OpenAI, l’azienda all’avanguardia nel campo dell’intelligenza artificiale, sta affrontando un periodo di forte instabilità ai vertici. Nelle ultime ore, tre figure chiave hanno annunciato la loro partenza: il Chief Research Officer Bob McGrew, il VP of Research Barret Zoph e, notizia ancora più clamorosa, il CTO Mira Murati.
Il CEO Sam Altman ha cercato di rassicurare dipendenti e osservatori esterni, definendo le dimissioni come “decisioni indipendenti e amichevoli”, seppur improvvise. Tuttavia, la concomitanza degli addii ha inevitabilmente sollevato interrogativi sulla stabilità e la direzione futura di OpenAI.
Tra crisi e cambio da no-profit a scopo di lucro
Altman ha prontamente delineato la nuova struttura di leadership, promuovendo Mark Chen a SVP of Research e affidando a Matt Knight il ruolo di Chief Information Security Officer. Kevin Weil e Srinivas Narayanan manterranno le loro posizioni di leadership nel team applicativo, mentre Josh Achiam assumerà il nuovo ruolo di Head of Mission Alignment.
Nonostante le rassicurazioni di Altman, le dimissioni arrivano in un momento cruciale per OpenAI, che starebbe pianificando una transizione verso un modello for-profit e un nuovo round di finanziamenti che la valuterebbe a 150 miliardi di dollari. È plausibile che divergenze sulla direzione strategica dell’azienda, in particolare riguardo al passaggio al modello, abbiano influenzato la decisione dei dirigenti di lasciare la compagnia.
Un esodo di talenti
Le recenti dimissioni si inseriscono in un contesto di più ampio esodo di talenti da OpenAI. Negli ultimi mesi, figure di spicco come Andrej Karpathy, Ilya Sutskever, Jan Leike e John Schulman hanno abbandonato l’azienda. Dei 13 fondatori originali, ne rimangono solo 3.
Questo fuggi-fuggi aumenta le preoccupazioni sul futuro di OpenAI e sulla sua capacità di mantenere la posizione dominante nel campo dell’intelligenza artificiale, soprattutto in un momento di forte competizione con aziende come Anthropic.
Un incontro generale previsto per giovedì potrebbe fare luce sulle motivazioni delle dimissioni e sulla strategia futura di OpenAI. Fino ad allora, l’azienda si trova ad affrontare un periodo di incertezza, con la speranza di poter gestire questa fase di transizione senza compromettere il suo business, attuale e futuro.