Il velivolo che appare qui sopra in una foto satellitare è un bombardiere ‘pesante’ russo Tupolev Tu-95 – noto come ‘Bear’ (orso) in codice Nato, dove la ‘B’ iniziale del nome significa che si tratta di un ‘Bomber’. Il fatto che il nome sia monosillabico indica inoltre che il mezzo è a propulsione ’turboelica’ anziché ‘a getto’. Il disegno originale del Tu-95 è molto vecchio, risalente al 1952. Del resto, anche l’equivalente americano, il B-52 ’Stratofortess’ del 1955 – in questo caso un jet – è ancora in servizio.
In entrambi i casi, l’anzianità non dovrebbe sorprendere – fanno quello che devono, e ciò non è molto cambiato negli anni. I bombardieri pesanti sono essenzialmente dei ‘camion dell’aria’ che trasportano un grosso carico esplosivo. La velocità e la manovrabilità non sono elementi di criticità, mentre lo è il consumo di carburante, il motivo per cui i russi preferiscono usare l’elica: ‘beve’ meno e il Tu-95 può raggiungere bersagli potenziali ovunque negli Usa. Comunque sia, dove conta – cioè nei sistemi di controllo e di navigazione, nel motore, nei sistemi di difesa e così via – entrambi i modelli vengono regolarmente aggiornati.
L’interessante novità che si nota nell’immagine del Bear qui in alto, parcheggiato in un aeroporto militare nei pressi di Mosca, è comunque un’altra, esterna. Sono le gomme di automobile sistemate sulle ali e lungo la fusoliera. L’incongruità ha uno scopo preciso e importante. In tempi recenti i droni degli ucraini, penetrati nello spazio aereo russo, sono riusciti a identificare e distruggere in automatico alcuni Tu-95 sulle piste delle loro basi. Le gomme dovrebbero servire a confondere ‘l’occhio nel cielo’ dei droni di Kiev, distorcendo il profilo percepito dei bersagli…