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OpenAi perderà 5 miliardi quest’anno. Dopo Nasqaq, Tokyo a picco. Sta scoppiando la bolla AI?

È arrivato il momento di fermarci a riflettere sull’intelligenza artificiale generativa. Basta con la sola “cronaca” delle ultime novità annunciate da OpenAIMeta e Google o da Nvidia sui chip, che sembrano rivoluzionare e stravolgere immediatamente le nostre vite e i nostri lavori. Nulla di tutto questo sta accadendo, ora, in modo impattante. 

Allora anche Key4biz si chiede se la bolla dell’intelligenza artificiale generativa sta scoppiando? Come la bolla delle dot com.

A Wall Street: “La GenAI farà mai soldi”?

A Wall Street si stanno chiedendo in questi giorni “se la GenAI farà mai soldi”?

Giovedì scorso è stato nero per i titoli chip e AI negli Stati Uniti su NASQAQ e S&P 500, con perdite anche pesanti per molte grandi aziende come Arm, Intel e Amd.

E questo sentiment negativo che arriva dagli USA spaventa le borse asiatiche, con il Nikkei che sta perdendo oggi il 12,4%, segnando il peggior calo dal crollo dei mercati del “Black monday” del 19 ottobre 1987. Soffrono ma in misura minore anche gli altri indici asiatici, con Hong Kong che fa peggio di tutte.

E OpenAI potrebbe perdere 5 miliardi di dollari quest’anno.

A 18 mesi dal lancio di chatGPT, le nostre vite non sono state stravolte né i nostri lavori, diversamente dagli annunci

Proprio OpenAI ha lanciato chatGPT 18 mesi fa, dando il via alla corsa all’AI generativa e aprendo la sfida tra Usa e Cina alla nuova supremazia tecnologica. Diversamente dalle aspettative, ad oggi chatGPT e simili non ci ha stravolto le vite. Chi scrive non lo usa né per il suo lavoro né per il tempo libero, l’ha testato in passato come milioni di utenti al mondo, ma non ne sente la necessità di usarlo ogni giorno perché non è una killer app.

I giganti della tecnologia, in questo anno e mezzo, hanno promesso che l’AI sarebbe stata pronta a rivoluzionare ogni settore e l’hanno usata come giustificazione per spendere decine di miliardi di dollari in data center e semiconduttori necessari per eseguire grandi modelli di intelligenza artificiale (LLM). Rispetto a quella visione, i prodotti che hanno lanciato finora sembrano un po’ banali: chatbot senza un percorso chiaro verso la monetizzazione.

Fondo Elliot: “Applicazioni AI sopravvalutate

Secondo il fondo Elliott Management, quello che sta accadendo è il risultato diretto di una sopravvalutazione delle applicazioni AI, che ha spinto all’inverosimile il rally dei titoli tecnologici in Borsa.

Un rapporto di Goldman Sachs della scorsa settimana si domanda se ci fosse “troppa spesa e troppo poco beneficio” sull’IA generativa.

L’analista di UBS Steven Ju ha chiesto al CEO di Google Sundar Pichai quanto tempo ci vorrebbe all’AI per “aiutare a generare entrate e creare un valore maggiore nel tempo?”

Il Ceo di Google: “Il rischio di sottoinvestire è drammaticamente maggiore del rischio di investire troppo”

Per ora, i CEO delle società Tech sembrano concordare sul fatto che “il rischio di sottoinvestire è drammaticamente maggiore del rischio di investire troppo”, come ha detto Pichai di Google. Una posizione simile è stata presa anche dal CEO di Meta Mark Zuckerberg.

Come dire. I data center richiedono tempo per estrarre il coniglio dal cilindro e quando questo dovesse accadere, nessuna azienda vuole perdere il primato, semplicemente perché non aveva abbastanza capacità di calcolo, a causa della riduzione degli investimenti. 

Le azioni di Google e Microsoft sono diminuite in seguito ai loro dati sugli utili, un segno del malcontento degli investitori per il fatto che i loro enormi investimenti in intelligenza artificiale non abbiano portato a risultati di gran lunga migliori del previsto. Meta – che ha sperimentato una simile frustrazione degli azionisti lo scorso trimestre – ha evitato ora il malcontento degli investitori mostrando come i suoi investimenti in intelligenza artificiale stiano almeno contribuendo al suo core business.

Nonostante l’assenza di reali successi, Google, Microsoft e Meta hanno annunciato di spendere ancora di più sul GenAI, affermando di aver bisogno di più tempo – molto più tempo per vedere i reali benefici dell’intelligenza artificiale generativa.

Microsoft: “Monetizzeremo la nostra AI tra 15 anni e oltre”

Secondo il chief financial officer (CFO) di Microsoft Amy Hood l’azienda andrà a monetizzare la sua AI “nei prossimi 15 anni e oltre”.

Meta prevede che “ritorni dall’IA generativa per un periodo di tempo più lungo”, ha detto gli analisti del CFO Susan Li. Ha aggiunto: “Non ci aspettiamo che i nostri prodotti GenAI siano un driver significativo delle entrate nel 2024. Ma ci aspettiamo nuove opportunità di guadagno nel tempo in grado di generare un solido ritorno sul nostro investimento“.

Ma questo orizzonte temporale, scrive CNN, è scomodo per molti investitori, abituati alla crescita delle vendite e degli utili per lo più affidabili, trimestre dopo trimestre.

Per questo motivo alcuni investitori si chiedono se gli investimenti AI pagheranno mai. L’analista di Goldman Sachs Jim Covello ha sostenuto, nel rapporto della scorsa settimana, che “la tecnologia AI non è progettata per risolvere i complessi problemi che giustificherebbero questi costi“.

Facciamo un esempio per capire il lungo tempo necessario al GenAI di produrre utili. La tecnologia “completamente a guida autonoma” basata sull’intelligenza artificiale di Tesla. Tesla ha venduto la tecnologia di assistenza alla guida come chiave per il business plan dell’azienda dal 2015 e ha costantemente promesso che sarebbe stata realtà a breve. Ma il suo sistema Full Self-Driving richiede ancora un guidatore umano attento, in grado di mettere le mani sul volante nel caso in cui qualcosa vada storto (e i veicoli Tesla sono regolarmente oggetto di problemi di sicurezza). Ad oggi non ci sono ancora veicoli Tesla completamente a guida autonoma a quasi 4 anni dopo dalla promessa fatta ai clienti.

Questo livello di investimento sull’AI continuerà ad essere sostenibile per tutti? Stiamo per vivere una bolla del GenAI? 

Lo abbiamo chiesto a Nicola Grandis, esperto di intelligenza artificiale e CEO di Asc27, startup italiana tra i leader nel settore.

“La bolla non è ‘quella dell’AI’, ma quella che certe persone incompetenti ‘pensavano fosse l’AI. Le persone comuni, e molti investitori, non hanno ancora capito cosa sia ed a cosa serve l’AI. Non serve per fare soldi con prodotti come ChatGPT. chatGPT ti fa fare 1-2 o 5 euro in più all’anno per utente, quando hai 2-3-4 miliardi di utenti. Google, AWS e Meta lo sanno, invece. L’uomo della strada continua a pensare ‘wow, ne sa ChatGPT!’ mentre OpenAI è prossima al fallimento, quest’anno perderà 5 miliardi”.

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