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Orange-Bouygues: si gioca oltralpe la partita che deciderà le sorti di Telecom Italia?

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Tutti vogliono Telecom Italia? Pardon, tutti vogliono Orange e usano Telecom Italia come trampolino per arrivare al loro obiettivo?

Continuano le grandi manovre sul mercato tlc francese, che riguardano da vicino anche l’Italia, viste le recenti evoluzioni dell’azionariato di Telecom Italia.

Pochi mesi dopo il fallito tentativo di Patrick Drahi, patron di Numericable-SFR, di acquisire Bouygues Telecom, il “gran ballo delle negoziazioni è ricominciato”, dice il quotidiano Le Monde.

Soltanto che stavolta Martin Bouygues, proprietario dell’omonimo gruppo tlc, non è in una posizione di semplice ‘preda’ ma vuole dire la sua nella transazione: innanzitutto dovrà essere saldata essenzialmente in azioni, così da permettere a Bouygues di entrare nel capitale dell’ex monopolista. E con una quota di tutto rispetto – che potrebbe attestarsi al 22% stando alla valorizzazione attuale di Bouygues – seconda soltanto a quella dello Stato, che di Orange controlla il 25%.

Non a caso, la nota stampa rilasciata da Bouygues sembra volutamente ambigua: il gruppo “indica che non è in progetto l’uscita né dal settore delle telecomunicazioni né da quello della tv e riafferma il suo duraturo coinvolgimento in entrambe le industrie”. E in effetti, un simile accordo non implicherebbe l’uscita né dalla televisione (Bouygues controlla, tra gli altri, anche TF1, il primo canale privato francese in termini di ascolti) né dalle tlc, anzi.

Dal Governo, intanto, l’orientamento sarebbe quello di non mettere paletti ‘di principio’ a un eventuale ritorno a tre operatori. Interrogato sulle nozze tra Orange e Bouygues Telecom, il ministro dell’economia Emmanuel Macron ha dichiarato di non “avere dogmi sul soggetto in generale”. È da dire, tuttavia, che quando a giugno Drahi aveva messo sul piatto 10 miliardi di euro per Bouygues Telecom, il Governo non si era mostrato troppo propenso alla concentrazione: c’era in ballo, all’epoca, anche l’asta delle frequenze 4G, e un operatore in meno avrebbe voluto dire meno introiti per lo Stato, che invece ha chiuso mettendo in cassa 2,8 miliardi. Ma c’era anche che l’imprenditore franco-israeliano aveva appena acquisito SFR da Vivendi. Quella Vivendi che di li a poco avrebbe ‘ereditato’ da Telefonica l’8,7% di Telecom Italia e avrebbe iniziato la scalata al gruppo italiano.

Ed è qui che il cerchio potrebbe chiudersi, perché – suppongono alcuni commentatori d’oltralpe – Vincent Bollorè ha lo stesso pallino di Martin Bouygues: scambiare la sua partecipazione in Telecom Italia con azioni Orange, così da prendere una parte consistente del capitale dell’ex monopolista francese.

E Xavier Niel, che ha seguito Bollorè nell’investimento in Telecom Italia? L’obiettivo potrebbe essere quello di contrastare il piano di Bollorè e infilarsi anche lui in Orange.

Fatto sta, però, che dagli azionisti di Barclays ieri è arrivata una sonora bocciatura alle nozze tra Orange e Telecom Italia, che generebbero poche sinergie e scarso valore agli azionisti.

Parallelamente, Vivendi starebbe trattando l’intesa con Beinsport, pay tv sportiva che fa capo ad Al Jazeera, per rimpolpare l’offerta di Canal+, mentre Altice di Patrick Drahi (SFR, Virgin Mobile e Numéricable) si rafforza sempre più nel settore media e, dopo aver inglobato Liberation, l’Express, il canale all news BFM e la radio RMC sta negoziando l’acquisizione dei settimanali ‘Télé 7 jours’, ‘Ici Paris’ o ‘France Dimanche’.

Tutti avanzano dunque nella direzione del consolidamento media-tlc. Bisognerà capire chi ballerà con chi.

La società italiana – che oggi fa la parte della reginetta della festa, contesa da tutti i ‘galli’ in sala – finirà il suo ballo sotto l’ala del Governo francese?

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