spirito di “coesione” nazionale per far fronte alle “fratture” sociali che dividono il paese. In merito agli scioperi del settore ferroviari che in questi ultimi tempi hanno visto un fronte sindacale compatto, il capo dell’Eliseo ha condannato la “convergenza delle lotte”. “Le Monde” sottolinea l’atmosfera “elettrica” che si e’ respirata nel corso della serata. Secondo il quotidiano, Macron “ha cercato di curare l’immagine di un presidente della Repubblica che si dice all’ascolto della collera del paese”.
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Oettinger, Berlino mette in pericolo la ripresa dell’Europa
16 apr 10:47 – (Agenzia Nova) – Il commissario di BIlancio dell’Unione europea, il cristiano democratico tedesco Guenther Oettinger, ha criticato come troppo titubante l’atteggiamento della grande coalizione al governo in Germania in merito alle proposte di riforma dell’Ue formulate dal presidente francese Emmanuel Macron. “Macron merita di essere tenuto in considerazione dalla Germania”, ha detto Oettinger alla “Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung”. “La politica tedesca non puo’ spogliare, smantellare e quindi respingere tutte le sue proposte”, ha aggiunto. L’Unione, ha affermato il commissario, ha un’opportunita’ unica per completare e raggiungere l’unione economica e monetaria, un obiettivo trascurato per decenni. “Dobbiamo farlo entro le elezioni europee della prossima primavera, quindi dobbiamo prendere le nostre prime decisioni al vertice Ue di giugno”. “Le dichiarazioni che si sentono dalle correnti dell’Unione sono inaccettabili”, ha detto il politico della Cdu. “Mettono in pericolo l’intera Europa. Mi aspetto che i leader di partito e delle correnti lo chiariscano nei prossimi giorni”, ha sottolineato. Questo lunedi’ il tema verra’ trattato dai comitati di partito sotto la guida del cancelliere Angela Merkel (Cdu), mentre martedi’ sara’ la volta del gruppo presieduto dal cristiano democratico Volker Kauder (Cdu). Per quanto riguarda i socialdemocratici dell’Spd, Oettinger ha fatto appello all’eredita’ dell’ex leader del partito Martin Schulz. “Permettetemi di ricordarvi che per l’Europa i socialdemocratici hanno deciso di entrare in una grande coalizione dopo il fallimento della Giamaica”.
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Italia, il Partito democratico a un bivio
16 apr 10:47 – (Agenzia Nova) – Maurizio Martina, segretario del Partito democratico, emerso sconfitto dalle elezioni generali italiane del 4 marzo, e’ tornato a escludere l’ipotesi di alleanze con altre formazioni politiche per la formazione di un governo. “Non ci lasceremo usare”, ha dichiarato il segretario. Il voto e’ stato una batosta per i socialdemocratici italiani: nel 2008, il Pd si era aggiudicato oltre il 33 per cento dei consensi; cinque anni, il partito e’ calato sotto il 25 per cento, e oggi il partito e’ circa al 19 per cento. La globalizzazione e l’integrazione economica continentale ha avuto effetti polarizzanti sull’economia italiana, scrive lo “Spiegel”, che ricorda come nel 2011 gli indigenti nella Penisola fossero 2,6 milioni, mentre oggi sono 4,7 milioni. I socialdemocratici hanno governato dal 2013 e tuttavia la situazione dei piu’ deboli non e’ migliorata. In molti non trovano lavoro e chi ne ha uno e’ in concorrenza con i bassi salari dei lavoratori stranieri. Il Movimento populista 5 stelle sembra aver raccolto una quota consistente dell’elettorato di sinistra con le sue proposte elettorali di carattere redistributivo, mentre la Lega, primo partito della coalizione di centrodestra, si e’ rafforzata rispondendo alla domanda di sicurezza e a quella di un fisco meno oppressivo. I socialdemocratici, scrive il settimanale tedesco, per ora non sono pervenuti, specie sui temi tradizionalmente propri della sinistra. La disoccupazione continua ad essere la piu’ grande preoccupazione degli elettori, e su questo fronte, sostiene lo “Spiegel”, i governi del Pd negli ultimi anni non hanno conseguito grandi risultati. Solo 6 dei 28 Paesi della Ue hanno governi di centro-sinistra: Svezia, Romania, Portogallo, Slovacchia, Malta e, almeno per il momento, l’Italia. In generale, la socialdemocrazia appare in crisi, almeno sul piano formale. In Francia, nei Paesi Bassi, nella Repubblica Ceca, in Grecia: ovunque questi partiti sono finiti sotto il dieci percento. Anche le cause del disastro sono simili: i socialdemocratici, scrive lo “Spiegel”, hanno lasciato ad altri problemi come la gestione delle migrazioni e la lotta al terrore, preferendo concentrarsi esclusivamente su quelle che erano tematiche d’avanguardia del progressismo come i diritti di genere e delle minoranze. Alle efficaci formule di consenso dei populisti, scrive il settimanale tedesco, i socialdemocratici – in Italia e altrove – paiono preferire le lotte intestine. Alcuni compagni vogliono formare un governo con il Movimento di protesta 5 stelle, altri guardano piu’ a destra. La maggioranza del partito, sembra, vuole rigenerarsi stando all’opposizione. Andrea Orlando, ministro della Giustizia dell’ex governo, definisce la situazione come: “preoccupante e confusionale”.
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