OpenAI si trova ad affrontare una situazione finanziaria critica, con una perdita prevista di 5 miliardi di dollari entro la fine dell’anno.
Questa previsione, secondo quanto riporta il sito The Information, che ha raccolto e studiato i dati finanziari della società, è dovuta a una serie di fattori, tra cui massicci investimenti in ricerca e sviluppo, espansione delle infrastrutture e alti costi operativi.
Nonostante la significativa spesa, OpenAI spera di mantenere la sua posizione di leadership nel settore dell’intelligenza artificiale e di promuovere l’innovazione. Gli analisti si interrogano sulla sostenibilità economica dell’azienda, mettendo in dubbio la presenza di un vantaggio competitivo di OpenAI rispetto ad altri giganti tecnologici come Meta, che offre tecnologie simili gratuitamente. Le domande cruciali riguardano l’unicità della tecnologia di OpenAI, la presenza di applicazioni chiave (killer app) e la capacità della tecnologia di diventare affidabile e scalabile.
OpenAI: 11 miliardi di dollari di investimenti non bastano
L’azienda guidata da Sam Altman ha già portato a termine sette round di investimenti nella sua storia, incassando oltre 11 miliardi di dollari. Principalmente grazie all’aiuto di Microsoft. Non abbastanza comunque per far fronte ai continui investimenti che richiede la ricerca sull’intelligenza artificiale generativa e l’allenamento di modelli sempre più performanti. A maggio è stato annunciato Gpt-4o, un nuovo modello più veloce e multimodale messo a disposizione – gratuitamente – a tutti gli utenti.
E poi ancora, già a luglio, è stato presentato Gpt-4o “mini”, che permette agli sviluppatori di sfruttarne le potenzialità. Una infinita corsa verso l’innovazione che sta portando OpenAI a spendere circa 7 miliardi di dollari per l’addestramento di questi modelli, e un altro miliardo e mezzo per pagare il personale specializzato (umano) necessario per portare avanti la ricerca. E le spese non faranno altro che salire.
Ora che succede? La previsione è che OpenAI potrebbe esaurire i fondi entro 12 mesi se non riesce a raccogliere ulteriori finanziamenti. Questo scenario si verifica in un contesto in cui l’attuale approccio all’intelligenza artificiale sembra aver raggiunto un plateau, con errori persistenti e problemi di ‘hallucinations’ (ossia risposte generate che non corrispondono alla realtà).
Gli investitori sono invitati a riflettere sulla reale capacità di OpenAI di raggiungere la redditività e a valutare se l’azienda possieda un ‘moat’ sufficiente per difendersi dalla concorrenza. La bolla del GenAI potrebbe scoppiare entro 12 mesi, con conseguenze significative per il settore.