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Il 20% delle impressions video su Facebook&Co. è truccato. Danni agli inserzionisti per 10 miliardi l’anno

Il termine impressions sta ad indicare il numero di volte che una pagina web o un banner viene visualizzato dagli utenti internet. È un dato fondamentale per pianificare le campagne pubblicitarie, perché vengono pagate proprio in base a queste impressions.

Il termine in questione si riferisce in sostanza al numero totale di volte in cui l’annuncio è stato visualizzato, indipendentemente dal numero di utenti che l’hanno effettivamente visto.

Un dato strategico per i pubblicitari, ma anche per il crimine online.

Da alcuni anni a questa parte, quasi tutte le campagne pubblicitarie si trovano a fare i conti con i click fraudolenti e con il fenomeno dell’ad fraud.

Nonostante gli sforzi delle società specializzate nell’individuazione e la prevenzione delle frodi, il problema rimane irrisolto e soprattutto continua a crescere.

Nel terzo trimestre 2018, il Report Pixalate ha rilevato che il 20% circa delle impressions video su piattaforme over the top (OTT) a livello mondiale è fraudolento e da considerarsi invalido.

Le proiezioni per il 2020 poi sono ancora più critiche: nel documento è stimato che gli operatori di marketing potrebbero perdere, a causa delle frodi, fino a 10 miliardi di dollari all’anno in spesa OTT nel 2020.

Secondo stime Tru Optik, diffuse lo scorso anno, il mercato advertising del settore OTT varrò 50 miliardi di dollari entro il 2020, di cui quasi 20 miliardi solo negli Stati Uniti.

Nelle rilevazioni relative al 2017, lo stesso Report Pixalate denunciava che i click fraudolenti da pubblicità su piattaforme OTT erano incrementati del 160%.

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